mercoledi` 20 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.01.2015 Archeologia a Gerusalemme:Erode e il processo a Gesù
Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 gennaio 2015
Pagina: 28
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Scoperto il luogo dove Ponzio Pilato si lavò le mani»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/01/2015, a pag. 28, con il titolo "Scoperto il luogo dove Ponzio Pilato si lavò le mani" l'articolo di Francesco Battistini.


Ponzio Pilato                          Francesco Battistini

Ecce Home. Gli archeologi americani e israeliani ne sono sicuri: quel dì fatale, Ponzio Pilato stava di casa lì. E fu in quel punto vicino alla Porta di Jaffa, all'ombra della Torre di Davide, che il prefetto della Giudea processò Gesù: tentando il suo patto sul Nazareno, finendo poi per salvare il ladrone Barabba, passando alla storia dell'acqua che non monda e della mano che lava l'altra e, insomma, della più pilatesca inchiesta di Mani pulite che si ricordi. Ci hanno messo quindici anni, molti soldi e la pazienza di mille interruzioni dovute alle intifade o alle contestazioni, ma alla fine hanno trovato le pietre su cui fondare la nuova certezza archeologica di Gerusalemme:
«Bastava seguire le tracce del Vangelo di Giovanni», spiega il professor Shimon Gibson dell'università di Charlotte, Nord Carolina, perché l'evangelista «è chiarissimo quando descrive il Pretorio vicino a una delle porte d'Ingresso della città, con un pavimento di pietra irregolare. Non ci sono iscrizioni, ma ogni testimonianza archeologica, storica ed evangelica porta qui». Gli scavi hanno puntato sui resti del palazzo di Erode il Grande, delle cittadelle crociate e dove, forse in memoria della più celebre condanna della storia, gli ottomani prima e gl'inglesl, poi, fecero un bel carcere per i morituri. Tradizione e cartoline vogliono, per la verità, che il Cristo sia stato mostrato alla folla urlante in un altro luogo della Città Vecchia: alla porta della Fortezza Antonia, lungo la Via Dolorosa. L'Imperatore Adriano ci costruì un arco di trionfo: l'Arco dell'Ecce Homo, appunto. La Custodia ci mise il monastero di Nostra Signora di Sion: negli scantinati si vede ancora il lithòstratos, pavimentazione simile a quella descritta da Giovanni, che servì alle guardie per passare il tempo tirando i dadi al «gioco del re». Sono almeno otto secoli, tutt'i santi Venerdì Santi, che le Vie Crucis partono dalla Fortezza Antonia, «ma questa credenza è ormai superata in ogni pubblicazione», obbietta Gibson: «E poi le processioni cambiavano spesso percorso...». Chi glielo spiega al pellegrini, però, che le stazioni del Calvario adesso cambieranno? «Non credo che succederà — dice David Pileggi, pastore anglicano che ha la parrocchia proprio su quel luogo —. La fede non dipende dai luoghi. Si può benissimo continuare a pregare e ad emozionarsi dove s'è sempre fatto».

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT