Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/01/2015, a pag. 8, con il titolo "Il narciso Erdogan e la nuova 'minaccia interna': la satira politica dei vignettisti", il commento di Sara Gandolfi.
A destra: due delle vignette incriminate dal nuovo sultano Erdogan
Sara Gandolfi
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan probabilmente non ha mai letto Aristofane, o non gli è piaciuto. Il grande commediografo greco, maestro di satira politica, nella Turchia di oggi sarebbe finito davanti a un giudice a spiegare il perché di alcune sue frasi puntute. A partire da una delle più famose: «Ingiuriare i mascalzoni con la Satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti» (da I Cavalieri). Poco tollerante verso critiche e dissenso, Erdogan forse è stato addirittura sfiorato dall’idea di introdurre un nuovo reato: delitto di satira. Per fortuna, il sistema giudiziario turco non sembra volerlo seguire. Il caricaturista Musa Kart — autore della vignetta qui accanto, pubblicata quando i cortei anti- governativi vennero dispersi con gas lacrimogeni — è stato denunciato due volte per aver osato sfidare Erdogan. La richiesta di reclusione a dieci anni, per un’altra vignetta apparsa su Cumhuriyet, è stata infine respinta dal giudice Mithat Ali Kabaali («Il mestiere di un politico include anche le critiche») ma fare satira politica o religiosa in Turchia resta pericoloso. Ne sa qualcosa il manifestante fermato a dicembre dalla polizia perché sventolava una vignetta del New York Times (a sinistra). Al narcisista Erdogan, forse, non piace apparire come un kebabbaro qualunque. Di sicuro non ha letto la frase di Aristofane: «Il saggio impara molte cose dai suoi nemici».
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