Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/01/2015, a pag. 10, con il titolo "Il Medio Oriente e la malattia del re saudita", il commento di Viviana Mazza.
Viviana Mazza Re Abdullah, sovrano dell'Arabia Saudita
Alla notizia che re Abdullah è stato ricoverato in ospedale «per accertamenti», l’altro ieri la Borsa di Riad ha chiuso in ribasso. Che le condizioni di salute del sovrano ultranovantenne non siano buone è noto da tempo: a marzo, dopo un incontro con Obama, è emersa una foto del re a letto, accompagnata dalla voce che abbia il cancro ai polmoni e pochi mesi di vita. Negli ultimi 4 anni è stato operato più volte, una delle quali per ernia del disco. Poiché il palazzo reale è attrezzato con sofisticate tecnologie mediche, c’è stato dunque chi ha pensato al peggio, anche se una fonte ufficiale ha fatto sapere che le sue condizioni sono stabili. L’America tiene d’occhio con attenzione la successione al trono nel più grande esportatore di petrolio al mondo, nonché importante alleato. Re Abdullah ha già decretato non solo chi prenderà il suo posto — il principe Salman, fratellastro 79enne — ma anche il successore del suo successore: il fratello «giovane», Muqrin, 69 anni. La transizione è di fatto già iniziata poiché Salman, in quanto vicepremier, conduce già molti incontri di governo e di politica estera ed è abbastanza apprezzato sia dai Paesi vicini che da Washington, secondo Karen Elliott House, per 30 anni corrispondente da Riad per il Wall Street Journal . Gli esperti credono che le politiche sul petrolio (l’Arabia sta cercando di mantenere le quote di mercato per costringere gli Usa a ridurre la produzione di shale oil) come quelle interne ed estere non dovrebbero cambiare granché. Il problema è che si dice che Salman abbia l’Alzheimer e non tutti nella famiglia reale sono d’accordo che al suo posto subentri Muqrin, ex capo dell’intelligence che ha studiato in Usa e Gran Bretagna e che ha «superato» alcuni fratelli più anziani. Ma il regno non può permettersi instabilità data la minaccia dell’Isis, la rivalità con l’Iran (e giovani abituati sempre più a esprimersi sui social). Gli esperti Usa ritengono plausibile che la famiglia supererà le tensioni.
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