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La Repubblica Rassegna Stampa
29.12.2014 Giù le mani da Winston Churchill !
Non era affatto pro Islam, anzi Cronaca di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 29 dicembre 2014
Pagina: 28
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «Winston d'Arabia. L'ossessione di Churchill 'Sognava l'Islam'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 29/12/2014, a pag.28, con il titolo " Winston d'Arabia. L'ossessione di Churchill 'Sognava l'Islam' " la cronaca di Enrico Franceschini.


Enrico Franceschini      Winston Churchill

Franceschini è stato a lungo corrispondente da Israele, ne conosce la storia, i suoi servizi erano sempre improntati ad una correttezza esemplare. Capiamo quindi la prima parte di questo articolo, nel quale - anche lui, come altri corrispondenti da Londra- cade in una descrizione assurda di Winston Churchill, presentandolo per quello che non è mai stato: un ammiratore dell'Islam. Il tutto per una lettera ritrovate nella quale scrive che gli piacerebbe vivere come un pascià! frase che è entrata anche nei nostri modi di dire grazie a una fortunata canzone di Carosone di tanti anni fa.
Churchill fu invece un grande amico della causa ebraica, l'ostilità inglese verso il nuovo Stato di Israele arrivò dopo la sua sostituzione al governo a guerra finita, quando arrivarono i Laburisti, loro sì pro-Islam e pro paesi arabi.
In quanto alla costruzione della moschea londinese, che c'è di strano, se il luogo serve per pregare, autorizzarne la costruzione è un atto dovuto.
Giù le mani da Churchill, per favore !
Per chi volesse saperne di più, consigliamo la lettura della biografia di Martin Gilbert, purtroppo non tradotta in italiano, ma disponibile in inglese anche in edizione tascabile:

Ecco l'articolo:

Gli inglesi lo considerano il loro più grande eroe di tutti i tempi. II resto del mondo lo conosce come il leader che salvò l'Europa dal nazisrno e che poi denunciò la "cortina di ferro' del comunismo attraverso il continente. Le sue frasi celebri, il segno di vittoria con le dita, perfino il suo bulldog, sono entrati nell'immaginario collettivo e nella storia. Eppure c'era ancora un lato oscuro in Winston Churchill: il premier britannico all'epoca della Seconda guerra mondiale, su cui sono stati scritti abbastanza volumi da riempire una libreria, soffriva di "mal d'Oriente". Era così affascinato dall'Islam, rivela una lettera ritrovata in un archivio di Londra, da considerare di convertirsi alla religione di Maometto. Sentiva il fascino delle tradizioni beduine, al punto da vestirsi in privato come un figlio del deserto, e fu lui a finanziare la costruzione della più grande moschee di Londra. Parafrasando il soprannome di un autentico amico dei musulmani, il leggendario colonnello Lawrence ( che era del resto suo amico ), non sarebbe stato del tutto fuori luogo chiamarlo "Churchill d'Arabia". Questa era l'ipotesi, o perlomeno il timore, della sua futura cognata, lady Gwendoline Bertie, che nell'agosto del 1907 cosl gli scriveva: •Per favore, non diventare un convertito dell'Islam. Ho notato nella tua disposizione la tendenza a orientalizzarti, con atteggiamenti da pascià . Nella sua risposta all'amica aristocratica, sir Winston non la smentiva: "Tu mi vedi come un pascià. Magari io lo fossi". La corrispondenza è stata scoperta soltanto ora da un docente dell'università di Cambridge, il professor Warren Dockter, durante ricerche per un libro. Lo studioso ricorda che Churchill si era familiarizzato con l'Islam partecipando alle guerre dell'Impero britannico come ufficiale di cavalleria in Sudan e nel nord dell'India. Insieme a un amico, il poeta Wilfrid Blunt, appassionato sostenitore della causa musulmana, a quell'epoca il futuro premier si divertiva a vestirsi all'araba. Era contrario alle spedizioni punitive ordinate contro le tribil islamiche dall'Alto Commissariato britannico in Nigeria, ammirava le capacità militari dell'Impero Ottomano e considerava Cristianesimo e Islam sullo stesso piano, un concetto straordinariamente avanzato per quel tempo. Più tardi, nel 1940, quando diventò primo ministro, fece approvare nonostante forti resistenze politiche i fondi per la costruzione della Moschea Centrale di Regent's Park, tuttora la più grande della capitale britannica. Naturalmente Churchill era un ostinato assertore di un impero che colonizzava vasti territori e milioni di musulmani. I suoi scritti testimoniano inoltre il severo giudizio che dava delle interpretazioni pia radicali, oggi diciamo fondamentaliste, dell'Islam, che gli sembravano dannose per lo sviluppo economico e culturale delle regioni sotto il controllo di Londra. E' probabile che non pensò mai seriamente di convertirsi alla religione musulmana. II fascino che sentiva per l'oriente, afferma il professor Dockter, era piuttosto simile a quello provato da T. E. Lawrence, meglio noto come "Lawrence d'Arabia", il colonnello dell'esercito britannico che guidò la rivolta araba contro i turchi nella Primaguerra mondiale. E non molti sanno che Churchill e Lawrence erano amici e lavorarono insieme all' assetto del Medio Oriente», osserva lo scopritore della lettera. Come Lawrence, aggiunge il professore, sir Winston aveva una «visione romantics dello stile di vita nomade dei beduini e del loro senso dell'onore . Per questo, quando poteva, il giovane "Churchill d'Arabia" vestiva come loro e sognava di essere "un pascià".

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