Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/12/2014, a pag.12, con il titolo "Caccia al bambino israeliano, la nuova strategia di Hamas " l'analisi di carlo Panella sulle nuove strategie di Hamas.
Carlo Panella
È in fin di vita Ayala, una bimba israeliana di 11 anni bruciata viva da un palestinese che ha lanciato una molotov contro la macchina del padre sulla strada che porta all'insediamento di Maale Shamon in Cisgiordania. Ayala ha riportato ustioni di terzo grado sul 50% del corpo, in particolare alla testa e al collo. Anche se sopravviverà, dovrà sottoporsi a cure lunghe e dolorose. Il padre ha detto che alcune settimane fa la loro automobile è stata attaccata con molotov nello stesso punto: «Mia moglie ha frenato bruscamente e così la bottiglia è esplosa sull'asfalto. Io invece non ho avuto gli stessi riflessi».
Mentre la macchina prendeva fuoco, Ayala è riuscita a slacciare la cintura di sicurezza e ad aprire la portiera avvolta dalle fiamme. Ma non è stato sufficiente a metterla in salvo. E questo l'ennesimo attentato palestinese che prende volutamente e vigliaccamente di mira bambini israeliani. Attentati non dinamitardi, ma con mezzi di fortuna, non meno efferati negli effetti. Dopo il rapimento e la barbara uccisione di tre ragazzini ad Hebron il 12 giugno scorso (per vendicare l'uccisione da parte israeliana dei loro assassini, Hamas lanciò migliaia di missili contro Israele, che reagì bombardando Gaza), tre attentati con auto e bulldozer lanciati contro le fermate del bus a Gerusalemme hanno ucciso alcuni civili (anche una bimba di 2 anni). Domenica scorsa un bambino di 4 anni è stato ferito da lanci di sassi da parte di palestinesi in Cisgiordania. Il 12 di dicembre, sempre in Cisgiordania, un attentato ancora più odioso: un israeliano ha fatto salire sulla sua auto un palestinese che faceva autostop. Questi -un militante di Harnas- appena salito in auto ha lanciato una bottigliata di acido contro i passeggeri. Anche contro quattro bambine piccole. Poi ha tentato di scappare, ma è stato ferito da un israeliano che aveva assistito attonito alla scena. Il fatto grave è che questi attentati contro i civili e contro i bimbi israeliani, ad opera di «lupi solitari» e con armi improprie, quindi difficilissimi da prevenire, non sono spontanei, ma sono parte di una nuova strategia di Harnas. Il suo obbiettivo è suscitare per la loro efferatezza, e per il fatto che colpiscono piccoli innocenti, una forte reazione israeliana su cui innescare, come awenne a giugno, una nuova ondata di missili da lanciare da Gaza contro le città israeliane. Inoltre, Hamas da novembre in poi, ha compiuto una serie di attentati sanguinari sia a Gaza che in Cisgiordania anche contro militanti e dirigenti palestinesi della rivale Al Fatah. Attentati che hanno provocato l'ennesima rottura tra le due organizzazioni palestinesi, mettendo fine nei fatti alla stessa esperienza - appena iniziata - di un governo unitario palestinese Al Fatah-Harnas.
Abu Mazen, che ha sempre condannato - va detto - gli attentati contro i bambini e i civili israeliani, è stato così costretto a dichiarare: «Harnas ha la responsabilità dei recenti attacchi, di rallentare la ricostruzione di Gaza e di distruggere l'unità nazionale». In questo contesto ha dell'incredibile che il Parlamento Italiano debba discutere i prossimi giorni - come altri parlamenti europei-una mozione della sinistra che riconosce subito e senza trattative lo Stato palestinese. Uno Stato che vedrebbe sicuramente nel suo governo in posizione egemonica anche questa Hamas, che esulta ogni volta che un suo militante trucida volutamente bambini israeliani.
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