Ripubblichiamo l'articolo di Alessandro Bertoldi "Viaggio nel padiglione Expo di Israele. Un gioiello tecnologico" comparso su L'intraprendente alla pagina http://www.lintraprendente.it/2014/12/israele-porta-il-suo-giardino-nel-deserto-a-expo/
Alessandro Bertoldi
Il padiglione di Israele per l'Expo 2015
Lo Stato d’Israele, nonostante si sia trovato e si trovi costantemente in guerra, in poco più di 60 anni di storia ha fatto fiorire il deserto,affrontando con successo sfide climatiche e ambientali locali, producendo soluzioni tecnologiche altamente innovative ed ecosostenibili, oggi al servizio dell’umanità intera. È questo quanto vuole far emergere Israele a Expo Milano 2015 regalandoci grandi sorprese.
I campi di domani – Fields of Tomorrow, è il titolo con cui il padiglione Israele sarà presente a Expo Milano 2015, dove porterà le esperienze di un gruppo di aziende d’eccellenza nel campo tecnologico e agroalimentare. Il titolo non ha bisogno di molte spiegazioni osservando dall’esterno la struttura che ospiterà Israele. Un’affascinante padiglione green di 2.369 metri quadrati caratterizzato da una parete verticale esterna, lunga 70 metri e alta 12, sulla quale cresceranno fiori, erba e piante vive che inevitabilmente durante il periodo dell’esposizione cambieranno continuamente colore e si trasformeranno, garantendo così una spettacolarità e un’attrattività dirompente.
All’interno della struttura, due spazi, nel primo verranno illustrati attraverso dei filmati la storia dell’agricoltura israeliana e il piano di rimboschimento portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico sin dal ’48, mentre nel secondo spazio saranno centrali i prodotti della terra e la cucina a vista, nonché la musica tradizionale in sottofondo. La scelta dell’architetto David Knafo di realizzare un giardino verticale all’esterno, non è affatto casuale, ma tiene a sottolineare l’avanguardia raggiunta da Israele nel campo tecnologico-agroambientale e come il Paese abbia lottato contro le difficili condizioni del suo territorio, trasformandolo in poco tempo, grazie alle importanti invenzioni tecnologiche, da deserto arido a giardino nel deserto. Un percorso in salita ostacolato anche dalle guerre che lo Stato ebraico ha dovuto affrontare per garantirsi una sopravvivenza, ma come risulta l’unica democrazia matura del Medio oriente è anche l’unico Paese realmente all’avanguardia nella regione. Infatti nonostante le difficoltà date dalla natura della morfologia d’Israele, 13.000 km quadri dei suoi 22.000 complessivi sono costituiti dal deserto del Negev, gli Israeliani sono riusciti a bonificare intere aree e renderle agricole e fertili.
Hanno sfruttato l’asse rispettoso dell’ambiente acqua-sole-agricoltura, che genera a sua volta acqua-energia-cibo. Proprio a questo proposito è stato presentato il gruppo Aquate, che si occupa di desalinizzare l’acqua del mare fino a renderla potabile, di creare dei serbatoi per l’utilizzo dell’acqua catturata attraverso l’evaporazione, che viene poi utilizzata per irrigare e quindi per la produzione agricola e infine la produzione di energia solare ed eolica. Per la prima volta tutti questi processi sono stati collegati tra loro in un’unica soluzione costituendo un circuito tecnologico tra i più innovativi al mondo. Tutto questo nell’ottica dello sviluppo sostenibile e a beneficio di aree urbane di qualsiasi dimensione collocate in territori e continenti diversi.
In Italia infatti è molto interessata a questo tipo di tecnologia l’associazione lombarda “100 cascine” che sta sviluppando in questa direzione il progetto DemoFarm. Altra esperienza altamente innovativa e positiva presentata dal padiglione israeliano è quella della società biotecnologica TransAlgae, che ha sviluppato un’alga che attraverso le sue speciali molecole può considerarsi sostitutiva di vaccini e farmaci a base di proteine. Solitamente somministrati attraverso iniezioni questi farmaci non sono usufruibili da tutti, mentre d’ora in poi potranno essere assunti grazie a delle pillole all’alga o a del pesce alimentato con le stesse alghe, le stesse dal punto di vista agricolo possono fungere da pesticidi naturali.
Un’altra azienda che ha meritato di essere presentata è AutoAgronom; si occupa di agricoltura di precisione con prodotti sostenibili e presta grande attenzione alle esigenze d’irrigazione delle colture, opera fertilizzazioni ottimali nella maggior parte degli ambienti climatici del pianeta, riduce l’inquinamento acquifero, il consumo di energia, i costi per l’attuazione idraulica e i costi complessivi per i coltivatori. Secondo la società israeliana i suoi sistemi automatizzati ad oggi hanno salvato numerose coltivazioni, facendo risparmiare fino al 50% di acqua e al 70% di fertilizzante, aumentando i raccolti in media del 20-30% in 50 siti dove ha operato.
Una cosa è certa, in tanti visitearemo il Padiglione Israele a Expo, perché non solo abbiamo molto da imparare dal punto di vista tecnico, ma dobbiamo molto ad un Paese così particolare, che lotta quotidianamente anche per difendere noi e i nostri valori, ma soprattutto che ha tanta voglia di normalità.