Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/12/2014, a pag. 19, l'articolo "Israele scioglie la Knesset, si va al voto il 17 marzo".
La Knesset, il Parlamento israeliano
Questo breve redazionale contiene un ormai classico luogo comune, secondo il quale Netanyahu e il Likud sarebbero affetti da una "svolta ultraconservatrice". Israele è una democrazia piena, per cui nella Knesset hanno sempre trovato spazio partiti arabi e religiosi ebraici, nazionalisti, moderati, per non dire della sinistra radicale rappresentata da Meretz.
Dipingere lo Stato ebraico come un Paese in balia di forze conservatrici e reazionarie è un falso frutto di disinformazione e ipocrisia.
Ecco l'articolo:
Netanyahu "scarica" Livni e Lapid (da Israel HaYom)
Yair Lapid con Tzipi Livni Benjamin Netanyahu
Israele al voto il 17 marzo. Il governo era stato affondato martedì dal premier Benjamin Netanyahu, che aveva posto gli alleati del centro — il ministro della Giustizia Tzipi Livni e quello delle Finanze Yair Lapid — davanti a un drastico ultimatum: quello di sostenere la discussa legge sullo Stato-Nazione del popolo ebraico o finire lì la coalizione. Il sostegno alla legge, che s’ispira ai valori dell’ebraismo più conservatore e che ha già causato tensioni politiche anche all’interno dello stesso Likud, è stato nettamente rifiutato dai due, che sono stati dunque “licenziati”. Ieri, la data delle elezioni, scelta in un incontro tra i leader dei partiti della Knesset, il Parlamento israeliano, e confermato dal suo presidente Yuli Edelstein. La svolta ultraconservatrice è necessaria a Netanyahu: che spera di vincere le primarie del suo partito il 6 gennaio proprio grazie al sostegno dell’estrema destra del suo partito.
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