Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/11/2014, a pag. 17, con il titolo "Lega araba sedotta dallo zar Putin", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari Vladimir Putin
Martedì a Karthum il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov incontrerà i pari grado della Lega Araba per un summit destinato ad ampliare il ruolo di Mosca come potenza di riferimento per Medio Oriente e Nordafrica. Creato nel 2013 su iniziativa di Vladimir Putin, il «Forum di cooperazione russo-araba» ha trovato subito l'interesse della Lega Araba, intenzionata ad avere un rapporto diretto con il maggior protettore del regime di Assad.
Negli ultimi 12 mesi la credibilità del Cremlino nella regione si è ulteriormente rafforzata per due motivi: l'intervento militare in Crimea per tutelare i russofoni è stato letto come la conferma dell'accresciuto peso di Mosca nell'area del Mediterraneo, evidenziando l'indebolimento di Usa e Ue; la rapidità con cui Mosca ha fornito armi, istruttori ed intelligence a Baghdad per combattere Isis ha trasmesso la percezione di un profilo regionale in crescita. Se a ciò si aggiunge che il Cairo guarda a Mosca per accordi su acquisti di armi e libero commercio, Riad manda i suoi ministri al Cremlino per discutere di prezzo del greggio e lotta al terrorismo, e il presidente palestinese Abu Mazen pensa a un «maggiore coinvolgimento russo nella composizione del conflitto con Israele», non è difficile indovinare che il menù di Karthum sarà assai più ricco rispetto al vertice dello scorso anno a Mosca.
In particolare ciò che conta è la convergente convinzione di Egitto ed Arabia Saudita, i due Paesi-chiave della Lega Araba, che Mosca possa essere determinante su tre fronti. Primo: raggiungere un nuovo equilibrio con l'Iran nel Golfo, in ragione del recente accordo di forniture atomiche russe a Teheran. Secondo: arrivare ad un'intesa sul dopo-Assad in Siria per porre fine ad una guerra civile che ha già fatto oltre 200 mila vittime minacciando di degenerare in conflitto regionale; rompere lo stallo nei negoziati fra palestinesi ed Israele grazie al legame di Putin con il premier Netanyahu testimoniato dal «telefono rosso» grazie al quale discutono spesso e di tutto. Nulla da sorprendersi se i singoli ministri arabi stiano annunciando, in serie, la partecipazione al summit con Lavrov sottolineando un interesse collettivo ad accrescere i rapporti con la Russia che non si registrava dal 1991, quando la Prima Guerra del Golfo di Bush padre espulse Mosca dalla regione.
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