Da REPUBBLICA di oggi, 11/11/2014, riprendiamo, a pag. 17, parte dell'articolo di Fabio Scuto "Israele, 'lupi solitari' all'attacco: 2 morti".
Fabio Scuto Abu Mazen Yasser Arafat
Nel suo pezzo Fabio Scuto sfodera una non nuova simpatia verso Abu Mazen, che ha dato prova di essere tutto fuorché moderato. Abu Mazen, in questi giorni, avrebbe una "verve inusuale": così Scuto definisce, da parte del successore di Arafat, il lancio programmatico di una nuova sanguinosa infifada contro Israele, condita da appelli a "fermare con ogni mezzo" - incluso dunque il terrorismo - gli ebrei che vogliono accedere al Monte del Tempio.
Dall'altra parte, Scuto individua il cattivissimo governo israeliano, ostaggio dei "falchi dell'ultradestra".
Come se non bastasse, il giornalista di Repubblica plaude all'ennesima provocazione di Abu Mazen, la proposta di traslare la salma di Arafat a Gerusalemme - "dove merita di essere sepolto", secondo Scuto.
Ecco la parte finale del pezzo di Scuto:
Netanyahu tuona contro il prendente palestinese Abu Mazen colpevole, ai suoi occhi, di essere dietro il dilagare della violenza anche in zone tradizionalmente "tranquille" di Israele e finge di ignorare che questa escalation della tensione ha la sua parte fondante nella mancanza di ogni trattativa di pace con l'Anp, nelle "visite" sulla Spianata delle Moschee dei suoi colleghi di partito culminate in scontri violentissimi e nel progetto di legge di estendere la sovranità d'Israele anche su questo sito, il terzo per importanza per gli islamici. Pretese che il premier fatica a fermare se vuole mantenere il controllo del Likud, dominato dai falchi dell'ultradestra. Abu Mazen sfodera in questi giorni una verve inusuale, cavalca la protesta popolare ma senza rivendicarne la paternità, promette in un accorato discorso all'inaugurazione a Ramallah del "Museo Arafat', nel decimo anniversario della sua morte, che le spoglie del rais saranno presto traslate a Gerusalemme, dove merita di essere sepolto. Una mossa a effetto per nascondere le lacerazioni del campo palestinese come dimostra l'ondata di bombe a Gaza della scorsa settimana e il divieto di Hamas di celebrare l'anniversario di Arafat nella Striscia. Ma non brucia soltanto la Cisgiordania e Gerusalemme. Due mesi dopo la fine della guerra, il negoziato sulla Striscia non ha fatto nessun passo in avanti, e sarebbe un tragico errore pensare che due milioni di palestinesi che vivono li in condizioni vergognose e senza vie d'uscita verso il mondo esterno possano accettare questa realtà come il loro destino.
Questo è il titolo dell'articolo di Scuto:
L'ultima riga recita: " Spostiamo a Gerusalemme la tomba di Arafat"
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Questo invece il titolo - se possibile ancora più fazioso - di AVVENIRE, per il quale gli ebrei israeliani assassinati sono soltanto "una colona e un soldato":
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Il MANIFESTO, da foglio di propaganda anti-israeliana che soffia quotidianamente sul fuoco dell'antisemitismo, quasi ignora gli attentati compiuti ieri che sono costati la vita a due giovani israeliani e il ferimento di altri, dedica due articoli ad Arafat, che secondo Michele Giorgio "a Israele concesse molto, ma la leadership [di Israele] non seppe cogliere l'occasione". Abu Mazen ha infatti annunciato la volontà dell'Anp di spostare la tomba del capataz dell'OLP/Fatah, nonché terrorista, a Gerusalemme. L'ennesima mossa per scatenare l'odio contro Israele, possibilmente insieme con una nuova intifada.
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Da LIBERO, a pag. 15, riprendiamo l'articolo dell'eurodeputato PD Antonio Panzeri dal titolo "Ancora attentati e morti in Israele: l'Ue si faccia sentire".
Che non perde mai occasione per schierarsi contro Israele.
Panzeri rovescia le responsabilità e si dimostra conciliante con il terrorismo palestinese quando afferma che "Muatar Hijazi era sospettato di aver cercato di uccidere Yehuda Glick, un rabbino appartenente a un movimento radicale di destra. Non è chiaro se Hijazi sia stato ucciso perché aveva aperto il fuoco sulla polizia israeliana o se siano state compiute violazioni nei suoi confronti". Ecco come beatificare un terrorista, trasformandolo in martire!
Antonio Panzeri
Ecco il suo articolo:
Continuano gli scontri a Gerusalemme Est. La tensione, che si era parzialmente affievolita a seguito del cessate il fuoco dello scorso agosto, è tornata a crescere. Ieri un giovane soldato israeliano è stato accoltellato a Tel Aviv, mentre una ragazza è stata accoltellata da un palestinese nei pressi di Alon Shvut, in Cisgiordania, ed è morta. Il 22 ottobre un arabo israeliano ha investito con la sua auto un gruppo di persone che stava scendendo dal tram, uccidendo una donna e una neonata. Alla fine di ottobre un altro palestinese è morto in uno scontro a fuoco con la polizia israeliana. Muatar Hijazi era sospettato di aver cercato di uccidere Yehuda Glick, un rabbino appartenente a un movimento radicale di destra. Non è chiaro se Hijazi sia stato ucciso perché aveva aperto il fuoco sulla polizia israeliana o se siano state compiute violazioni nei suoi confronti. Difficile, senza conoscere i fatti, capire di chi siano le responsabilità. Per il primo ministro Netanyahu, membro del partito conservatore Likud, le due uccisioni sono perfettamente legittime e si collocano all'interno dell'azione difensiva di uno Stato di Diritto. Ma alcuni membri del Governo non la vedono allo stesso modo. Amir Peretz, Ministro dell'Ambiente, ha anticipato che potrebbe presto dare le dimissioni. Per l'esponente del partito centista Hatnuah, le violenze sono il frutto dello stallo dei negoziati di pace. «Chi cerca di trovare una soluzione politica non può essere accusato di debolezza contro il terrorismo» ha rimarcato il Ministro dell'Ambiente. E di soluzione politica ha parlato anche Federica Mogherini, che nei giorni scorsi si è recata in Israele ed a Gaza in visita ufficiale. Secondo l'Alto Rappresentante UE per gli Affari Esteri è fondamentale che Gerusalemme diventi la capitale di due Stati. Mogherini ha ribadito l'impegno dell'UE per riavviare il processo di pace e ha fortemente condannato le colonie israeliane, che rappresentano un ostacolo al progetto di una Palestina indipendente. Un'Europa più decisa avrebbe tutte le condizioni per riportare al tavolo dei negoziati le parti in causa e contribuire a emarginare gli estremismi. La soluzione del conflitto Medio Orientale sarà la prova del nove per la politica Estera Europea.
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