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Il Foglio Rassegna Stampa
07.11.2014 Sinai: Il nemico n°1 dello Stato Islamico è Al Sisi
Analisi di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 07 novembre 2014
Pagina: 3
Autore: Pio Pompa
Titolo: «Nel Sinai convegno di islamisti, l'obiettivo è sempre l'egiziano Sisi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/11/2014, a pag.3, con il titolo "Nel Sinai convegno di islamisti, l'obiettivo è sempre l'egiziano Sisi ", l'analisi di Pio Pompa.

Il deposto Morsi           Al Sisi, Presidente 

Era il 22 agosto scorso quando venne pubblicata la foto del funerale di un attivista di Hamas, Yasin Hamid Abu Hamda, rimasto ucciso durante un raid israeliano, il cui corpo appariva avvolto nella bandiera nera dello Stato islamico. All'epoca il fatto passò inosservato e le pulsioni anti israeliane impedirono qualsiasi riflessione su una possibile convergenza tra Hamas e Is.
Sennonché, a distanza di pochi mesi, sembra che i vertici delle due organizzazioni terroristiche abbiano individuato nella regione del Sinai l'avamposto dove attuare una comune strategia per colpire Israele.
"Nelle ultime settimane - racconta al Foglio una fonte d'intelligence mediorientale - abbiamo acquisito informazioni su un possibile avvicinamento tra Hamas e  Stato islamico. Altri contatti sarebbero intercorsi con il gruppo jihadista Ansar Beit al Maqdis, operativo nel Sinai, che si sarebbero riservati di pronunciarsi sull'iniziativa assunta da Is e Hamas.
A oggi non ci risulta che i capi di al Maqdis abbiano dato il proprio assenso a operazioni congiunte come, d'altro canto, è priva di fondamento la notizia della loro adesione allo Stato islamico. Quest'ultimo, a latere di questi incontri, ha provveduto a diffondere un messaggio audio in inglese, letto da un mujaheddin di origine americana, nel quale viene preconizzata, dopo aver conquistato il Sinai e stabilito nella Striscia di Gaza un solido legame con Hamas, l'invasione di Gerusalemme. Una prospettiva, questa, che non sembra aver riscosso molto seguito tra i mujaheddin di Ansar Beit al Maqdis che, alla stessa stregua di Jabhat al Nusra con il regime di Bashar el Assad, mantiene fisso il proprio obiettivo contro il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi.
Ansar Beit al Maqdis accusa il rais egiziano di genocidio nei confronti dei Fratelli musulmani e di aver fatto assassinare, dopo la caduta di Mohammed Morsi, oltre 1.400 suoi militanti. Allo stato attuale il maggior contributo alla causa di al Maqdis viene dato dai gruppi jihadisti libici e tunisini, raccolti soprattutto intorno ad Ansar al Sha-ria, presenti in Sinai con almeno 2.300 unità pesantemente armate. Il loro flusso non si è ancora arrestato".
Dopo il sanguinoso attentato suicida di venerdì scorso a un checkpoint dell'esercito egiziano a nord-ovest della città di al Mich, che ha provocato l'uccisione di 31 militari e il ferimento di altri 29, le autorità del Cairo hanno decretato lo stato d'emergenza su una parte del nord e del centro del Sinai (dalla città di Rafah, al confine palestinese, fino a ovest di al Mich), della durata di tre mesi. e la contestuale chiusura, a tempo indeterminato, del valico di Rafah che costituisce l'unico passaggio verso Gaza non controllato dall'esercito israeliano.
Intanto, altre fonti confermano la scoperta, da parte dei militari egiziani, di alcune centinaia di nuovi tunnel, tra la Striscia di Gaza e il Sinai, realizzati da Hamas e che verrebbero utilizzati anche da membri dell'Is. Da qui, anche, la decisione dell'Egitto di creare tra la Striscia e il Sinai una "buffer zone" di 8 miglia che comporterà l'evacuazione di oltre 10 mila residenti.
"Nel frattempo - continua la nostra fonte - cresce lo scambio d'intelligence tra il Cairo e Gerusalemme. Dispositivi humint di entrambi i paesi, collaborano attivamente nella penisola del Sinai e una speciale unità si sta occupando della presenza, in quel territorio, di miliziani di Is e Hamas che stanno sperimentando forme organiche di collaborazione".

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/ 5890910, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

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