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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.11.2014 Preghiera e Parità tra i sessi: una riflessione non più rinviabile
Commento di Daria Gorodisky

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 novembre 2014
Pagina: 13
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: «Preghiera e parità tra i sessi»

Riprendiamo da LETTURA - CORRIERE della SERA di oggi, 02/11/2014, a pag.13, con il titolo "Preghiera e parità tra i sessi"

Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, Re del mondo, che non mi hai fatto donna», recita l'uomo al mattino. «Benedetto sii Tu, o Signore nostro Dio, Re del mondo, che mi hai fatto secondo la Tua volontà», deve dire la donna. Basta affacciarsi sul web di qualunque lingua per rendersi conto di quanto il mondo ebraico dibatta sulla differenza tra le due versioni di questa invocazione. Disparità sessista? Oppure semplicemente riflesso di una realtà ancestrale in cui soltanto l'uomo poteva dedicarsi esclusivamente e integralmente a Dio, visto che la donna — in quanto madre — non poteva garantire la rigorosa osservanza liturgica scandita secondo tempi precisi e inviolabili? O altro ancora? Così c'è chi accusa, chi rivendica, chi richiama la sacralità delle tradizioni; le citazioni dei grandi maestri del passato si alternano alle interpretazioni più colte e cavillose, come è buona consuetudine fra ebrei. Fatto sta, però, che la richiesta di cambiamento è pressante. Tanto che diverse congregazioni, soprattutto statunitensi, hanno già introdotto elementi di parità: in alcuni casi, la donna ringrazia per essere stata fatta donna; in altri, tutti usano la stessa formula «mi hai fatto a Tua immagine». E anche in ambiti più ortodossi si riconosce ormai che «la riflessione su questo tema comincia ad essere vivace», come ha scritto il Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, sul mensile «Shalom». Ma non si creda che la discussione, parte di quella generale sul diritto per entrambi i sessi alla partecipazione attiva ai riti religiosi, sia frutto dell'era moderna. Perché antichi responsa e documenti legali dimostrano che se ne dibatte da secoli. Le ricerche dello storico israeliano Avraham Grossman, per esempio, attestano che già fra il 1000 e il 1300 in Germania e in Francia le donne ebree reclamavano posizioni nella celebrazione pubblica (Pious and Rebellious: Jewish women in Medieval Europe, Brandeis University Press). Mentre Sira Fatucci, nella interessante raccolta di saggi di nove studiose italiane su donna e ebraismo (AA.VV., Maschio e femmina Dio li creò, appena pubblicato da Sovera), cita un libro di preghiere per donne del 1471 manoscritto in Italia, nel quale la benedizione è addirittura rovesciata in «che mi hai fatto donna e non uomo». Come prescritto in un altro testo del XIV o XV secolo della Francia meridionale e conservato in Inghilterra all'Università di Leeds.

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