Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 10/10/2014, a pag. 14, con il titolo "Gli arabi vogliono eliminare Israele anche dalle mappe", il commento di Fiamma Nirenstein.
Nella propaganda araba e palestinista non c'è spazio per Israele neppure sulle mappe
Fiamma Nirenstein
Quale inconcepibile errore! Scrivere «Israele» sulla mappa, al suo posto, come se quel Paese esistesse davvero! Non c'è che da scusarsi per la disgustosa distrazione: e questo ha fatto la tv saudita Mbc quando centinaia di milioni di telespettatori di tutto il mondo arabo l'hanno coperta di insulti. Lo riporta Khaled Abu Toameh, giornalista palestinese del Gatestone Institute: due arabi del nord d'Israele, Manal Moussa, una ragazza di 25 anni e Haitham Khalailah, di 24, hanno partecipato alla popolarissima gara Arab Idol, una Sanremo gigante del mondo islamico. E la prima volta che due arabi israeliani partecipano allo show e i loro nomi apparivano, come gli altri, su una mappa con i luoghi di provenienza. Scherziamo? Dove c'è Israele, hanno scritto Israele. Subito centinaia di migliaia hanno intimato di scrivere Palestina: detto fatto, e tante scuse per il «serio errore». Ma l'odio è tenace: una campagna di Twitter è stata intitolata «Tutti insieme contro Arab Idol». I proprietari della stazione sono «arabi sionisti». I due cantanti israeliani ora sono chiamati «palestinesi» dalla Mbc. Ma parecchie indagini sui cittadini arabi d'Israele dimostrano che non lo desiderano. La democrazia li dota di tutti i diritti identici agli israeliani: dall'istruzione alle assicurazioni sociali, alle libertà civili, di opinione, sessuale, tutte scelte non molto popolari in Arabia Saudita, nell'Autorità palestinese, nel resto del mondo arabo. Vicende come questa dimostrano che quando il mondo arabo vede Israele sulla mappa, l'unico desiderio non è quello di pace, ma di cancellarlo.
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