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La Repubblica-Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.09.2014 Il lavoro indispensabile dei cyberwarriors di Tzahal: Ma Fabio Scuto fa ancora propaganda
Perchè non rilegge l'editoriale del suo direttore ? glielo rimandiamo noi

Testata:La Repubblica-Corriere della Sera
Autore: Fabio Scuto-Davide Frattini
Titolo: «L'Unità 8200 si ribella ' Da noi troppa violenza, basta con la guerra nei terroitori palestinesi' - Il gran rifiuto dei cybersoldati al servizio d'Israele»

L'editoriale di Ezio Mauro http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=55164  fatica ad avere seguito nel giornale che dirige. Lo dimostra il pezzo uscito oggi, 13/09/2014, a pag.17, su REPUBBLICA, di Fabio Scuto, dal titolo "  L'Unità 8200 si ribella ' Da noi troppa violenza, basta con la guerra nei territori palestinesi'.
La prima parte è un esempio di scarsa conoscenza del paese nel quale Scuto si trova a lavorare. Confondere l'opinione di 43 riservisti - diconsi 43- trasformandola nella ribellione di una Unità di migliaia di soldati, è una operazione di bassa propaganda.
Evidenziata molto bene - insieme alla poca conoscenze di Israele- dall'uso di una parola rivelatrice: "ADDIRITTURA", che Scuto usa quando riferisce dell'intervista di alcuni dei protestatari alla Radio Militare. Se Scuto si informasse su come funziona in Israele l'informazione, non avrebbe mai scritto quell' addirittura, nello Stato ebraico la pratica dell'informazione è a 360 gradi, non esclude nessun media.  Che Scuto sia ancora affezionato al 'vecchio stile' di Repubblica, è evidenziato dalla seconda parte del suo pezzo, nella quale, con sorpresa di chi legge, si lascia andare a descrivere il vero, indispensabile, lavoro che svolge l'Unità 8200.

Diverso l'articolo di Davide Frattini, una cronaca che informa, che non nasconde il dissenso, tenedosi però lontana dai toni propagandisti di Scuto. Sul CORRIERE della SERA di oggi, 03/09/2014, a pag.15, con il titolo "Il gran rifiuto dei cybersoldati al servizio d'Israele".

Riprendiamo entrambi gli articoli:

La Repubblica-Fabio Scuto: " L'Unità 8200 si ribella  ' Da noi troppa violenza, basta con la guerra nei terroitori palestinesi' "

Un gruppo di cyberwarrior israeliani della leggendaria Unità 8200 non vuole più combattere nei Territori palestinesi la sua guerra. Non vuole più frugare nelle vite della gente di Gaza e della Cisgiordania, ascoltando le telefonate, monitorando Internet e fax, leggendo ogni singola mail inviata nel web. Informazioni che spesso non sono utili alla difesa di Israele ma che invece — scrivono in una lettera aperta al primo ministro e al Capo di Stato maggiore e al capo dell'Aman, i Servizi segreti militari — servono per perseguire e creare divisioni all'interno della società palestinese, per questo non possiamo in coscienza continuare a servire in questo sistema negando i diritti a milioni di persone. I 43 firmatari della lettera aperta pubblicata ieri mattina da Yedioth Aaronoth sono tutti veterani di questa unità di élite, c'è un maggiore, due capitani, diversi sottufficiali e soldati semplici. Per questo ha sbalordito Israele, lasciato ( per ora ) senza parole i politici e rovinato certamente il weekend al premier Benjamin Netanyahu, il cui ufficio si è trincerato dietro un "no comment', mentre la notizia faceva il giro del Paese rilanciata da tv e siti web e alcuni dei firmatari della lettera venivano intervistati addirittura dalla Radio Militare. Nella lettera i soldati raccontano del loro ruolo fondamentale nelle operazioni di eliminazioni mirate effettuate dall'esercito israeliano. Una donna soldato racconta dei suoi tormenti per un errore di identificazione commesso che portò alla morte di un bambino. Altri si rimproverano di aver ascoltato conversazioni intimee private tra palestinesi. Certi, dopo la lettera della loro radiazione dall'esercito e della Corte Marziale, i guerrieri con l'etica della guerra scrivono: C'è la percezione che il servizio di intelligence militare è privo di dilemmi morali e contribuisce solo alla riduzione della violenza contro persone innocenti, ma durante il servizio militare abbiamo imparato che non è cosi, la popolazione palestinese e soggetta a un regime militare ed è completamente esposta allo spionaggio israeliano, ma diversamente da Israele o da altri Paesi non c'è nessun controllo sull'uso che viene fatto di queste informazioni a prescindere se i palestinesi sono coinvolti o meno nelle attività clandestine.
I cyberwarrior scrivono che spesso i "No comment" dal governo Netanyahu e i servizi segreti minimizzano. Ma negli ultimi anni le denunce degli uomini in divisa si sono moltiplicate, informazioni raccolte hanno danneggiato persone innocenti, specie quelle di tipo "privato", come preferenze sessuali o problemi di salute, usate per estorcere informazioni, ricattare e arruolare "collaborazionisti'. Lanciamo un appello a tutti i soldati che servono attualmente in questa unità e che vi serviranno in futuro, ma anche a tutti i cittadini israeliani, a far sentire la loro voce contro questi abusi e mettervi fine*. Nei conflitti moderni le Forze speciali sono importanti quanto le unità che si occupano di guerra elettronica, di informazioni da fornire in tempo reale a chi è sul campo di battaglia. L'8200 in Israele è quella che si occupa della cyberwar, reparto prestigioso e di élite che negli anni è diventato la più grande Unità dell' esercito israeliano, con migliaia di militari impiegati, ed è paragonabile per funzioni e capacità alla Nsa americana. Dalla sua base nel deserto del Negev, dove si trova una delle più grandi stazioni di ascolto del mondo, è in grado di monitorare le chiamate telefoniche, le e-mail e altre comunicazioni in tutto il Medio Oriente, l'Europa, l'Asia e l'Africa. «Un'unità speciale, i cui uomini sono tenuti a standard etici senza rivali nel mondo dell' intelligence*, spiega al telefono un portavoce dell'Idf, «che ha al suo interno meccanismi per denunciare abusi e cattiva condotta, una procedura che è stata invece aggirata dai firmatari e questo già solleva dubbi sulla gravità delle accuse*.
Amos Yadlin, che è stato capo dei servizi segreti militari e oggi dirige a Herzilya l'Istituto di Studi Strategici, minimizza la portata della lettera. L'Unità 8200 è molto vasta, 43 militari sono solo una piccola frangia. È normale che dei veterani possano. nel tempo, gravitare politicamente verso l'estrema sinistra o l'estrema destra. Ma le denunce degli uomini in divisa in questi ultimi anni si sono moltiplicate contro gli abusi dell'occupazione militare, c'è stato un gruppo di piloti di riserva della laf che ha rifiutato di andare in missione a Gaza, così come i militari di un'unità di fanteria abitualmente schierata in Cisgiordania per difendere le colonie. A loro si sono unite le voci — certamente non di sinistra — dei sei capi dello Shin Bet, il servizio segreto interno. In TheGatekeepers, il documentario candidato all'Oscar nel 2012, anche i Guardiani di Israele hanno messo in dubbio la sostenibilità dell'occupazione dei Territori palestinesi.

Corriere della Sera- Davide Frattini: " Il gran rifiuto dei cybersoldati al servizio d'Israele "

 Davide Frattini

L'unità 8200 raccoglie segreti e produce milionari. È la squadra dell'esercito israeliano che può scegliere (vengono prima solo i piloti dell'aviaiione) gli adolescenti più dotati tra quelli da arruolare, giovani di diciotto anni addestrati e stimolati a usare la loro intelligenza per scardinare i sistemi elettronici dei Paesi nemici o ideare virus da scagliare nella cyberguerra. Spinti al caos creativo, a rompere gli schemi per produrre invenzioni: le stesse qualità che li portano dopo il servizio nell'intelligence militare a fondare start-up digitali, oltre 50 di queste negli ultimi anni — calcolano gli investitori — sono state rivendute per milioni di dollari. Le stesse qualità che hanno portato 43 di loro (ufficiali della riserva ancora operativi) a contestare le operazioni della 8200 in una lettera al primo ministro Benjamin Netanyahu e pubblicata dal quotidiano Yedioth Ahronoth, il più venduto nel Paese. I graduati del reparto, paragonabile alla Nsa americana, contestano il tipo di informazioni accumulate sui palestinesi e l'uso che ne viene fatto. Spiegano che la rete dei sistemi di sorveglianza supersofisticata (dalle telefonate intercettate al controllo degli scambi via Internet) pesca ovunque, «anche tra persone che non rappresentano una minaccia per Israele. I dati vengono sfruttati per cercare di adescare informatori: le loro preferenze sessuali, i tradimenti coniugali, le difficoltà economiche, i problemi di salute». Secondo i firmatari della denuncia, gli agenti dello Shin Bet, i servizi segreti che combattono gli estremisti palestinesi, usano le rivelazioni per ricattare chi potrebbe fornire notizie. Gli uomini e le donne che sostengono l'appello, inviato anche al capo di Stato Maggiore e al comandante dell'unità, proclamano di essere pronti «a impegnarsi contro i nemici» ma di non voler più «continuare a essere strumenti dell'occupazione». «La popolazione sotto il nostro dominio militare è totalmente esposta allo spionaggio, impiegato per la persecuzione politica e per creare divisioni all'interno della società palestinese». Con il documento i 43 diventano gli obiettori di coscienza più celebri, i refusnik con più influenza dopo i 27 piloti che dodici anni fa si erano rifiutati di bombardare la Striscia di Gaza. L'aviazione e l'8200 sono considerate l'élite dell'élite. Dai ranghi dell'intelligence sono usciti un giudice della corte suprema, il direttore generale del ministero della Finanze, un romanziere venduto in tutto il mondo, un celebre comico televisivo. «8200» è il numero che gli investitori a caccia della prossima grande idea digitale cercano nel curriculum al posto del voto di laurea, ammesso che i genietti della squadra abbiano avuto la pazienza di frequentarne uno prima di fondare società come Check Point, il cui software protegge il l'8 per cento delle 500 multinazionali entrate nella classifica della rivista Fortune. Yehuda e Zohar Zisapel, fratelli e veterani, sono creatori seriali: ventitré compagnie di telecomunicazioni — stima Foreign Policy — sette vendute per più di un miliardo di dollari. Così la lettera-denuncia sta creando un vero dibattito in Israele, come non sono riuscite le poche manifestazioni durante i 50 giorni di guerra contro Hamas a Gaza. Anche perché gli ideatori ci hanno lavorato un anno e ci hanno messo dentro la stessa determinazione spremuta negli hackatons, le maratone di programmazione al computer che fanno parte dell'addestramento costante. «Abbiamo voluto denunciare casi e raccogliere testimonianze tra i soldati — spiega Daniel al giornale online Chiamata locale che non fossero l'eccezione. Sono aspetti strutturali delle operazioni di sorveglianza, sistemici, eseguiti con l'approvazione della catena di comando».

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