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La Repubblica Rassegna Stampa
08.09.2014 E' l'Iran il problema più grande in Medio Oriente. E con l'Isis occorre agire duramente
Intervista di Simon Scott a Henry Kissinger

Testata: La Repubblica
Data: 08 settembre 2014
Pagina: 11
Autore: Scott Simon
Titolo: «'Contro i jihadisti serve un attacco duro ma per gli Stati Uniti il problema resta l'Iran'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 08/09/2014, a pag. 11, con il titolo "'Contro i jihadisti serve un attacco duro ma per gli Stati Uniti il problema resta l'Iran' ", l'intervista di Scott Simon a Henry Kissinger.


Scott Simon                   Henry Kissinger


"Mr. President, c'è l'ayatollah iraniano al telefono. Dice che l'Iran può fermare l'avanzata dell'Isis in Siria e in Iraq"
"Grande! Cosa vuole da noi?"
"Vuole armi nucleari"
"Mmm..."

Henry Kissinger era uno studioso prima di diventare un uomo potente e influente. E in un suo nuovo libro, traccia la sua idea sull'ordine e sugli affari mondiali. "World Order" va dalla Cina degli imperatori ai trattati europei e all'odierna posizione centrale di Russia e Iran.
Kissinger, lei dice che in tutte le crisi che sconvolgono il mondo, gli Stati Uniti non devono smettere di concentrarsi sull'Iran. Perché? Si è creata una sorta di cintura sciita che va da Teheran a Beirut passando per Bagdad. E questo dà all'Iran l'opportunità di ricostruire l'antico impero persiano, stavolta sotto un'etichetta sciita. Da un punto di vista geostrategico, ritengo che l'Iran sia un problema più grande dell'Is. L'Is è un gruppo di avventurieri con un'ideologia molto aggressiva. Ma devono ancora conquistare molto territorio prima di poter diventare una realtà geostrategica permanente. Penso che un conflitto con l'Is —per quanto importante — sia più gestibile di un confronto con l'Iran.
Che cosa farebbe riguardo all'Is? Hanno tagliato la gola a due americani in tv. Questo è un insulto agli Stati Uniti, e ci impone di dimostrare che non può restare impunito. Sarei fortemente favorevole a un immediato duro attacco. Poi, se riusciremo a coinvolgere altri paesi o altri gruppi locali nei combattimenti di terra, potremmo effettivamente riuscire a distruggerli.
Vorrei sapere che cosa pensa rispetto ad altre aree del mondo. Nel suo libro, ha dedicato una larga parte a quello che definisce l'enigma russo. Secondo lei, che cosa vuole la Russia di Vladimir Putin? L'atteggiamento dell'Occidente e della Russia rispetto a una crisi come quella Ucraina è diametralmente diverso. L'Occidente sta cercando di far valere la legittimità dei confini stabiliti. Per la Russia, l'Ucraina fa parte del patrimonio russo. Circa 1.200 anni fa, fu creato uno Stato russo intorno a Kiev. L'Ucraina stessa ha fatto parte della Russia per 500 anni, e credo che la maggior parte dei russi la considerino un patrimonio russo. La soluzione ideale sarebbe quella di avere un'Ucraina come la Finlandia o l'Austria, che possa essere un ponte, piuttosto che un avamposto.
Kissinger, ogni volta che la intervistiamo, ci sono persone che protestano, che dicono di non essere interessate alla sua opinione per via del suo ruolo durante la guerra in Vietnam, in particolare nel bombardamento della Cambogia e del Laos. Lei che cosa risponde? Dovrebbero studiare ciò che sta accadendo. Penso che ci renderemmo conto, studiando l' andamento delle guerre di guerriglia, che l'amministrazione Obama ha colpito più obiettivi e su più ampia scala di quanto non abbia mai fatto l'Amministrazione Nixon.
Una domanda sul futuro: crede che Hillary Clinton sarebbe un buon presidente? Conosco Hillary come persona. E come suo amico personale, direi sì, sarebbe un buon presidente. Ma mi metterebbe in un grande conflitto di interessi se si candidasse, perché ho intenzione di appoggiare i repubblicani. Non era una domanda di parte, volevo solo sapere: se lei si candidasse e fosse eletta, si sentirebbe a suo agio con lei come presidente degli Stati Uniti? Sì, mi sentirei a mio agio con quel presidente.

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