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La Repubblica Rassegna Stampa
06.09.2014 La cultura palestinese che ignora la guerra dei palestinesi
E a Francesco Erbani va bene cosģ

Testata: La Repubblica
Data: 06 settembre 2014
Pagina: 53
Autore: Francesco Erbani
Titolo: «Gli scrittori palestinesi e le parole del conflitto»

Riprogrammata la politica estera, consigliamo al direttore di REPUBBLICA Ezio Mauro di dare un'occhiata alle altre sezioni del giornale. Per esempio, al servizo di oggi, 06/09/2014, da Mantova di Francesco Erbani, a pag53, con il titolo "Gli scrittori palestinesi e le parole del conflitto". L'abbiamo letto con curiositą, chissą quali parole saranno venute fuori sui razzi e missili lanciati da Gaza contro Israele, se nel titolo c'č la parola conflitto, qualcosa questi intellettuali palestinesi dovranno pur dirla. Invece nulla, nč Erbani li ha sollecitati. Eppure il settore A (dei tre amministrati della Cisgiordania) -quello dove c'č la capitale Ramallah, č sotto l'Autoritą palestinese di Abu Mazen, ma Erbani o non lo sa o fa finta di ignorarlo, nel settore A non c'č nessuna 'occupazione' israeliana, perchč non ricordarlo ? 

Ecco il pezzo:


Francesco Erbani

MANTOVA-  "Dove trovi la voglia, Guerra? / Sai che non hai mai chiesto ferie/ e l avori sulla terra dell'uomo / da quando esiste l'uomo?". Mun d Al-Barguthi č uno scrittore e poetapalestinese. Viveva a Ramallah, ma dal 1 967 č prima esiliato al Cairo, poi a Budapest, quindi di nuovo al Cairo, dove risiede. Solo nel 1996 čpotutotornare nella sua cittą. Ho visto Ramal/ah č il titolo di un suo libro ( pubblicato in Italia nel 2005 da Ilisso, con prefazione di Edward Said ). E una raccolta di prose. I versi sulla guerra sono inediti ( la traduzione č di Elena Chiti) ed č lui stesso a spiegarli in un incontro che ieri ha aperto il ciclo dedicato dal Festival alla letteratura palestinese. Il ciclo č stato pensato mesi fa, prima che riesplodesse la crisi di Gaza, prima che migliaia di persone, e molti bambini, morissero sotto i bombardamenti israeliani, prima dei razzi lanciati da Hamas contro le cittą di Israele. L'esordio č molto letterario, anzi quasi tecnico-letterario: una gara di traduzione in cui si impegnano due giovani studiose di arabo ( oltre alla Ciucani, Elena Chiti ),gara che qui a Mantova viene proposta da qualche anno. Ma i materiali della poesia sono roventi e ritornano poi nell'incontro pomeridiano di AlBarghuthi (affiancato da Wasim Dahmash ): l'esilio dalla sua Palestina, poi quello dall'Egittodi Sadat, quindi il ritorno.ln Ho visto Ramallah, scrive Said, ogni riferimento politico non ha nulla di ideologico, »ma trova appiglio nelle reali condizioni in cui si trovano i palestinesi.. Ad Al-Barghuthi ( chestasera, insieme a Elisabetta Bartuli, ricorderą Mahmoud Darwish, il poe a palestinese scomparso nel 2008, uno dei maggiori scrittori in lingua araba degli ultimi decenni ) si affianca Suad Amiry, che sarą protagonista domani (ore 16,45, teatro Ariston). Amiry č architetta, ha fondato il Center for Architectural Conservation di Ramallah, dove viva e dove si batte per tutelare un patrimonio di pietra e di memorie. Ma nei suoi libri ( editi in Italia da Feltrinelli, l'ultimo s'intitola Goldaha dormito qui) Amiry č narratrice e la sua prosa č alimentata da un grande senso dell'ironia e del paradosso.

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