Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/09/2014, a pag. 17, con il titolo "Preso Bosnic, reclutatore per l'Isis che predicò a Bergamo", la cronaca di Guido Olimpio.
Guido Olimpio L'imam Bilal Bosnic
Washington — Cresce la pressione sulle reti d’appoggio o i semplici simpatizzanti dell’Isis. La polizia serba di Bosnia ha arrestato l’imam Bilal Bosnic insieme a 14 militanti accusati di reclutare volontari per il movimento estremista. L’esponente religioso radicale ha visitato nell’inverno scorso Bergamo, Cremona e Pordenone dove ha pronunciato sermoni piuttosto duri e per questo è finito sotto la lente degli investigatori italiani. Al momento dell’arresto, Bosnic, 41 anni, si trovava nella cittadina di Banja Luka. Ora sarà interessante valutare gli eventuali seguiti dell’inchiesta dopo le verifiche sugli estremisti e il materiale sequestrato.
L’intera intelligence occidentale ha accresciuto la sorveglianza sugli ambienti che sostengono in Occidente la lotta dell’Isis in Siria e in Iraq. Al tempo stesso sono stati intensificati i controlli per ricostruire la mappa e i contatti dei militanti occidentali entrati nella fazione. Tra i più interessanti vi sarebbe un cittadino americano d’origine siriana, Ahmad Abousamra. Per i servizi di sicurezza Usa citati dalla rete Abc sarebbe il regista della campagna sulla web. Trentenne, nato in Francia, Ahmad è figlio di un endocrinologo di fama del Massachusetts. Infatti il jihadista è cresciuto in un sobborgo di Boston, a Stoughton, ed ha frequentato ottime scuole private, alcune cattoliche. Poi si è laureato, specializzandosi nell’uso dei computer e della tecnologia per la comunicazione. Vita normale che prende però una svolta imprevista all’inizio degli anni 2000. Ahmad si accosta sempre più a un’interpretazione estremista della religione, è affascinato dai gruppi che usano la lotta armata. Insieme a due amici — e complici — si reca all’estero. Pakistan, Yemen, forse anche Iraq. Sono tentativi di entrare in Al Qaeda. Tutto questo accade attorno al 2004, coincide con le operazioni americane a Bagdad.
Abousamra rientra brevemente negli Stati Uniti e finisce nel radar dell’Fbi insieme agli altri due compagni di viaggio. Lo indagano, viene interrogato. Gli agenti stanno costruendo il dossier quando il siro-americano fa perdere le sue tracce. Dal 2006, il militante si trasferisce in Siria, nella città di Aleppo dove ha amici e legami familiari. Con lui moglie e figlia. In seguito si trasferisce in Iraq. Per le autorità statunitense svolge un ruolo importante nel «dipartimento propaganda» di Al Qaeda dove si occupa della produzione delle centinaia di video che mostrano gli attacchi dei mujaheddin. Nel 2009 è incriminato dalla magistratura Usa per i suoi vincoli con il terrorismo, tre anni dopo il suo nome è aggiunto alla lista dei super ricercati dell’Fbi che offre una taglia di 50 mila dollari. Adesso è possibile che stia svolgendo la stessa missione nell’Isis.
Dagli Usa, infine, è arrivato un appello della famiglia di Steven Sotloff, il reporter trucidato dall’Isis. «Ho un messaggio per Abu Bakr al-Baghdadi — ha dichiarato l’amico del giornalista Barak Barfi — Il mese di Ramadan è il mese della pietà. Dov’è la sua?». Poi ha aggiunto «wayluk», parola che in arabo che vuole dire «commettere un grande peccato». «Dio non ama gli aggressori. Io sono qui a discutere con gentilezza. E attendo la sua risposta», ha sottolineato Barfi in una dichiarazione rilanciata dalle maggiori emittenti arabe.
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