Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/09/2014, a pag. 34, con il titolo "Quel viaggio ad Auschwitz annullato dalla scuola palestinese aperta al dialogo", l'articolo di Davide Frattini. Crediamo, però, che le violenze palestinesi di questa estate, a partire da quelle che si sono consumate a Gerusalemme a luglio, non dovrebbero venire giustificate ("protestavano per la morte di Mohammed, protestavano per i morti di Gaza"), ma condannate.
Davide Frattini
Il tristemente famoso ingresso di Auschwitz
Il ritratto di Mohammed Abu Khdeir sta appeso sulla lavagna, la sua sedia resta vuota. Il ragazzino palestinese ucciso all'inizio di luglio da tre estremisti ebrei non è tornato a scuola. Una scuola che da oltre trent'anni prova a insegnare la coesistenza agli allievi arabi. A differenza degli altri istituti a Gerusalemme Est, non segue il corso di studi dell'Autorità palestinese, il preside Fawzi Abu Gosh ha scelto quello israeliano. Ripete che la democrazia, il rispetto degli altri sono al centro dei suoi insegnamenti. Mohammed, 16 anni, è stato ucciso nel primo giorno delle vacanze scolastiche, lunedì è stata la prima volta che gli studenti e i professori si sono ritrovati a parlare di lui dentro la scuola, a discutere dell'odio che lo ha ammazzato: è stato portato via vicino a casa e bruciato vivo per vendicare l'uccisione di tre giovani israeliani. Altri ragazzi palestinesi sono stati arrestati durante gli scontri di questa estate di guerra (protestavano per la morte di Mohammed, protestavano per i morti di Gaza), altri non escono la sera perché i padri e le madri hanno paura che vengano attaccati. II preside Abu Gosh non ha perso la speranza di trasmettere il senso della convivenza, è stato costretto però a cancellare la visita in Polonia, la sua è una delle pochissime scuole arabe a portare gli allievi nel campo di Auschwitz, perché «devono imparare a sentire e capire il dolore dell'altra parte». Abu Gosh è stato criticato e accusato dai palestinesi di accettare «la versione sionista», mostrare l'orrore dell'Olocausto è considerata una forma di tradimento ideologico. «I genitori dei ragazzi questa volta non ce l'avrebbero permesso», dice al quotidiano Haaretz. La violenza di questi tre mesi ha zittito ancor di più le voci aperte al dialogo, succede anche per la sinistra israeliana, minacciata e malmenata in casa dagli ultrà della destra. Sarebbe stata proprio la classe di Mohammed Abu Khdeir a dover partire per Auschwitz, per un viaggio verso gli altri che per ora non sembra possibile.
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