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La Repubblica Rassegna Stampa
07.08.2014 Vittime civili e scudi umani: la verità inizia ad emergere, ma qualcuno non ne vuole sapere
ad esempio Vanna Vannuccini

Testata: La Repubblica
Data: 07 agosto 2014
Pagina: 17
Autore: Vanna Vannuccini
Titolo: «Gaza, accordo per prolungare la tregua»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/08/2014, a pag. 17, l'articolo di Vanna Vannuccini dal titolo " Gaza, accordo per prolungare la tregua".

Vannuccini difende la versione di Hamas sulle vittime civili a Gaza.
Cita i dati dell'organizzazione terroristica, mette in dubbio quelli israeliani perché non includono i nomi di tutti i terroristi uccisi (come se i dati forniti da Hamas fossero invece completi e affidabili, e come se fosse necessario conoscere nome e cognome di chi lancia razzi o sbuca armato  da un tunnel  per sapere che è un terrorista), deforma i dati che iniziano ad emergere sull'uso degli scudi umani da parte di Hamas scrivendo che Tsahal "
per uccidere tre membri di Hamas a bordo di una motocicletta, ha distrutto una scuola dell’Onu" : in realtà Israele ha colpito l'esterno della scuola dell'Onu, nelle cui vicinanze operavano i terroristi.

Di seguito, l'articolo:


Vanna Vannuccini




La guerra di Gaza più lunga, e che ha provocato più vittime, non è ancora finita, anche se Israele ha congedato 30mila riservisti e al Cairo si è detta «disponibile» a estendere la tregua fino a lunedì. Ma secondo un tweet dal Cairo Mousa Abu Marzouk, numero due di Hamas, non c’è ancora alcun accordo. La gente continua a morire perché Gaza è tuttora «sull’orlo di un’emergenza sanitaria », come denunciano gli operatori umanitari. «I bombardamenti hanno distrutto le reti idriche, l’acqua è inquinata, tonnellate di rifiuti invadono le strade, le scorte di carburante stanno per esaurirsi e molti quartieri sono senza corrente elettrica. Anche prima della guerra gli abitanti di Gaza vivevano in condizioni di estrema
vulnerabilità per via del blocco israeliano, oggi le condizioni sono disastrose», afferma l’Oxfam. I palestinesi chiedono «una missione internazionale di peace-keeping». Su proposta del ministro degli Esteri tedesco Steinmeier, Germania, Francia e Gran Bretagna stanno valutando la possibilità di riattivare la missione europea Eubam.
Il bilancio aggiornato della guerra è terrificante. Fonti palestinesi dichiarano 1.875 morti dei quali 426 bambini; 9.567 feriti dei quali 2.877 bambini; 10.750 edifici rasi al suolo o parzialmente distrutti; il 50% delle infrastrutture che non esistono più. I morti israeliani sono 64 militari e tre civili. Israele fa una contabilità dei morti diversa, non tanto nelle cifre quanto perché insiste sul fatto che l’esercito ha cercato di risparmiare i civili. Tsahal dice che 900 delle vittime erano “terroristi” (ma i nomi che fornisce sul suo blog sono solo 368). Il capo di Stato Maggiore Benny Gantz ha usato ieri per la prima volta la parola «devastazione», addossandone tuttavia la responsabilità a Hamas «perché agiva in zone densamente popolate».
Tre guerre a Gaza in sei anni hanno cominciato a far capire che mettere fine militarmente a questo conflitto è impossibile. E anche Netanyahu, pur ribadendo che l’offensiva è stata «giustificata e proporzionata», ha detto di vedere con favore che l’Autorità Nazionale Palestinese svolga un ruolo importante nella ricostruzione della Striscia. Solo un paio di mesi fa aveva interrotto il dialogo con l’Anp e aveva detto che Abu Mazen «non poteva essere un interlocutore » perché si era «associato al terrorismo » con il governo unitario con Hamas. L’opinione pubblica israeliana continua quasi plebiscitariamente ad avere fiducia in Netanyahu, secondo un sondaggio pubblicato da Haaretz.
«Gli israeliani si rendono conto che non ci saranno più vittorie dove una parte sventola bandiera bianca, ma solo vittorie militari limitate o negoziati politici che però richiedono compromessi », dice il sondaggista Kamil Fuchs. Quello che ha scatenato la paura in Israele sono stati ovviamente i razzi (più di 3.400 sparati in un mese, di cui quasi il 90 per cento catturati dall’Iron Dome) ma ancora di più i tunnel, dice Fuchs, con il terrore che hanno provocato tra gli abitanti al confine di trovarsi in giardino miliziani di Hamas pronti a rapire civili. Il rapimento del soldato Shalit, scambiato dopo cinque anni con più di 1100 prigionieri politici, è stato un trauma.
Dalle foto satellitari fatte dall’Istituto di Ricerca dell’Onu appare comunque con evidenza che i bombardamenti hanno colpito indiscriminatamente la popolazione civile. Come nel caso in cui Tsahal, per uccidere tre membri di Hamas a bordo di una motocicletta, ha distrutto una scuola dell’Onu. «Forse nulla simbolizza di più l’orrore che è stato scatenato sulla popolazione di Gaza dei ripetuti attacchi a strutture dell’Onu in cui la popolazione aveva cercato rifugio » ha detto ieri Ban Ki-moon. «Questi attacchi sono mostruosi, inaccettabili e ingiustificabili ». Di uno di questi attacchi notoriamente non è stato accertata la provenienza. Il segretario generale dell’Onu ha condannato l’»insensato ciclo di sofferenze» e ha detto: «Ricostruiremo ancora una volta, ma dev’essere l’ultima. Tutto questo deve finire».

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