Israele non espelle nessuno, il mediatore dell'Onu può stare tranquillo ma la critica è legittima anche nei suoi confronti
Testata: Corriere della Sera Data: 02 agosto 2014 Pagina: 3 Autore: Davide Frattini Titolo: «La mediazione quasi impossibile dell'inviato Onu»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/08/2014, a pag. 3, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "La mediazione quasi impossibile dell'inviato Onu ".
Dare rilievo alle ipotesi e ai ' si dice', nella fattispecie relativi all'espulsione dal Israele del mediatore Onu, ci sembra sbagliato. Israele non espelle nessuno. Non ha mai espulso nemmeno la Morgantini.Che poi Lieberman usi un po' troppo parole pesanti può essere vero, come è vero però che molte sue opinioni non si traducono in fatti.
Di seguito, l'articolo:
Robert Serry
Poco più di un mese fa Robert Serry ha rischiato di essere espulso da Israele, adesso è il mediatore che è riuscito a ottenere due cessate il fuoco umanitari. Quello di ieri avrebbe dovuto durare 72 ore, ha resistito una e mezza. L'inviato delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente non piace agli israeliani, soprattutto ad Avigdor Liberman, che era pronto a dichiararlo persona non grata. Il ministro degli Esteri lo considera troppo vicino ai palestinesi, lo accusa di essere un provocatore. L'ultima collisione è avvenuta prima della guerra e riguarda quella che è diventata una delle condizioni poste da Hamas. Da mesi i quasi 50 mila impiegati — assunti dall'organizzazione fondamentalista dopo aver preso il controllo della Striscia nel giugno 2007 — non ricevono gli stipendi. Hamas ha chiesto al presidente Abu Mazen (ritrovata ['unità tra le fazioni palestinesi) di pagarli, gli israeliani glielo hanno impedito, Seny ha proposto di trasferire 20 milioni di dollari sborsati dal Qatar attraverso le Nazioni Unite. Liberman sostiene che l'aggiramento è stato tentato senza avvertire Israele, lo ha visto come una mossa dell'Onu per rafforzare Hamas. Seny ha ripetuto di aver solo svolto il suo ruolo. Già allora avvertiva che la questione degli stipendi andava risolta, che i capi del movimento a Gaza si sentivano chiusi nell'angolo e non vedevano i vantaggi dell'accordo con Abu Mazen. I cessate il fuoco ottenuti hanno ridato a Serry il ruolo di negoziatore. La presunta cattura del soldato ha distrutto l'opportunità che aveva creato: tre giorni di calma per trattare la fine della guerra.
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