Da Federica Mogherini richieste a Israele, non ad Abu Mazen e ad Hamas una politica estera a senso unico
Testata: Corriere della Sera Data: 30 luglio 2014 Pagina: 8 Autore: la redazione Titolo: «'Netanyahu riconosca il governo di Abu Mazen' - Il M5S: 'Sulla Striscia in atto un genocidio. La replica di Israele: posizioni antisemite»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/07/2014, a pag 8, l'articolo dal titolo 'Netanyahu riconosca il governo di Abu Mazen', sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini.
Ricordiamo a Federica Mogherini che il governo di Abu Mazen include Hamas e ci chiediamo come mai non abbia rivolto la stessa richiesta ad Abu Mazen, che non riconosce Israele come Stato ebraico. Come mai le richieste vengono fatte solo a Israele ? Come mai il nostro ministro degli Esteri non protesta per i venti fucilati da Hamas solo perché avevano osato manifestare il loro dissenso dalla politica del gruppo islamista ? Fucilati all'istante mentre manifestavano in maniera più che civile e pacifica. A Federica Mogherini non viene in mente qualche pensiero in proposito da inviare ad Hamas ?
Abu Mazen e Ismail Haniyeh
Di seguito, l'articolo:
Federica Mogherini
ROMA — «La mia generazione aveva sperato di poter vedere una stagione di riconoscimento e rispetto reciproci, di pace» tra israeliani e palestinesi, ma «oggi il conflitto non si ferma e questo è inaccettabile politicamente e umanamente». Nella sua informativa sulla crisi di Gaza ieri alla Camera, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha ribadito lo sforzo dell’Italia, con la comunità internazionale, per raggiungere e mantenere una tregua «almeno per recuperare i corpi, assistere i feriti, proteggere i civili». Poi il ministro ha individuato cinque punti della nostra azione politica. «Nel breve-medio periodo sarà necessario sciogliere i veri nodi della situazione a Gaza, dall’apertura dei valichi al rispetto dei diritti dei palestinesi di coltivare la propria terra e pescare nel proprio mare», ha detto Mogherini. Quindi, ricordando che «l’Italia ha valutato fin dall’inizio con favore il governo di unità nazionale» tra Fatah e Hamas, ha aggiunto che «è ora di riconoscerlo come interlocutore utile anche da parte israeliana, per rafforzare il ruolo del Presidente Abbas e garantire a tutti i palestinesi un canale di rappresentanza istituzionale e internazionale». Quindi, «si devono offrire a Israele garanzie di sicurezza nell’immediato sulla distruzione di razzi e di tunnel, nel breve periodo sulla demilitarizzazione di Gaza e sul controllo delle frontiere». A sostegno di tale percorso sarà «necessario garantire una cornice regionale ed internazionale e credo che un ottimo punto di partenza - ha detto Mogherini — possa essere oggi la proposta del piano di pace della Lega Araba del 2002». Infine, «il raggiungimento di una soluzione reale, vera e duratura della questione palestinese: non parlo di rilancio del processo di pace, dopo decenni di esercizi diplomatici frustrati», ma della necessità «dello scatto di volontà interna, nei campi israeliano e palestinese, ed esterna, della comunità internazionale, se servirà qualcuno che imponga alle tante parti di mettere fine al loro infinito conflitto e cominciare a vivere».
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