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La Repubblica Rassegna Stampa
30.07.2014 L' Iran diffonde odio per Israele, e dichiara apertamente di voler armare i terroristi
Cronaca di Vanna Vannuccini

Testata: La Repubblica
Data: 30 luglio 2014
Pagina: 13
Autore: Vanna Vannuccini
Titolo: «L'accusa di Khamenei 'Questo è un genocidio ora armiamo i palestinesi'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 30/07/2014, l'articolo di Vanna Vannuccini dal titolo "L'accusa di Khamenei 'Questo è un genocidio ora armiamo i palestinesi' ".
La demonizzazione di Israele, sulla base di affermazioni completamente false,  non dovrebbe essere definita "accusa", lasciando al lettore il dubbio che nelle parole di Khamenei possa esservi qualcosa di vero.
Nel testo dell'articolo, poi, Vanna Vannuccini attribuisce alla guerra a Gaza il fallimento dei colloqui di Vienna sul nucleare iraniano, ma non vi è alcun rapporto tra i due fatti. Semplicemente, come fin dall'inizio avevano previsto gli osservatori più attenti, l'Iran ha guadagnato tempo, non concedendo nulla alla comunità internazionale.

Di seguito, l'articolo:


Vanna Vannuccini         L'Ayatolah Khamenei


Il mese di luglio era sembrato un buon mese per coloro che speravano che la cruciale questione del dossier nucleare iraniano si sarebbe risolta in maniera pacifica. Ma dopo la guerra a Gaza tutto rischia di tornare alla casella di partenza. Ieri la Guida Suprema, da mesi insolitamente silenziosa, ha lanciato durissime parole contro Israele, «un cane rabbioso», ha detto, «un lupo selvaggio che attacca persone innocenti»: «Quello che fanno è un genocidio e una catastrofe storica» ha detto Khamenei in un discorso televisivo.
Khamenei non è stato il solo a parlare di genocidio. Anche Vilma Roussef, presidente del Brasile, che aveva richiamato l’ambasciatore in Israele dopo l’inizio della guerra, aveva usato la stessa parola, poi modificata in «massacro sproporzionato». Che sproporzione vi sia non c’è dubbio agli occhi di molti, salvo a quelli di una larga maggioranza di israeliani convinti dalla propaganda del governo di essere di fronte a una «minaccia esistenziale». Con i tunnel Hamas preparava «un’invasione di terra», ha detto uno dei falchi al governo. Quanto a parole grosse Teheran non è sola. «La censura in Occidente non permette agli occidentali di capire a fondo gli eventi a Gaza. Ma questi sono così strazianti che quello che hanno visto è bastato a far scendere in piazza anche i non musulmani», ha detto ancora Khamenei chiedendo ai paesi musulmani di «mandare armi e viveri a Gaza».
Lo stesso presidente Rohani ha abbandonato per la prima volta i toni moderati che lo contraddistinguono. «Il mondo islamico si trova di fronte a due tumori infetti» ha detto. «Uno è quello che ha sempre portato danno ai palestinesi e di nuovo mette a ferro e fuoco la terra degli olivi. L’altro è quello che a nome dell’islam, della religione e del califfato, massacra i musulmani», alludendo agli islamisti sunniti dell’Isis in Iraq e in Siria, due paesi alleati dell’Iran, Anche Hamas è un protetto dell’Iran, le Guardie Rivoluzionarie gli hanno dato i missili e addestrato i miliziani. I rapporti si erano allentati quando Hamas aveva preso le distanze da Assad in Siria, che invece Teheran sostiene, e Khaled Meshaal aveva lasciato Damasco per il Qatar. Lunedì il ministro degli Esteri iraniano Zarif ha telefonato a Meshaal per ribadire il sostegno iraniano alle richieste di Hamas: «Il cessate il fuoco deve comprendere la fine del blocco di Gaza ». Qualcuno è pronto ancora a scommettere che il negoziato sul nucleare, osteggiato con ogni mezzo da Netanyahu, trovi una soluzione definitiva il 25 novembre?

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