Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/07/2014, a pag. 2, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Raid su Gaza, è strage di civili", dal CORRIERE della SERA, a pag. 7, l' articolo di Davide Frattini dal titolo "Colpito il centro disabili palestinese. Salgono le vittime tra i civili ", da LIBERO, a pag. 13, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo " ' Orfanatrofio colpito e bimbi morti'. Non è vero ", che analizza la diffusione di una notizia distorta dalla propaganda di Hamas, dal GIORNO a pag. 5, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo "c. ' Noi abbracciati contro Hamas' "

Diversi quotidiani di oggi riportano in prima pagina la notizia di bombardamenti contro la folla a Gaza, fornita da fonti palestinesi o quella del bombardamento di un orfanatrofio per disabili, che in realtà non era un orfanatrofio, ed era collocato sotto l'abitazione di un terrorista della Jihad islamica.
Per esempio: IL SECOLO XIX a pag. 2, pubblica l'articolo firmato Mas. Lo. "Razzi sulla folla a Gaza City. Uccisi tre bambini", Il MATTINO a pagg. 1-8 pubblica l'articolo, per altro corretto, di Massimo Lo Monaco dal titolo "Gaza, bombe sui bambini pace lontana", Il SECOLO D'ITALIA  a pag. 1 pubblica l'articolo dal titolo "A Gaza tre piccole disabili muoiono sotto le macerie di un orfanatrofio. GB, USA, Francia e Germania cercano una soluzione UE non pervenuta".
Mentre Israele compie ogni sforzo per non colpire i civili a Gaza, arrivando a preavvertire dei bombardamenti, Hamas vuole ottenere il massimo numero possibile di vittime civili, anche a Gaza. Per questo colloca le sue postazioni militari su case e altri obbiettivi civili e indirizza alla popolazione appelli al martirio, mentre chi rifiuta di fare da scudo umano dei terroristi rischia comunque di essere ucciso.


Tel Aviv, al suono della sirena d'allarme


Di seguito, gli articoli:


LA STAMPA - Maurizio Molinari: " Raid su Gaza, è strage di civili"



Maurizio Molinari


Conto alla rovescia per l’intervento di terra israeliano a Gaza. I comandi militari chiedono ai civili residenti in più quartieri a Nord della Striscia di «evacuare le vostre case perché saranno presto zona di combattimento».
E un portavoce dell’esercito parla di «intensificazione delle operazioni». L’ordine di superare il confine può arrivare in qualsiasi momento dal premier Benjamin Netnyahu e il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, avverte gli israeliani: «Avremo lunghi giorni di combattimenti».

Record di vittime civili
I bombardamenti da aria e mare di Israele hanno causato ieri il bilancio più pesante: almeno 45 vittime civili, portando il totale delle vittime dall’inizio delle operazioni a 150 morti e oltre 960 feriti. A Tufah le vittime sono state 15. Nel rione di Sheik Radwan un missile sparato da un drone ha raggiunto un capannello di persone causando 6 morti e 20 feriti. «È stata una strage» hanno affermato testimoni locali. L’obiettivo dell’attacco erano due dei nipoti di Ismail Hanyeh, il leader di Hamas a Gaza, rimasti entrambi uccisi assieme ai passanti. L’agenzia di stampa Al Quds Press afferma che a Beit Lahya, a Nord di Gaza, è stato colpito un orfanotrofio causando la morte di tre bimbi disabili ma fonti ufficiali israeliane, da Roma, smentiscono: «È falso». Dei 150 morti palestinesi oltre 20 sono minorenni e ciò accresce le pressioni internazionali per arrivare ad una rapida tregua.

Caccia ai leader di Hamas
Nelle ultime 24 ore le forze israeliane hanno colpito 150 obiettivi nella Striscia di Gaza, bersagliando lanciatori di razzi, case di leader di Hamas e singoli miliziani di Hamas come della Jihad Islamica. Sin dall’inizio dell’operazione «Protective Edge» Israele ha realizzato 1220 raid colpendo oltre 630 lanciarazzi, 230 centri militari e 222 tunnel ma fonti palestinesi affermano che in realtà sono state distrutte 282 case private ed altre 9000 sarebbero state danneggiate.

Pioggia di razzi su Tel Aviv
Con un evidente gesto di sfida Hamas ha annunciato con l’anticipo di un’ora il lancio di più missili a lungo raggio J-80 contro Tel Aviv, tutti intercettati dalle batterie dell’Iron Dome. Hamas parla comunque di «successo»: «Abbiamo dimostrato che il nemico è un castello di carta«. In precedenza aveva lanciato una raffica di razzi sulle città del Sud e del Centro di Israele, provando di nuovo a colpire Gerusalemme con i razzi M-75, prodotti a Gaza. In quest’ultimo caso però i razzi sono finiti in Cisgiordania, cadendo in un caso nell’area di Hebron e negli altri due a Betlemme. Hamas ha scelto di dare un proprio nome alle operazioni militari «10 Ramadan»: finora è riuscito a lanciare su Israele 690 razzi.

Il fronte nord
Per il secondo giorno di seguito dal Libano sono piovuti missili su Israele, raggiungendo Nahariya e Rosh Hanikrà, a conferma della presenza di gruppi locai intenzionati a sostenere Hamas nella crisi in atto. Le forze militari dello Stato ebraico hanno risposto bersagliando con i tank il luogo di provenienza.

Trattative sulla tregua
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu lancia un appello per l’«immediato cessate il fuoco». Esiste una bozza di possibile accordo, redatta dall’Egitto assieme al Qatar, che sarebbe stata già sottoposta alle parti. Secondo indiscrezioni riportare da «Yedioth Aharonot» il testo prevede il ripristino della tregua siglata a novembre 2012 con l’immediata cessazione di ogni attacco e la liberazione da parte di Israele di 56 detenuti che, dopo essere stati liberati in cambio del soldato Gilad Shalit, sono stati di recente riarrestati da Israele in risposta al sequestro di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania. Per sostenere gli sforzi a favore della tregua si vedranno oggi a Vienna i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti. «A Vienna chiederemo anche all’Iran di porre fine all’invio di missili a Gaza» fa sapere il Dipartimento di Stato Usa. L’ex premier britannico Tony Blair intanto chiama il presidente egiziano Al Sisi, chiedendogli «di prevenire la guerra».

Scontri a Gerusalemme Est
Decine di giovani palestinesi dei quartieri di Ras al-Amud e della Porta di Erode hanno attaccato la polizia, lanciandogli contro mortaretti e fuoco d’artificio, riproponendo la possibilità dell’apertura di un fronte di rivolta in Cisgiordania. Hamas ha plaudito a queste proteste.

LA STAMPA - Davide Frattini:  " Colpito il centro disabili palestinese. Salgono le vittime tra i civili "



Davide Frattini

GERUSALEMME — Seguite le mosche. In quella stanza dicono i testimoni — dormivano in sei, le sedie a rotelle appoggiate vicino ai letti. A piano terra un centro per disabili, sopra (forse) la casa di un comandante della jihad islamica. Il missile israeliano centra le stanze da basso, in quattro restano feriti: Ola Washahi, 3o anni, viene uccisa dall'esplosione, il corpo di Suha, 47, non si trova I soccorritori hanno seguito le mosche. I colpi di avvertimento lasciati cadere da due droni prima dell'alba non li hanno svegliati e anche avessero sentito quel doppio rintocco sul tetto sarebbe stato difficile per loro riuscire fuggire. Jamala Alaywa ha creato l'istituto nel 1994 a Beit Laid-ya, nord della Striscia di Gaza, verso il valico con Israele. Ospita tredici pazienti, al momento dell'attacco la maggior parte era in visita dai parenti per il fine settimana, a celebrare in qualche modo il Ramadan, il mese di digiuno sacro per gli islamici. Li chiama i miei «bambini», sono ormai adulti, Ola e Suha vivevano 11 da dieci anni: «Hanno paura, eppure non si rendono conto di quale sia la situazione, non capiscono che c'è una guerra in corso attorno a loro», racconta all'agenzia France Presse. I raid e i bombardamenti vanno avanti senza fermarsi da cinque giorni. Le Nazioni Unite hanno conteggiato (fino alle 15 di venerdì): 700 sortite dell'aviazione, 1.loo missili e 10o proiettili sparati dai carrarmati, 33o cannoneggiamenti dalle navi al largo di Gaza, un'esplosione ogni 3 minuti e mezzo. I morti sono almeno 16o (55 uccisi ieri), l'8o per cento civili, tra loro donne e bambini. La ospedali nella Striscia, dove ormai mancano le medicine e il sangue per le trasfusioni. Gli egiziani hanno aperto solo per qualche ora il valico di Rafah a Sud, hanno lasciato passare i feriti più gravi, in centinaia sono rimasti ammassati dietro le barriere della frontiera: da qui non si può scappare, Gaza non produce profughi I generali di Tsahal hanno esportato una nuova tattica in questa operazione. Era usata in Cisgiordania durante la seconda intifada, abolita nove anni fa perché considerata inefficace, reintrodotta a Hebron nelle scorse settimane dopo il rapimento e l'uccisione dei tre ragazzi israeliani. Le case di chi è considerato un comandante o un miliziano dell'esercito irregolare di Hamas o della jihad islamica vengono ridotte in macerie, in Cisgiordania è il lavoro degli artificieri, a Gaza delle bombe dal cielo: tra 75 e 83 edifici — stima sempre l'Onu — sono stati demoliti con questa pratica BTselem, organizzazione israeliana per i diritti umani, la considera illegittima: «Anche se i famigliari vengono avvertiti, l'appartamento è vuoto e non ci sono vittime, resta una punizione inaccettabile». L'esercito israeliano ha diffuso i video girati dalle telecamere installate sui droni. Mostrano i missili schizzare verso l'alto, verso le città israeliane, da postazioni nascoste tra i palazzi. In totale le case danneggiate dai bombardamenti sono 537. «Hamas e le altre organizzazioni terroristiche — dice Peter Lerner, portavoce delle forme armate — hanno incastrato in profondità tra la popolazione i loro arsenali e le rampe di lancio. Usano anche le moschee per occultare le armi e i tunnel scavati a scopi militari. Tengono in ostaggio la popolazione e la sfrutta come scudi umani». Anas ha lasciato le ultime parole su Facebook, un messaggio in bottiglia nel mare digitale: «Dio, ti prego, abbi pietà di me, non dormo da ieri. Che la nostra casa sia colpita, così la faremo finita una volta per tutte». A 17 anni — scrive l'agenzia Ansa non riusciva a sopportare le esplosioni, il ronzio costante dei droni, come tagliaerba che tranciano il cie - lo. Anas Qandil è morto in un bombardamento mentre si trovava in un palazzo di via Nasser. Gli amici a Gaza ricordano che il padre era stato ucciso dagli israeliani, che Anas si esaltava per le azioni delle Brigate Ezzedin Al Qassam, l'esercito irregolare del movimento fondamentalista. La sua foto su Facebook contrasta con la disperazione: un ragazzo che sorride, seduto sulla staccionata. Hassan racconta di quando ha trovato il diario di suo figlio, un ragazzino di 14 anni, nei giorni dell'operazione Piombo Fuso, tra la fine del 2008 e il gennaio del 2009: scriveva di volersi uccidere, tirava fuori al mattino gli incubi della notte. E' stato in cura, sembra essersi ripreso. Dalla sua prima crisi, Israele e Ha-mas si sono affrontate ancora nel 2009 per otto giorni e adesso in questa settimana che non finisce.


LIBERO - Michael Sfaradi:  "
' Orfanatrofio colpito e bimbi morti'. Non è vero "


Michael Sfaradi