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Il Manifesto - L'Unità - Avvenire Rassegna Stampa
10.07.2014 Hamas usa scudi umani ? A essere condannato è comunque Israele
sul quotidiano comunista, su quello del PD e su quello cattolico

Testata:Il Manifesto - L'Unità - Avvenire
Autore: Marco Bascetta - Luigi Cancrini - la redazione
Titolo: «I bombardieri non accettano gli esseri umani - La teoria degli scudi umani - Sms e volantini prima di colpire le case»
Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi 10/07/2014, a pag. 8, l'articolo di Marco Bascetta dal titolo "I bombardieri non accettano gli esseri umani ", dall'UNITA', a pag. 16, la risposta di Luigi Cancrini a un lettore, dal  titolo " La teoria degli scudi umani", da AVVENIRE,  a pag. 4, l'articolo dal titolo  "Sms e volantini prima di colpire le case".

Israele avverte i civili prima di colpire obbiettivi militari legittimi ? Molti a Gaza non fuggono, forse per fanatismo, o forse perché costretti da Hamas ?
La condanna morale ricadrà comunque su Israele.  Marco Bascetta scrive sul
MANIFESTO che Israele esprime un punto di vista "brutale", per il quale "la funzione «scudo» vien fatta ampiamente prevalere sull'essere umano che la incarna". Luigi Cancrini, sull'UNITA', accusa addirittura Israele di voler far capire ai palestinesi di essere disposto  "ad una soluzione «finale»".
AVVENIRE si limita a riportare le tesi di Israele e di Hamas: "Più volte, Gerusalemme ha ripetuto che i miliziani di Hamas utilizzano la popolazione «come scudo umano», infiltrandosi nelle aree più popolate. I morti, dunque, sarebbero una loro responsabilità. Gli islamisti, dal canto loro, accusano gli israeliani di compiere bombardamenti indiscriminati" Commentando: "un estenuante gioco delle parti che si ripete ad ogni offensiva". Che Israele non compia bombardamenti indiscriminati, tuttavia, è documentato dai video girati dall'aviazione israeliana e dagli stessi giornalisti inviati a Gaza. Presentare come equivalenti le fondate affermazioni di Israele e le menzogne di Hamas significa disinformare.


La differenza tra Israele e i terroristi


Di seguito gli articoli:

IL MANIFESTO - Marco Bascetta: "I bombardieri non accettano gli esseri umani "



Che cosa è uno «scudo umano»? La tragica mattanza di civili in corso nella striscia di Gaza in questi giorni impone con urgenza di porsi questa domanda. Nel gergo militare, e nella lingua corrente che lo assimila senza troppo interrogarsi, si tratta di civili, preferibilmente i più inermi, schierati intorno a un obiettivo militare per dissuadere dal colpirlo. O meglio, per fare in modo che chi, nonostante tutto decida di colpirlo, come puntualmente avviene, si macchi di un orribile crimine di guerra da spendere poi sul tavolo della propaganda. A partire da questa cinica definizione si aprono due possibilità. Nella prima gli «scudi umani» vengono costretti a svolgere questa funzione e rientrano dunque a pieno titolo nella categoria degli «ostaggi». Nel secondo caso si schierano volontariamente e rientrano, per questo, in quella dei «complici». In entrambi i casi ci sono poche possibilità di scampo, a meno che gli «ostaggi» non provengano dalle file dell'aggressore, nel qual caso si aprono margini di trattativa. Questo brutale punto di vista poggia sul fatto che la funzione di «scudo» vien fatta ampiamente prevalere sull'essere umano che la incarna. Senza contare gli «effetti collaterali», ossia le vittime innocenti, che nessuna «chirurgia» bellica riesce a risparmiarsi. Nella Striscia di Gaza, dalla densità demografica più alta al mondo, le circostanze si fanno, poi, ancora più drammatiche. I civili che, nonostante gli avvertimenti dell'esercito israeliano un minuto prima di premere il grilletto, non si allontanano dai luoghi della loro (grama) esistenza quotidiana fanno spesso scudo non già a un bersaglio (questo o quel capo di Ha-mas) che il più delle volte ha preso il volo per tempo, ma al proprio habitat al proprio vicinato, alle proprie famiglie e abitazioni. E questo habitat presenta, nell'inverosimile moltitudine (densità) di quel luogo, una contiguità inevitabile tra miliziani e civili, tra esponenti politici e comuni cittadini, tra postazioni militari e stnrtture civili. Gaza è il risultato invivibile di una ingegneria infernale. Forse uno scenario con tutta evidenza paradossale può servire a rendere l'idea della situazione. Immaginiamo che si voglia combattere la camorra facendo intervenire l'aviazione contro le abitazioni dei capiclan nella «terra dei fuochi» o nei comuni della fascia vesuviana. Quanti «scudi umani» ci andrebbero di mezzo? Ci vorrebbe una buona dose di disprezzo «etnico» per far digerire all'opinione pubblica una simile esibizione. Lo «scudo umano» non è che l'invenzione e il pretesto di una strategia militare che non accetta vincoli di natura umanitaria, che non tollera limitazioni di nessun genere nel perseguimento dei propri obiettivi sul campo, laddove ogni ostacolo è considerato un arma del nemico. E che, nella sostanza come nella pratica, non fa distinzione tra civili e combattenti. Un atteggiamento «disumanizzante» che non manca però di riprodursi prontamente dall'altra parte. Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuri dichiara perentorio: «Adesso tutti gli israeliani sono diventati obiettivi legittimi». Con il che il cerchio dell'orrore «legittimo» si chiude. E si proietta nel futuro.

L'UNITA' - Luigi Cancrini: "La teoria degli scudi umani"


Luigi Cancrini

Dialoghi La teoria degli scudi umani Luigi Cancrinl psichiatra e psicoterapeuta E possibile che nessuno possa o voglia fermare questo proliferare di focolai di guerre?I Israele in primis non può più spadroneggiare, con la copertura e Tappravaziane degli Usa di Obama che non riesce a realizzare d cambiamento per cui si era impegnato.
Lino Mazzoni

Una scena classica del western e del cinema d'azione è quella del «cattivo» armato che costringe una persona inerme, generalmente una donna, a fargli da scudo mentre fugge dalla resa dei conti con i «buoni». «Giù le armi o la uccido!», intima il «cattivo» e i «buoni» si fermano. Istantaneamente. Nella finzione cinematografica, i «buoni» non sarebbero più tali, infatti, se, per catturare il «cattivo» non si curassero della vita dell'ostaggio e bene sanno, gli sceneggiatori e il regista, che come un pugno nello stomaco del telespettatore disgustato sarebbe un comportamento diverso dei «buoni» con cui lui si identifica. Cosl come un pugno nello stomaco sono, per me e per tanti, le parole dei governanti di Israele sulle bombe che hanno ferito e ucciso a Gaza, le donne e i bambini di cui, secondo loro, i palestinesi «cattivi» si sarebbero fatti scudo. La guerra è guerra, si dirà, e Israele si difende ma davvero è difficile credere e far credere che l'obiettivo colpito da Israele con la sua bomba «intelligente» vale davvero le vittime che ha prodotto. Donne e bambini. A meno che lo scopo non fosse quello di far capire ai palestinesi di Hamas che Israele sarebbe pronta anche ad una soluzione «finale». E senza tenere conto però, se l'obiettivo è quello di spaventarli, che l'effetto sarà quello di aumentare l'odio e di rinforzare la volontà di resistere. L'orrore destato da quelle immagini sarà nocivo, d'altra parte, soprattutto per gli israeliani

AVVENIRE - Sms e volantini prima di colpire le case  



Sms e volantini in arabo prima di colpire le case Telefonate, volantini, sms in arabo ai residenti in un edificio prima di colpire. Israele afferma di aver messo in atto questa strategia per ridurre al minimo le vittime fra i civili di Gaza. E, secondo fonti locali, i messaggi vengono effettivamente inviati. Un esempio è avvenuto la prima notte di fuoco, quando prima di distruggere cinque case, Tsahal avrebbe chiamato per chiedere agli abitanti di lasciare gli edifici, in cui vivevano esponenti di spicco di Hamas. I sette morti non avrebbero voluto farlo. Non è semplice, però, per la gente della Striscia sfuggire ai raid. Più volte, Gerusalemme ha ripetuto che i miliziani di Hamas utilizzano la popolazione «come scudo umano», infiltrandosi nelle aree più popolate. I morti, dunque, sarebbero una loro responsabilità. Gli islamisti, dal canto loro, accusano gli israeliani di compiere bombardamenti indiscriminati. Un'estenuante gioco delle parti che si ripete ad ogni offensiva

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