Israele sotto attacco, da Gaza razzi contro Gerusalemme e Tel Aviv Cronache di Fiamma Nirenstein, Maurizio Molinari, Davide Frattini, Michael Sfaradi
Testata:Il Giornale - La Stampa - Corriere della Sera - Libero Autore: Fiamma Nirenstein - Maurizio Molinari - Davide Frattini - la redazione - Michael Sfaradi Titolo: «Israele richiama 40mila uomini. 'Siamo pronti a invadere Gaza' - Attacco a Gaza con jet e droni. Netanyahu: togliamoci i guanti -Israele lancia l'offensiva su Gaza. Razzi su Gerusalemme e Tel Aviv - Gaza-Israele, a un passo dallo scontro via terra»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 09/07/2014, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Israele richiama 40mila uomini. 'Siamo pronti a invadere Gaza' ", dalla STAMPA a pag. 11, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Attacco a Gaza con jet e droni. Netanyahu: togliamoci i guanti" , dal CORRIERE della SERA, a pag. 2, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Israele lancia l'offensiva su Gaza. razzi su Gerusalemme e Tel Aviv" e da pag. 3 l'articolo dal titolo "Gli 'uomini rana' palestinesi uccisi in spiaggia". Da LIBERO, a pag. 3 , l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo "Gaza-Israele, a un passo dallo scontro via terra"
Il sistema di difesa Iron Dome
Riportiamo anche il link a un video che mostra il funzionamento del sistema Iron Dome mentre intercetta un razzo Kassam
Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "Israele richiama 40mila uomini. 'Siamo pronti a invadere Gaza' "
Fiamma Nirenstein
Siamo arrivati alla nuova guerra con Hamas, "Margine protettivo". Dopo la pioggia di missili che ha fatto da controcanto al rapimento dei tre ragazzi uccisi da due terroristi di Hamas, ieri sera per la prima volta nel Gush Dan, l'area di Tel Aviv, la sirena ha costretto i cittadini a correre nei rifugi, come a Sderot, Ashkelon, Ashdod, Beersheba. Metà di Israele è sotto i missili di Hamas, ogni minuto suona la sirena. Intanto, arrivavano da Gaza le prime immagini di case distrutte e la notizia dell'uccisione di tredici persone. Il governo ha permesso all'esercito di reclutare 40mila riserve; l'aeroporto Ben Gurion ritarda i voli di linea per lasciar decollare gli F16; il Paese è stato diviso in 31 zone a misura dei secondi di tempo che ha prima di essere raggiunta dai missili; la radio spiega che lontano da un rifugio occorre stare sotto le scale, o sdraiati per terra e da altre istruzioni importanti per salvarsi; la gente di Sderot, Ashkelon,Ashdod, Beersheba non ha più di 15 secondi; i neonati sono rifugiati nei sotterranei dell'ospedale Soroka. Netanyahu lancia un messaggio a tutti i cittadini perchè seguano le indicazioni del Comando Civile.L'operazione "margine di difesa" è in atto da 24 ore. Gaza seppellisce Muhammad Shabaan, capo del commando di mare di Hamas. I suoi uomini hanno lanciato nel tardo pomeriggio un notevole attacco terrorista dal mare, con navi, mezzi da sbarco e palombari, contro il kibbutz Sichim, ma sono stati intercettati.Hamas spara instancabilmente i missili che hanno suscitato la reazione riluttante del governo di Benjamin Netanyahu. Bibi ha resistito per giorni alla richiesta dei sindaci, alla sofferenza dei genitori e dei bambini valorosi e resistenti, come ha detto ieri Shimon Peres per cui il lavoro, la scuola sono ormai intervalli fra una sirena e l'altra.Così è fatta l'ennesima guerra di Israele imposta dal terrorismo islamico. Di guerre con Hamas ce ne sono già state altre due, una nel 2008, "Piombo fuso", e una nel 2012, "Pilastro di difesa"; la prima fu seguita dal "rapporto Goldstone" commissionato dall'ONU, poi ripudiato dall'autore stesso, che accusava Israele di crimini di guerra. La guerra successiva durò 8 giorni, i lanci di missili molto massicci che comprendevano anche Fajr 5 e Grad, fu eliminato ilcomandante militare Ahmad Jabari. In queste ore la televisione di Hamas, insieme a video che mostrano l'inevitabile sconfitta di Israele, aerei colpiti, Tel Aviv distrutta, ripropongono immagini di Jabari. I video chiedono ai cittadini di Gaza di salire sui tetti come scudi umani. Quali sono le intenzioni delle due parti? L'invasione di terra consentirebbe di evitare di coinvolgere i civili come capita col bombardamento aereo, ma susciterebbe la disapprovazione di tutto il mondo. Israele vuole distruggere i missili e cercalo sfinimento di Hamas. ma non è un mistero che Netanyahu non ne cerca la distruzione. Una forte campagna può fare indesiderate vittime civili e diventare un'occasione di criminalizzazione internazionale. Una totale sparizione di Hamas potrebbe anche avvantaggiare gruppi salafiti a Gaza Dunque Israele per ora va piano, anche se Hamas nella serata ha lanciato un'escalation coi razzi sul Centro:la riserva di missili di lungo raggio mette ormai metà di Israele sotto tiro. E se il lancio intensivo di missili colpisse un ospedale o una scuola, allora per Israele entrare sarebbe inevitabile. Hamas ha interesse alla confusione: l'organizzazione è in stato catalettico dal punto di vista politico, economico, strategico. L'Egitto, che ha tentato di calmare le acque senza successo, l'ha messa fuori legge insieme alla Fratellanza Mussulmana; la crisi con Abu Mazen crea l'isolamento dell'organizzazione dal momento del rapimento dei tre ragazzi israeliani; il blocco dei fondi dal Qatar lascia senza stipendio i 40mila dipendenti militari e civili. Hamas cerca dunque con la guerra l' attenzione e l'aiuto della Turchia, dall'Iran, di chiunque, e un sollevamento palestinese patriottico contro Israele. Israele è ben consapevole che il fiammifero Hamas può dare fuoco al pagliaio mediorentale che già arde in Siria, in Iraq, sul confine della Giordania... e Bibi vorrebbe quanto prima chiudere la partita, non entrare, stare lontano dalle solite risoluzioni dell'ONU. Ma la necessità di fermare i missili diventa più drammatica di ore in ora.
LA STAMPA - Maurizio Molinari: "Attacco a Gaza con jet e droni. Netanyahu: togliamoci i guanti"
Maurizio Molinari
Intensi bombardamenti aeronavali sulla Striscia di Gaza, 40 mila riservisti pronti a entrare in campo e l’ordine di Benjamin Netanyahu di «aumentare le operazioni contro i terroristi»: si intensifica l’operazione «Protection Edge» (Margine protettivo) contro Hamas, che reagisce lanciando grappoli di razzi sul Sud di Israele, tentando di colpire Tel Aviv e di mettere a segno un blitz con i commandos del mare. In una Sderot dove il tempo è scandito dai boati dei razzi abbattuti dagli intercettori delle batterie di Iron Dome l’immagine di «Protection Edge» sono le file di tank e blindati color sabbia in transito verso i confini di Gaza, che distano poco più di 1 km. Il capo di Stato Maggiore Benny Gantz ha ottenuto dal governo la possibilità di richiamare 40 mila riservisti per poter schierare altrettanti soldati combattenti di leva attorno alla Striscia, rendendo verosimile la minaccia di un intervento di terra. Netanyahu parla di «togliersi i guanti» ma anche di «operazione graduale» perché vuole sottoporre Hamas a una pressione in crescita dove le truppe di terra potrebbero essere l’ultima carta. Al momento a colpire è l’aviazione, con aerei e droni, che hanno messo a segno 146 attacchi in meno di 36 ore bersagliando, come spiega il portavoce dell’esercito Peter Lener, «campi di addestramento, basi militari, 96 lanciatori di razzi, tunnel e case di singoli terroristi». In realtà è in atto anche un caccia dai cielo ai leader di Hamas. Il primo ad essere ucciso è Mohammed Shaaban, 24 anni, capo dei commandos della Marina: un’unità considerata fra le meglio addestrate. «I nostri cittadini non vivono sicuri ad Ashkelon e Nes Ziona, non vedo perché i leader di Hamas debbano sentirsi sicuri a Gaza» aggiunge Lerner. La caccia è soprattutto ai tunnel perché Hamas li usa come bunker: per proteggere lanciarazzi, mortai e leader. Sono i satelliti e cercarli, con un particolare sistema di sensori hi-tech incrociato con le informazioni raccolte da intelligence e informatori. L’intento, spiega il ministro della Difesa Modhe Yaalon è «ridurre a zero il numero di razzi lanciati da Hamas contro le nostre città». In realtà c’è di più: Hamas ha perso la base di Damasco a causa della guerra civile, non ha più le retrovie egiziane per l’arrivo alla presidenza di Al Sisi e si trova dunque in una situazione di debolezza tattica senza precedenti che Israele tenta di sfruttare per demolirne la struttura militare. Hamas reagisce con una pioggia di razzi sulle città del Sud ed anche del Centro di Israele: oltre 140 in poco più di 24 ore, ricorrendo ai Grad per raggiungere Beersheva e Beit Shemesh, e ai missili iraniani Al-Fajr 5 per minacciare Tel Aviv. L’intelligence israeliana trova la conferma del timore a lungo serbato: Teheran è riuscita a far arrivare a Gaza, via Sudan, un imprecisato numero di Al-Fajr 5 e dunque l’intera area di Tel Aviv è a rischio. Gli intercettori dell’Iron Dome abbattono il primo ma le sirene che suonano a Tel Aviv e Gerusalemme portano ad aprire i rifugi pubblici: il pericolo che finora incombeva sulla piccola Sderot ora raggiunge il cuore della nazione. Hamas punta a mettere a segno un colpo a sorpresa: manda almeno quattro commandos del mare a colpire il kibbutz di Zikim, poco oltre la frontiera, ma vengono uccisi dalla brigata Givati. Il portavoce di Hamas, Mushir al-Masri, dice che «questo è il momento delle armi e non di parlare di tregue» ma un video di militanti pone condizioni a Israele: «Liberate tutti gli ex detenuti, già rilasciati nello scambio per Gilad Shalit, che avete riarrestato se volete il cessate il fuoco». Hamas accusa Israele di «fare strage di civili». Il riferimento è quanto avvenuto nel Sud di Gaza, a Khan Yunis, dove le bombe degli aerei colpiscono un edifico causando la morte di almeno 16 civili. «Molti di loro sono donne e bambini» affermano fonti palestinesi locali. A rispondere è Netanyahu, quando in serata parla ai cittadini in diretta tv: «Hamas si nasconde dietro i civili, li usa come scudi umani». Il premier sottolinea anche, a più riprese, «questa operazione prenderà tempo». Ecco perché i suoi più stretti collaboratori hanno cancellato impegni, pubblici e privati, delle prossime settimane. La guerra aerea fra Israele e Hamas mette in difficoltà l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, che si appella alla «comunità internazionale» per imporre a Israele di «cessare l’escalation e i raid». «Israele sta attaccando non solo Hamas ma tutto il popolo palestinese» sottolinea Saeb Erakat, il caponegoziatore dei palestinesi.
CORRIERE della SERA - Davide Frattini: "Attacco Israele lancia l'offensiva su Gaza. Razzi su Gerusalemme e Tel Aviv"
Davide Frattini
GERUSALEMME — I generali avevano previsto che anche Gerusalemme e Tel Aviv sarebbero state bersagliate. Non si aspettavano potesse succedere così presto. Quella che è ancora definita un’operazione militare — chiamata Protective Edge — sembra già una guerra. Le sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv, seguite dal botto dei missili Iron Dome che intercettano i proiettili lanciati dalla Striscia di Gaza. Anche i sobborghi di Gerusalemme sono finiti sotto il bombardamento e una casa è stata colpita. L’aviazione israeliana ha centrato quasi cento obiettivi a Gaza, i morti sono diciannove. Il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera al richiamo di 40 mila riservisti: vanno a sostituire i soldati impegnati in Cisgiordania, che vengono spostati sul fronte sud. Dove le fazioni palestinesi hanno già esibito qualcuna delle «sorprese» che avevano minacciato: cinque miliziani hanno attaccato dal mare un villaggio israeliano confinante con Gaza, un’operazione in stile forze speciali, con gli uomini che strisciano armati fuori dall’acqua. Sono stati intercettati dagli elicotteri israeliani e uccisi. «Non durerà un giorno e non ne durerà due», commenta Yitzhak Aharonovitch, ministro per la Sicurezza interna durante una visita ad Ashkelon, la città sulla costa che ha subito un bersagliamento continuo. «Se dovremo entrare, non ci fermeremo. Tutte le opzioni sono aperte fino a quando i lanci di razzi non termineranno». Il premier Netanyahu chiede pazienza agli israeliani e gli analisti fanno notare che negli otto anni accumulati in tre mandati non ha mai ordinato un’offensiva di terra. Questa volta potrebbe essere diverso, anche se il consiglio di sicurezza non ha posto tra i suoi obiettivi quello di far cadere Hamas perché l’intelligence militare avverte che l’alternativa potrebbe essere peggiore: il caos e il sopravvento di gruppi ancora più estremisti. I fondamentalisti già provano a dettare condizioni per la tregua. Propongono di tornare al cessate il fuoco stabilito dopo gli otto giorni di guerra nel novembre del 2012, vogliono la liberazione dei militanti arrestati durante i raid in Cisgiordania delle scorse settimane, chiedono che Israele non interferisca con il governo di unità nazionale palestinese. La risposta di Netanyahu non lascia spazio alle trattative: «Abbiamo aspettato e abbiamo dato loro una via d’uscita perché smettessero di colpirci. Adesso saremo noi a decidere quando smettere». Il conflitto è cominciato nel giorno in cui il quotidiano liberal Haaretz apriva la sua Conferenza per la pace. L’immagine dei partecipanti che lasciano la sala per correre verso il rifugio è diventata il simbolo dei negoziati falliti. Per ora non hanno funzionato neppure i tentativi di mediazione portati avanti dai servizi segreti egiziani. Due anni fa nel palazzo presidenziale al Cairo sedeva Mohammed Morsi e i Fratelli Musulmani volevano evitare che Hamas subisse troppe perdite. Abel Fattah Al Sisi, il neo-presidente, è meno preoccupato del benessere del movimento fondamentalista, che considera in parte responsabile dei disordini nel Sinai, confinante con la Striscia. Netanyahu spera di non dover affrontare più fronti allo stesso tempo. La situazione nei quartieri arabi di Gerusalemme sembra più tranquilla, dopo che per una settimana i palestinesi hanno affrontato la polizia: i disordini sono cominciati quando è stato ritrovato il corpo di Mohammed Abu Khudair, rapito e subito ammazzato da un gruppo di estremisti ebrei che voleva vendicare il sequestro e l’uccisione in Cisgiordania di tre ragazzi israeliani.
CORRIERE della SERA - " Israele lancia l'offensiva su Gaza. Razzi su Gerusalemme e Tel Aviv"
GERUSALEMME — Il commando esce dal mare con le armi, risale le dune, punta verso il kibbutz di Zikim. È l’attacco a sorpresa degli uomini rana di Hamas, arrivati da poco più a Sud. Vengono intercettati dai soldati israeliani, la caserma non è lontana. I militari sparano per fermarli, vengono chiamati gli elicotteri in supporto. Gli spostamenti dei miliziani vengono seguiti dall’alto, anche con una telecamera. Provano a cercare riparo, vengono colpiti dai missili. Gli incursori sarebbero stati cinque, addestrati per sorprendere gli israeliani. Due giorni fa, nove fondamentalisti sono morti nell’esplosione di un tunnel scavato sotto la sabbia per un’operazione simile: sbucare vicino a un villaggio in territorio israeliano e preparare l’agguato. La pattuglia di Gilad Shalit, il caporale rapito nel giugno del 2006, era stata assaltata da una squadra emersa da una galleria.
LIBERO - Michael Sfaradi: " Gaza-Israele, a un passo dallo scontro via terra"
Michael Sfaradi
Camminare per le vie di Sderot in queste ore è come vivere in una città fantasma o essere sul set di un film di guerra, con la differenza che la guerra è a pochi chilometri di distanza e a ricordarlo ci sono i continui allarmimissilistici e il passare dei jetedeglielicotteri dell’aviazione israeliana. Secondo le direttive del «Pikud Haoref », la protezione civile, tutti devono rimanere in un raggio di pochi metri dai rifugi o dalle stanze di sicurezza, il preavviso dà soli 15 secondi di tempo permettersi al sicuro. Parlando con la gente si sentono le stesse cose che si sentivano prima delle operazioni «Piombo Fuso» e «Colonna di Nuvola». Oltre alla tensione in città si vive un misto di impazienza e scetticismo, impazienza perché tutti vorrebbero al più presto una soluzione definitiva al problema per tornare a vivereuna vita normale, scetticismo perché si teme che ancora una volta la comunità internazionale interferisca con le operazioni militari e riesca a bloccare il governo e l’esercito prima che questo risolva il problema che attanaglia il sud di Israele ormai da troppi anni. Le brigate Ezzedin al-Qassame la Jihad Islamica negli ultimi anni hanno reso impossibile la vita a un milione e mezzo di persone che, è bene ricordarlo, vivono nel territorio israeliano internazionalmente riconosciuto, cioè quello situato all’interno della linea verde del 1948.Oltre alla paura dei continui attacchi missilistici, solo ieri oltre 100missili son ostati lanciati dalla striscia di Gaza verso le città del sud Israele, molti fermati in aria dal sistema Iron Dome e altri caduti in zone non abitate, si registrano diversi feriti da schegge e un soldato seriamente colpito alle gambe da un colpo di mortaio. Hamas non ha ascoltato gli ultimatum e gli appelli a fermare il lancio dei missili, anzi, la sensazione è stata che a ogni appello la loro frequenza crescesse e questo ha portato il governo a chiedere il richiamo di 40.000 riservisti che si vanno ad aggiungere ai 2000 già mobilitati nei giorni scorsi e aimilitari di leva già dislocati in zona di cui il ministero della Difesa non ha rivelato il numero. Nella notte l’aeronautica israeliana ha colpito diverse basi della milizia armata di Hamas e almeno sei postazioni dalle quali venivano lanciati missili Grad verso la città di Beer Sheva e il porto di Ashdod. Il portavoce di Hamas ha ammesso che una sua cellula è stata colpita e che i sette affiliati che ne facevano parte sono rimasti uccisi. Secondo fonti mediche palestinesi nella notte ci sono state altre 11 vittime e circa 25 feriti, provenienti probabilmente da una delle caserme della polizia di Hamas colpite durante i raid. Sul fronte dell’informazione e della propaganda si registrano già i primi falsi fotografici, infatti Hamas ha fatto avere alla televisione inglese Bbc delle fotografie che ritraggono palazzi distrutti, fotografie però che sono state scattate in Iraq e in Siria. Gli ordini che lo Stato Maggiore dell’esercito ha diramato agli ufficiali che dirigono le operazioni sul campo prevedono l’aumento della pressione militare per mettere il braccio armato di Hamas in condizione di non poter più effettuare lanci di razzi e di colpi di mortaio verso le città israeliane. Se fino a qualche ora fa c’era qualche dubbio sull’inizio delle operazioni di terra le ultime notizie che arrivano mentre scrivo questo pezzo cambiano gli scenari. Tel Aviv, Rishon le Zione Ghedera sono state messe sotto allarme nel pomeriggio e i razzi lanciati dalla striscia diGaza sono stati fortunatamente intercettati dal sistema Iron Dome. Le autorità aeroportuali del Ben Gurion Airport hanno diramato un comunicato dove si avvertono i viaggiatori che gli orari di partenze e arrivi possono subire slittamenti e ritardi a causa della situazione, mentre il piccolo aeroporto di Sde Dov è stato chiuso al traffico. Prevedere quali saranno gli sviluppi è impossibile anche se il richiamo odierno dei riservisti era un chiaro segnale e le notizie che ci arrivano in questi minuti sono la prova di un innalzamento del livello del confronto che si sta facendo sempre più duro e potrebbe sfociare in uno scontro aperto
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