Lo 'Stato islamico' subisce la prima controffensiva dell'esercito iracheno Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 05 luglio 2014 Pagina: 10 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «La rivincita dei governativi nella città di Saddam. L’incognita referendum curdo»
Riprendiamo, dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/07/2014, a pag. 10, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo"La rivincita dei governativi nella città di Saddam. L’incognita referendum curdo".
Lorenzo Cremonesi Il premier iracheno Nouri Al Maliki
Terroristi dello 'Stato islamico'
Le milizie del Califfato paiono segnare il passo. Per la prima volta dall’inizio della rivolta violenta guidata dagli zeloti sunniti ormai tre settimane fa, le forze armate irachene sarebbero riuscite a riconquistare almeno un piccolo settore del territorio perduto. Sembra infatti che i combattenti sunniti abbiano perso 30 uomini e si siano ritirati dal paesino di Awja, 150 chilometri a nord della capitale. La notizia viene sbandierata dai portavoce del governo a Bagdad, con tanto di video in cui si vedono gli elicotteri militari sparare missili di fabbricazione Usa contro i gipponi dei ribelli. Ed è confermata dagli abitanti locali. Il luogo è in verità minuscolo. Poche centinaia di abitazioni nel deserto piatto e sassoso 8 chilometri a sud della ben più importante città di Tikrit, ancora nelle mani dell’eversione. Eppure ha un grande significato simbolico. Awja è infatti il villaggio natale di Saddam Hussein. Qui il dittatore baathista fu catturato dalle truppe americane il 13 dicembre 2003. E qui è sepolto con i due figli Uday e Qusay, dopo che venne impiccato dalle nuove autorità sciite a Bagdad il 30 dicembre 2006. Una buona notizia per il premier sciita Nouri al Maliki. Ma per il resto il futuro resta nero. Tra le sue ultime preoccupazioni c’è quella della nascita di uno Stato indipendente curdo nel settentrione iracheno. L’annuncio giovedì del leader Massoud Barzani di voler tenere un referendum sul tema tra i 5 milioni di curdi locali ripropone con forza lo spettro dello smembramento dell’unità nazionale. Non è però chiaro se l’offensiva delle truppe di Maliki sia il segnale di una svolta sui campi di battaglia, oppure un arresto solo temporaneo della sfolgorante avanzata dei sunniti verso la capitale. Attorno ad Awja impera la guerriglia. Si combatte a Tikrit, a Samarra 50 chilometri più a sud e soprattutto presso la grande raffineria di Beiji. Ed è difficile distinguere i fatti dalla propaganda. Ieri mattina la televisione filo-governativa Al-Sumaria, citando fonti militari rivelava, che sarebbe rimasto ferito nelle «regioni occidentali presso il confine con la Siria» Abu Bakr al-Bagdadi, il quarantenne leader militare sunnita auto-proclamatosi «nuovo Califfo». Ma non ci sono conferme.
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