Riprendiamo da LETTURA/CORRIERE della SERA di oggi, 22/06/2014, a pag.13, con il titolo "Brigata ebraica: la fase uno e la fase due" il commento di Daria Gorodisky sulla mostra romana dedicata alla Brigata Ebraica.
invitiamo i nostri lettori a scrivere al Corriere per complimentarsi per l'accuratezza di Daria Gorodisky nel raccontare la storia della Brigata Ebraica. Mentre gli ebrei di Palestina si arruolavano per combattere i nazifascisti, gli arabi si arruolavano nelle SS di Hitler. Il richiamo al 25 aprile nostrano rivela la professionalità e il coraggio dell'autrice.
lettere@corrriere.it specificare alla attenzione di Daria Gorodisky
Piccola piccola. Ma quant'è ricca di significato la mostra La Brigata Ebraica in Italia, 19431945, riproposta a Roma dalla Casa della Memoria e della Storia (fino al 25 luglio). Nelle forze alleate della Seconda guerra mondiale, la Jewish Brigade è stata l'unica unità militare ebraica indipendente e con un proprio stemma: stella di Davide d'oro fra due strisce azzurre, in campo bianco. Un primato conquistato con grande fatica. Durante il mandato britannico in Palestina - l'area non ha mai ospitato uno Stato palestinese — la popolazione ebraica aveva proposto di prendere parte alle operazioni militari. Nel 1939 gli inglesi accettano e aprono il reclutamento anche agli abitanti arabi: 30 mila uomini e donne ebrei si arruolano volontari per combattere nazismo e fascismo e vengono associati all'8a Armata britannica, con la scritta Palestine sulla mostrina. Questo «mentre il Mufti di Gerusalemme organizza volontari arabi da mandare nei Balcani a formare divisioni di SS islamiche», ha scritto Luciano Tas, giornalista, scrittore e studioso di quel periodo storico. (Tas, morto il mese scorso, ha lasciato anche un libro per bambini proprio sulle ultime fasi della guerra: Robin Hood sbarca in Italia. Anzio, gennaio 1944 , Mondadori). A quel punto il Palestine Regiment è formato, partecipa agli sbarchi alleati nel sud Italia ma non ottiene ancora il riconoscimento della propria identità giudaica. Sulla questione si apre un negoziato, testimoniato anche da un lungo scambio epistolare fra il futuro primo presidente israeliano Haim Weitzmanm e il premier britannico Winston Churchill. E nell'autunno '44 nasce ufficialmente la Jewish Brigade, che risale la Penisola combattendo e organizzando soccorsi ai sopravvissuti dei lager. Sul tema c'è, fra gli altri, il bel libro di Howard Blum La Brigata (Il Saggiatore). Ma la piccola mostra già disegna bene il tema, con manifesti, documenti, quotidiani, manuali di lingua e guide «ad uso dei soldati ebrei in Italia». E rappresenta proprio un opportunità anche per quanti, con spoglie di antifascismo, vanno in piazza il 25 aprile ad aggredire le bandiere della Jewish Brigade: una breve visita potrebbe fruttare un po' di «conoscenza». Quella invocata da Dante per essere uomini.
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