Il rapimento di Gilad, Eyal e Naftali: chi non la conta giusta le cronache di Cecilia Zecchinelli e del quotidiano del PD, il commento di Eric Salerno, la titolazione di Repubblica, il silenzio del Fatto Quotidiano
Testata:Corriere della Sera - Il Messaggero - L'Unità - La Repubblica - Il Fatto Quotidiano Autore: Cecilia Zecchinelli - Eric Salerno - la redazione Titolo: «Israele accusa Hamas per i tre rapiti - Israeliani rapiti, azione degli estremisti contro la pace - Adolescenti scomparsi Netanyahu accusa Hamas»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERAdi oggi, 16/06/2014, a pagg. 1-13, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Israele accusa Hamas per i tre rapiti", dal MESSAGGERO, a pag. 18, l'articolo di Eric Salerno dal titolo "Israeliani rapiti, azione degli estremisti contro la pace", dall' UNITA' a pag. 13, l'articolo dal titolo "Adolescenti scomparsi Netanyahu accusa Hamas".
Cecilia Zecchinelli, che nella cronaca del 14/06/2014 aveva descritto Hebron, probabile luogo del rapimento, come "la più grande e turbolenta città palestinese in Cisgiordania, dove vive asserragliata una piccola comunità di coloni ebrei oltranzisti" ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=53787 ) , definisce i tre adolescenti sequestrati "i tre giovani coloni" per la liberazione dei quali "il rabbino capo askenazita ha perfino chiesto l'intervento di papa Francesco". Non comprendiamo l'"uso" di quel "perfino", a meno che non si ritenga eccessivo "scomodare" un Papa per chiedere la liberazione di "tre giovani coloni". Eric Salerno nel suo commento cerca di scagionare l'ANP da ogni responsabilità, nonostante l'alleanza con Hamas. Scrive che "continuare a criticare il presidente palestinese, invece di riconoscere il ruolo che svolge contro gli estremisti, servirebbe soltanto a rafforzare Hamas". I membri di Hamas sono per altro secondo Salerno "terroristi" solo tra virgolette. Sia Salerno che L' UNITA' istituiscono poi un paragone insostenibile tra gli israeliani rapiti e i palestinesi membri di organizzazioni terroristiche detenuti in Israele. Il quotidiano del PD, irresponsabilmente, avalla la tesi dei militanti filo-palestinesi che, per sminuire la gravità del rapimento, "ricordano come nei confronti dei giovani arabi vengano da anni compiuti atti di violenza da parte delle forze di sicurezza israeliane". Gli "atti di violenza" contro i "giovani arabi" sono però, in realtà, atti di difesa dalle violenze del terrorismo palestinese. Su REPUBBLICA, a pag. 19, la cronaca di Fabio Scuto, sostanzialmente corretta, è però titolata " 'Gilad, Eyal, Naftali Israele vi ritroverà'. Retata di palestinesi". In realtà non vi è stata nessuna "retata" di "palestinesi", ma un'operazione diretta contro membri di organizzazioni terroristiche. IL FATTO QUOTIDIANO, infine, si segnala per l'assenza della notizia del rapimento dalle sue pagine.
Di seguito, gli articoli:
CORRIERE della SERA - Cecilia Zecchinelli - Israele accusa Hamas per i tre rapiti
Cecilia Zecchinelli
GERUSALEMME I nostri ragazzi sono " stati rapiti da membri di Hamas»: così il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato il movimento islamista della sparizione, giovedì, di tre giovani ebrei. Hamas nega, ma anche gli Usa la ritengono responsabile. Israele, intanto, arresta oltre cento islamisti. In migliaia si sono radunati ieri al tramonto al Muro del Pianto e hanno pregato insieme a noti rabbini per Eyal Yifrach, Gil-ad Shaer e Naftali Frankel, i tre giovani coloni israeliani scomparsi giovedi a sud di Gerusalemme e, ormai ne sono tutti convinti, ostaggio di un commando palestinese. Il rabbino capo askenazita ha perfino chiesto l'intervento di papa Francesco. E da New York all'Europa molti ebrei si sono uniti alla preghiera. Ma nessun passo risolutivo sembra essere stato fatto per rintracciare i due 16enni e il 19enne, se non la certezza dichiarata dal premier Benjamin Netanyahu che gli autori del sequestro facciano capo a Hamas, il movimento islamista che controlla Gaza e che dall'inizio di giugno è entrato nel governo di unità con l'Autorità nazionale palestinese dopo sette anni di divisione interna. «I nostri ragazzi sono stati rapiti da membri di Hamas», ha dichiarato ieri Netanyahu. Nessuna rivendicazione è finora arrivata e come nelle prime ore delle ricerche l'Anp e il presidente Abu Mazen avevano respinto l'accusa di «essere responsabili della sorte dei tre ragazzi», ieri anche Hamas ha definito «follie» le nuove certezze del premier israeliano. «Smentite inutili, noi abbiamo indizi. E non siamo sorpresi: nell'agenda di Hamas c'è la distruzione di Israele e il rapimento dei suoi cittadini, bambini compresi», ha risposto Netanyahu. Fonti palestinesi citate dai media locali indicano che anche nell'Anp non si escluderebbe il coinvolgimento del gruppo islamista, o almeno di una sua parte contraria al nuovo governo e alla «normalizzazione» dei rapporti con lo Stato ebraico. L'Anp, nonostante la tensione acuita dalla crisi, sta intanto collaborando attivamente con gli israeliani nelle indagini. La zona di Hebron, cella Cisgiordania meridionale, è sempre più in stato d'assedio. Ai 2.500 militari già inviati si stanno aggiungendo centinaia di riservisti richiamati dalle esercitazioni nel Golan. Continuano le perquisizioni e le irruzioni casa per casa, i blocchi di quartieri e villaggi, la caccia all'uomo nell'area dove si sospetta siano stati portati i tre giovani: giovedì sera, usciti dalla scuola rabbinica, avevano cercato un passaggio per tornare a casa più a nord ma sarebbero stati caricati in auto dai rapitori e portati nella città noto feudo di Hamas. Ieri si è saputo che si sono perse ore preziose nella ricerca, scattata solo venerdì mattina perché la telefonata di uno degli studenti alla polizia («siamo stati rapiti») sarebbe stata considerata «uno scherzo». Ma poi l'allarme è scattato massiccio, sono partiti gli arresti che ieri sono stati almeno 120. Tra i fermati molti dirigenti di Hamas, tra cui il noto leader Hassan Youssef, altri due spariti da giorni sono ricercati. Oltre ai rapitori si cercano indizi: forse i tre giovani sono ancora nell'area dove sarebbero stati tracciati gli ultimi segnali dei loro cellulari e trovata un'auto bruciata, magari usata dal commando. Forse sono in una prigione sotterranea, si dice, sempre che non siano già stati portati a Gaza o in Giordania. E che siano ancora vivi. Tutto Israele è incollato ai media per avere notizie, lo straziante messaggio in tv della madre di Naftali Frankel a suo figlio — «Ti amiamo e ti riporteremo a casa» — è stato ascoltato da milioni di persone. Ma la crisi non riguarda solo i tre giovani. Netanyahu ha avvertito che il loro rapimento «avrà conseguenze gravissime» per i palestinesi, di cui non ha mai riconosciuto il nuovo governo con Hamas. E con lui ieri si è schierata anche l'America nell'accusare il movimento islamista: «Molti indizi — ha detto il segretario di Stato John Kerry — puntano a un suo coinvolgimento».
Il MESSAGGERO - Eric Salerno - Israeliani rapiti, azione degli estremisti contro la pace
Eric Salerno
Quando, nel 2011, il premer israeliano decise di negoziare con Hamas e rilasciare 1027 prigionieri palestinesi per ottenere la liberazione del caporale Gilad Shalit, era chiaro a tutti che ci sarebbero stati altri tentativi di rapire soldati o civili israeliani. Negli ultimi mesi, i servizi di sicurezza israeliani e palestinesi, strettamente coordinati tra di loro, sono riusciti a impedire almeno trenta rapimenti da parte di militanti di Hamas e della Jihad islamica. Alcuni a ridosso di Gaza, altri in Cisgiordania. La scomparsa dei tre giovani studenti di una scuola religiosa (yeshiva) residenti negli insediamenti nei territori occupati non sorprende. Semmai, ammettono polizia e servizi di sicurezza, a sorprendere è il livello di organizzazione dei rapitori e il ritardo con cui polizia e forze armate hanno reagito. La zona della scomparsa dei tre, nel cuore del blocco degli insediamenti di Gush Etzion, è sotto il totale controllo israeliano ma Netanyahu si è affrettato ad attribuire la colpa dell'azione al presidente palestinese Abbas e alla sua decisione di costituire un governo di unità nazionale con l'organizzazione islamica estremista che governa la striscia di Gaza. Una valutazione che un alto ufficiale delle forze armate ha seccamente bocciata. Mentre reparti speciali stanno battendo campagne e villaggi della zona attorno alla città di Hebron, gli uomini dell'ntelligence interrogano decine di palestinesi arrestati nella notte, quasi tutti legati a Hamas. Lo scopo è di sapere se i ragazzi sono ancora vivi ed, eventualmente, impedire che possano essere portati a Gaza o altrove. Di certo, se sarà confermata la traccia che porta a Hamas, la reazione israeliana sarà durissima e potrebbe pesare a lungo sull'assetto della regione. Netanyahu ha già minacciato di colpire il movimento estremista. Per il ministro degli esteri Lieberman, sempre più critico del premier, è da scartare l'ipotesi di un negoziato, come quello fatto nel caso di Shalit, per liberare i tre ragazzi. II rapimento, se di questo si tratta, avviene in un momento estremamente complesso e delicato. Sono in corso sforzi da parte di Usa e Ue per riportare israeliani e palestinesi al tavolo negoziale ma Netanyahu è sempre più isolato (anche all'interno del suo stesso governo) e un'azione militare contro i "terroristi" potrebbe guadagnargli consensi in casa. Mentre continuare a criticare il presidente palestinese, invece di riconoscere il ruolo che svolge contro gli estremisti, servirebbe soltanto a rafforzare Hamas. Abbas (Abu Mazen) è in stretto contatto con gli israeliani ma deve tenere presente che centinaia di prigionieri palestinesi rischiano di morire per lo sciopero della fame che portano avanti da settimane. Questi e altri prigionieri sarebbero tornati a casa mesi fa se Netanyahu avesse rispettato gli impegni presi con Washington e con Abbas nel quadro dei negoziati. Cosa farà Israele se i tre studenti israeliani sono morti? Si parla già della ripresa degli assassini mirati dei capi di Hamas a Gaza o in Cisgiordania anche se nei bunker del ministero della difesa a Tel Aviv l'ipotesi viene valutata con grande cautela. E vero che Hamas, dopo alcuni anni in cui si considerava politicamente salda, si trova con le spalle al muro per la repressione dei Fratelli musulmani in Egitto. Ma è anche vero che l'ala militare di Hamas a Gaza dispone di centinaia di missili di media gittata capaci di colpire Tel Aviv e altre località densamente abitate d'Israele. Quello che in altri tempi poteva essere considerato un conflitto limitato potrebbe innescare una serie di reazioni a catena in un momento in cui gli analisti militari israeliani guardano con preoccupazione al rafforzamento delle milizie sunnite in Iraq e nella vicina Siria dove i gruppi estremisti si sono avvicinati minacciosamente anche alla frontiera d'Israele sulle alture del Golan.
Ha riunito il Consiglio di difesa, ordinato la mobilitazione dei riservisti. Ha accusato Hamas, sigillato la Cisgiordania, avviato una imponente caccia ai rapitori. Benjamin Netanyahu è sceso sul piede di guerra. Le forze militari israeliane hanno arrestato 80 palestinesi nei territori occupati. La retata si inquadra nelle operazioni messe in campo per ritrovare i tre giovani scomparsi giovedì sera mentre facevano l'autostop per tornare a casa da un seminario ebraico. Che Israele, a cominciare dal premier Netanyahu, ritiene siano stati «rapiti da un'organizzazione terroristica» anche se al momento non ci sono rivendicazioni. Il primo ministro segue le operazioni dal quartier generale delle forze armate a Tel Aviv, dove ieri mattina ha tenuto la riunione di gabinetto. Durante la quale ha annunciato: "I rapitori dei tre ragazzi sono membri di Hamas», un assunto che potrebbe preludere a operazioni di polizia ancora più dure nei territori palestinesi. Netanyahu ha detto di ritenere il presidente dell'Anp Mahmoud Abbas (Abu Mazen) «responsabile» della salute dei tre ragazzi. L'Anp, dal canto suo, ha respinto l'accusa, dicendo che dei ragazzi si sono perse le tracce in una parte di territorio totalmente sotto il controllo di Israele. L'Autorità Palestinese amministra il 38% della Cisgiordania. CACCIA ALL'UOMO Hamas ha respinto come stupida» l'accusa. Il portavoce Sanv Abu Zuhri - citato dall'agenzia palestinese Maan- ha spiegato che quello di Netanyahu è un bluff «diretto ad acquisire informazioni» e ha affermato che gli 80 arresti compiuti dall'esercito di Israele sono mirati «a colpire Hamas», ma sono destinati al fallimento. L'annuncio degli arresti è stato dato dal portavoce dell'esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner. Secondo i media israeliani, tra gli arrestati ci sono membri di Hamas. Da parte palestinese, si afferma che le persone arrestate sono in realtà oltre 100 e che tra di esse vi sono almeno sette parlamentari di Hamas e molti prigionieri rilasciati di recente da Israele. ORE D'ANGOSCIA I tre adolescenti - Eyal Yifrach, 19 anni, Gil-ad Shàer e il cittadino Usa Naftali Frankel, entrambi di 16 - sono originati di alcuni insediamenti israeliani in Cisgiordania, territori che Israele ha sottratto al controllo della Giordania nella Guerra dei sei giorni del 1967 e che i palestinesi chiedono come parte del loro futuro Stato insieme alla Striscia di Gaza e a Gerusalemme est. I terroristi palestinesi non si sentiranno sicuri, non riusciranno a nascondersi e sentiranno la mano pesante delle capacità dell'esercito israeliano», ha detto il portavoce. Dal giorno della scomparsa dei tre ragazzi, avvenuta nei pressi dell'insediamento di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron, nel sud della Cisgiordania, le forze israeliane hanno setacciato l'area casa per casa e condotto interrogatori a Hebron e villaggi circostanti. Hebron è una delle roccaforti di Hamas in Cisgiordania, si trova a breve distanza dal luogo del rapimento lungo l'autostrada numero 60 e le mosse dell'esercito israeliano individuano proprio qui la probabile regia del sequestro che fa temere una ripetizione della cattura del soldato Shalit, durata quasi duemila giorni. Da qui anche la scelta di impedire ai palestinesi residenti di Hebron di attraversare i posti di frontiera con la Giordania, nel tentativo di evitare comunicazioni con le centrali di Hamas in altri Paesi arabi. Operazioni da cui trapelano pochissime informazioni. La convinzione di Israele che si tratti di rapimento è anche conseguenza delle intenzioni espresse da militanti palestinesi di voler rapire israeliani per ottenere concessioni dal governo di Gerusalemme. Tra l'altro, la vicenda coincide con lo sciopero della fame portato avanti da 300 palestinesi che protestano per la detenzione a cui sono soggetti senza un regolare processo. Inoltre, si ricordano i mille palestinesi liberati nel 2011 in cambio del ritorno a casa del soldato Gilad Shalit, sequestrato nella Striscia di Gaza più di cinque anni prima. Il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, si è mostrato piuttosto contrario a un nuovo accordo per uno scambio di quel genere pur di arrivare alla liberazione dei tre adolescenti. Il Parlamento israeliano, a sua volta, sta già considerando provvedimenti di legge che darebbero ai giudici l'autorità di dichiarare inammissibili misure come grazia e indulto per i palestinesi condannati per l'uccisione di israeliani. Sui social network è intanto partita la campagna #bringbackourboys, che riecheggia l'irüziativa lanciata da Malala per la liberazione delle studentesse rapite in Nigeria. Avviata con un tweet del ministero della Difesa di Israele, è poi stata utilizzata anche da utenti filo-palestinesi che ricordano come nei confronti dei giovani arabi vengano da anni compiuti atti di violenza da parte delle forze di sicurezza israeliane. Dall'Italia si levano intanto le voci della comunità ebraica affinché anche il nostro Paese si unisca alla richiesta di liberazione. Il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici ha rivolto un appello al premier Matteo Renzi .affinché la voce dell'Italia possa pesare nello sforzo internazionale e i tre giovani ragazzi israeliani vengano liberati».