nell'attesa dell'incontro di domani in Vaticano, tralasciamo i pezzi sui preparativi che sono usciti oggi, 07/06/2014, sui giornali. Scegliamo invece l'intervista di Marco Ansaldo su REPUBBLICA, a pag.21, con il titolo "Il patriarca Bartolomeo 'Con il Papa a Roma per aiutare la pace' ", da Istanbul.
Marco Ansaldo Patriarca Bartolomeo
Ecco il pezzo:
«Vengo a Roma per partecipare a questo momento importante c he sarà la preghiera comune. Con il sostegno di Dio dobbiamo aiutare la politica e la diplomazia nel raggiungere la pace per i conflitti di una regione travagliata». Con voce baritonale, Bartolomeo I, al secolo Dimitrios Archondonis, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, si esprime in italiano perfetto. A Istanbul, nel quartiere greco del Fanar, la Cattedrale di San Giorgio sembra un fortino assediato di fronte all'esuberanza anche numerica della popolazione di fede islamica. La Turchia non riconosce al Patriarcato valore istituzionale, e le leggi sulle minoranze religiose assegnano solo il titolo di "Patriarca ortodosso dei Romani di Fener". Ma per Bartolomeo I questo è un periodo di grande fermento. L'altra settimana Francesco, il Papa cattolico, lo ha invitato a sorpresa nel suo viaggio in Medio Oriente. E questa mattina, inoltre, il Patriarca sbarca a Roma, per partecipare domani da protagonista all'incontro di preghiera in Vaticano assieme al Pontefice, al presidente israeliano Shimon Peres e al leader palestinese Abu Mazen.
Santità, che cosa vi aspettate da questa iniziativa inedita?
«E' un'iniziativa tesa alla pace in una regione attraversata da conflitti, dove la politica e la diplomazia non sono riuscite a raggiungere, purtroppo, risultati duraturi».
E voi come contate di farlo?
«Ci riuniremo, così come il Papa di Roma ha offerto di incontrarci nella sua casa, con una preghiera comune assieme al capo di Stato israeliano e al presidente palestinese. Lì ognuno pregherà Dio».
Con la speranza di centrare quale obiettivo?
«La speranza è comune. Ed è quella di ottenere due risultati: a )che Dio ci ascolti; b ) di dare un segnale sia in Asia sia in Europa che con l'aiuto di Dio si possono raggiungere dei risultati concreti».
Per arrivare a che cosa?
«Per arrivare alla pace, possibilmente. Raggiungere la pacel à dove la politica e la diplomazia per ora non sono riuscite a farlo. Dare una spinta e un sostegno a questi sforzi».
Farlo assieme avrebbe un impatto diverso?
«Assolutamente. Cristiani, ebrei e musulmani possano mostrare a tutti che anche il mondo religioso è impegnato su questo fronte. Vogliamo esprimere una parola per una soluzione condivisa. Noi, tutti insieme, ci proviamo».
Come è andato il viaggio cornpiuto con Papa Francesco a Gerusalemme? «Molto bene. Così come fecero 50 anni fai nostri predecessori, il Patriarca ecumenico Athenagoras e Papa Paolo VI, abbiamo voluto incontrarci in Terra Santa. E questo nostro incontro è stato una fonte di intensa gioia spirituale». Nel volo di ritorno in Italia Francesco ha detto: "Con Bartolomeo abbiamo parlato dell'unità: ma l'unità si fa lungo la strada, l'unità è un cammino"». «Confermo. Come abbiamo scritto nella Dichiarazione congiunta "Il nostro incontro fraterno è un nuovo, necessario passo sul cammino verso l'unità alla quale soltanto lo Spirito Santo può guidarci: quella della comunione nella legittima diversità"».
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