mercoledi` 20 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.06.2014 Obama in Polonia: l'annuncio di una nuova politica estera ?
Cronaca di Massimo Gaggi

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 giugno 2014
Pagina: 13
Autore: Massimo Gaggi
Titolo: «L'America torna in Europa. Soldati e aiuti finanziari a difesa dei Paesi dell'Est»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/06/2014, a pag. 13, l'articolo di Massimo Gaggi dal titolo "L'America torna in Europa. Soldati e aiuti finanziari a difesa dei Paesi dell'Est".

                       
Massimo Gaggi      Obama e il presidente polacco Bronislaw Komorowski 


VARSAVIA — Un miliardo di dollari per finanziare l’invio, a rotazione, di più soldati e sistemi d’arma Usa nei Paesi alleati dell’Est europeo che si sentono minacciati da Mosca: è la sostanza dell’Iniziativa di Rassicurazione Europea lanciata ieri dagli Stati Uniti. Il «guerriero riluttante» della Casa Bianca stavolta interpreta con più convinzione il ruolo di leader dell’Occidente garante della sicurezza degli alleati davanti a una possibile aggressione russa. Barack Obama resta convinto che, prima o poi, Putin dovrà rendersi conto che il suo attacco all’Ucraina, oltre che inaccettabile, è antistorico: crea una situazione insostenibile nel mondo globalizzato. Un mondo nel quale le armi dell’economia — che il presidente Usa cerca di mobilitare massicciamente contro il neoimperialismo di Mosca — contano più dei carri armati e dei missili.
Ma ieri, appena atterrato a Varsavia, Obama ha scelto ugualmente di evocare l’uso della forza militare: è andato a salutare i piloti dell’Air Force americana che in questo momento sono di stanza in Polonia e il primo incontro col presidente polacco Bronislaw Komorowski l’ha avuto davanti al muso di quattro cacciabombardieri F-16, due americani e due polacchi, che attualmente operano nella base di Okecie. Poi, nella conferenza stampa al Palazzo del Belvedere, sede della presidenza polacca, il leader democratico ha cercato in tutti i modi di rassicurare gli alleati intimoriti dalle mosse di Mosca, scandendo che gli Stati Uniti non si tireranno indietro: «Nella Nato non ci sono Paesi di serie A e di serie B, vecchi e nuovi alleati hanno lo stesso peso e lo stesso diritto ad essere difesi da tutti. Interverremo per proteggere qualunque Paese dell’Alleanza che finisca sotto attacco».
Accusato di essere stato troppo morbido con la Russia come con i talebani (ieri il presidente ha rivendicato la legittimità della decisione di scambiare l’ultimo soldato Usa rimasto nelle mani dei ribelli afghani con cinque pericolosi terroristi), Obama ha approfittato delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della riconquista della libertà da parte della Polonia per promettere un rafforzamento del dispositivo militare Usa non solo nelle basi europee di terra, ma anche nei mari vicini alla Russia: il Baltico e il Mar Nero. Un impegno confermato soprattutto per rassicurare una Polonia davvero atterrita: «È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che un Paese europeo si annette una parte di un altro Paese europeo», ha ricordato ieri il ministro degli Esteri di Varsavia. Ma la celebrazione della vittoria di Solidarnosc nelle prime elezioni libere di una Polonia che nell’89 era ancora nell’orbita sovietica, hanno consentito a Obama di trasmettere il suo messaggio anche ai leader degli altri Paesi alleati venuti per l’occasione a Varsavia: Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Repubblica Ceca e le tre repubbliche baltiche.
L’esibizione di muscoli da parte della Casa Bianca democratica ha impressionato proprio perché insolita, anche se non è chiaro se abbia davvero soddisfatto i polacchi che chiedono di più: non la rotazione di squadroni di aerei e reggimenti dislocati per periodi limitati nei Paesi dell’Est europeo, ma la creazione di basi americane permanenti. Washington non intende fare una scelta di questo tipo: sarebbe molto costosa (spese che i Paesi dell’Europa occidentale, ad esempio, non sono disposti a sostenere) e potrebbe spingere la Russia a un’escalation del riarmo.
Ma, oltre a ostentare il rinnovato impegno militare americano in Europa (dove gli Usa hanno ancora 67 mila militari), ieri Obama ha mandato altri due messaggi. Il primo a Putin. A differenza di Hollande, di Cameron e della Merkel, il presidente americano non ha in calendario un incontro formale col leader russo, ma ieri ha ammesso che non esclude un colloquio informale né una ripresa del dialogo qualora Mosca confermerà la svolta più moderata dei giorni scorsi: «Se lo incontrerò gli spiegherò che non intendo minacciarlo e che è nell’interesse della Russia smettere di aggredire l’Ucraina. Gli dirò che non credo in un mondo diviso in sfere d’influenza». Ma, anche se Mosca farà d’ora in poi le cose giuste (come l’accordo sul gas che i russi stanno negoziando col governo ucraino), «ricostruire un rapporto di fiducia richiederà molto tempo».
L’altro messaggio è ai partner Ue della Nato ai quali, come aveva già fatto due mesi fa a Bruxelles, Obama chiede di spendere di più: «Abbiamo visto un declino costante dell’impegno dei nostri alleati. Questo deve finire». Anche se hanno difficoltà di bilancio, gli europei devono tornare a «investire» sulla loro difesa. Come sta facendo la Polonia che ha deciso di alzare al 2 per cento del Pil il suo stanziamento per l’apparato militare. E questa percentuale è, secondo la Casa Bianca, l’obiettivo che tutta l’Europa dovrebbe darsi.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT