Attentato a Bruxelles: è l'odio contro Israele che arma i nuovi assassini di ebrei Commento di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 02 giugno 2014 Pagina: 25 Autore: Pierlugi Battista Titolo: «Incapaci di vedere il nuovo antisemitismo»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/06/2014, a pag. 25, l'articolo di Pierluigi Battista dal titolo "Incapaci di vedere il nuovo antisemitismo".
Pierluigi Battista Sul luogo della strage di Bruxelles
Vedremo se a compiere la strage al Museo ebraico di Bruxelles è stato davvero il francese jihadista fermato ieri, il quale peraltro rivendica l'attentato a colpi di Kalashnikov in un video-confessione sequestrato dalla polizia. Ancora una volta si confermerebbe la testarda incapacità di capire in che cosa consiste il nuovo feroce antisemitismo che sta insanguinando l'Europa. O la voglia di raffigurare gli assassini antisemiti come spettri di un orrendo passato e non come portabandiera di un nuovo odio fondamentalista in cui l'«ebreo» rappresenta un'incarnazione satanica, l'«oppressore» più crudele e dunque degno di essere sterminato. In fondo sarebbe più rassicurante pensare agli antisemiti dei nostri giorni come dei mostri orribili ma conosciuti e ben collocati nelle nostre categorie mentali. Una banda di teste rasate e vuote con le svastiche tatuate, energumeni invasati da un'ideologia mai sepolta, epigoni di un orrore che allunga i suoi tentacoli anche nel nuovo secolo, sempre lugubremente uguale a se stesso. Ci fa invece più paura il nuovo antisemitismo globale perché mette in discussione le nostre certezze e sconvolge i nostri paradigmi. Perché ci costringerebbe a riconoscere che la guerra santa contro Israele è il vero esplosivo che arma nel mondo gli assassini degli ebrei. Per questo non vogliamo vedere, e facciamo finta che i fatti non esistano. Anche due anni fa, quando tre bambini e un adulto furono massacrati in un attentato alla scuola ebraica di Tolosa, per qualche giorno facemmo finta di non vedere, ci accodammo alla teoria preconfezionata secondo la quale a uccidere bambini ebrei sarebbero stati i soliti «razzisti», i soliti «neo-nazi», la solita «internazionale nera». Non ci piaceva, anche in quella occasione, riconoscere che si stava saldando una perversa alleanza tra antisemiti di vecchio e nuovo stampo. E che l'odio per Israele era diventato il nuovo materiale incendiario capace di accomunare in un'unica crociata di terrore i seguaci di un efferato neo-nazismo e i guerrieri di un antisionismo stragista e nutrito di un'avversione totale per gli ebrei. Volevamo tracciare una linea di demarcazione in cui il Male fosse localizzato in piccoli gruppi di mostri, non nel campo di chi dice di lottare contro l'«oppressione sionista». E anche nel 2006, quando il giovane ebreo Ilan Halimi venne rapito a Parigi, torturato in un appartamento della banlieue a maggioranza musulmana, arso vivo e gettato lungo la ferrovia, gli investigatori francesi non vollero dar credito alla pista antisemita, salvo poi sentire la banda dei rapitori assassini gridare durante il processo: «Allah Akbar, gli ebrei sono nemici da combattere per il bene dell'umanità». Non vogliamo mai vedere, nemmeno l'esodo silenzioso di tanti ebrei francesi, catturati dalla paura. E continuiamo a costruire bersagli di comodo, mostri più facili da identificare per non capire mai perché gli ebrei continuino a essere uccisi, come ebrei, nel cuore dell'Europa.
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