Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 12/04/2014, a pag.12, una breve dal titolo "La Via crucis alla palestinese ", apparentemente un episodio di interesse marginale, avvenuto in una cittadina di provincia. Lo riteniamo invece significativo per capire fino a che punto può arrivare la manipolazione dell'informazione, in questo caso con la complicità della Chiesa cattolica, nella persona del parroco don Vittorio. Non è un caso isolato, sempre più parrocchie sono luoghi di attiva collaborazione con la proganda palestinese contro Israele.
Chiediamo ai nostri lettori, oltre a comunicare la loro opinione al Giornale, di scrivere ai giornali cattolici, sollecitandoli a intervenire. Il loro silenzio sarebbe un indubbio segno di complicità.
Avvenire: lettere@avvenire.it
L'Osservatore Romano: ornet@ossrom.va
Famiglia Cristiana: famigliacristiana@stpauls.it
Ecco l'articolo:
A Motta di Livenza (Treviso) è andata in scena una curiosa Via crucis che ha scatenato le ire di molti cattolici. La processione religiosa che ricorda il calvario di Gesù si è trasformata in una protesta «politica» dedicata ai disagi del popolo palestinese per il muro che separa Israele e la Palestina. L'iniziativa lanciata da un militante di sinistra è stata raccolta dal parroco don Vttorino. Le stazioni sono state soltanto otto anziché le tradizionali 14, intervallate da canti e testimonianze di persone che sono state in Palestina, con tanto di immagini proiettate su un telone. Invano alcuni parrocchiani hanno tentato di far cambiare idea al parroco invocando invece un dibattito pubblico («E un'iniziativa politica filopalestinese, grottescamente l'ebreo Gesù Cristo verrà usato contro gli ebrei di oggi») ma nonostante un vorticoso giro di email e telefonate l'unico «successo» ottenuto dai parrocchiani più «ortodossi» è stato quello di coinvolgere con una riflessione il vescovo cattolico di Nazareth, originario di quelle zone. E la polemica impazza.
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