Martin Shulz alla Knesset
Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz non è un ignorante, conosce benissimo la situazione mediorientale. All'origine delle sue menzogne c'è la politica della UE, e lui la rappresenta.
La notizia è stata ignorata dall'UNITA', si vede che che Udg era distratto, dal FATTO quotidiano, non ci stupiamo, sul MANIFSTO poche righe per dire che Schulz ha detto il vero. Buona la cronaca di REPUBBLICA di Fabio Scuto, anche nel titolo, che evidenzia la parola "bugiardo".
Riprendiamo due articoli, Fiamma Nirenstein sul GIORNALE e Davide Frattini sul CORRIERE della SERA:
Il Giornale-Fiamma Nirenstein: " Schulz mente alla Knesset: che eurogaffe"
Fiamma Nirenstein
Sei europeo? Allora su Israele ormai sai soltanto bugie, e le ripeti, senza verificarle, a chi ti capita, così, tanto per chiaccherare. Ne ha dato un esempio ieri alla Knesset il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Ha detto dal podio che un giovane palestinese (ha detto così) gli ha riferito che i palestinesi usufruiscono di 17 litri di acqua al giorno e i soliti israeliani di 70. Ma non aveva verificato, e l'ha detto. E allora perché sprecare un'occasione preziosa per dimostrare l'amicizia dell'Europa all'unico Paese democratico e minacciato di morte in Medio Oriente, un'isola di stabilità in un mare di terrorismo? I dati sono sbagliati: un palestinese riceve 110mila litri d'acqua all'anno, e un israeliano intorno ai 160mila. Schulz dice che un israeliano riceve 4,12 volte più acqua di un palestinese, ma il conto vero è ben lontano: una volta e mezzo. E ragionevole pensare che la cura dell'acqua in tanta siccità sia tutto frutto di lavoro israeliano. Inoltre, anche nei momenti in cui il sangue israeliano scorreva per tutte le strade di Gerusalemme, mai l'acqua ha cessato di arrivare ai rubinetti palestinesi. Schultz ha anche accusato Israele di assediare Gaza, forse non ricorda che Israele l'ha lasciata nel 2005 e da allora Hamas lo bombarda di missili e promesse di distruzione. Schulz desidera che i terroristi siedano ai bar di Tel Aviv? Alcuni membri del parlamento sono usciti dall'aula, non è bello trovarsi in casa un ospite malevolente e bugiardo.
Corriere della Sera-Davide Frattini: " Schulz parla alla Knesset, i deputati lo contestano "
Davide Frattini
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — «Un giovane palestinese mi ha chiesto perché abbia diritto a 17 litri d’acqua al giorno, quando gli israeliani possono consumarne 70. Mi ha commosso e adesso giro a voi la sua domanda». La risposta di Naftali Bennett e dei suoi deputati è stata alzarsi in piedi e lasciare l’aula della Knesset dove Martin Schulz stava parlando. La visita e il discorso del presidente dell’Europarlamento avrebbero dovuto rattoppare i buchi diplomatici nelle relazioni tra Israele e l’Unione Europea. Lo strappo è invece diventato ancora più grande.
Il premier Benjamin Netanyahu ha scelto di non criticare la protesta del suo ministro dell’Economia e leader del partito ultra-nazionalista Focolare ebraico. Le parole di rammarico sono state indirizzate a Schulz: «Ha dato retta a una sola fonte e purtroppo sta diventando il vizio degli europei. Ha ammesso di non aver controllato i dati. È quello che succede sempre: ascoltano, non verificano, lanciano accuse».
Bennett ha considerato inaccettabili anche la denuncia contro le nuove costruzioni nelle colonie in Cisgiordania e le critiche al blocco della Striscia di Gaza. «Non sono disposto a ricevere lezioni basate su falsità. Soprattutto in tedesco». Alla cena ufficiale Yuli Edelstein, il presidente della Knesset, ha continuato a polemizzare con Schulz. «Le dichiarazioni inesatte che vengono pronunciate ogni giorno contro di noi contribuiscono a delegittimare Israele».
Andreas Michaelis, l’ambasciatore tedesco, ha definito irrispettosa la provocazione di Bennett, che ha lasciato capire: l’Olocausto toglie il diritto a Schulz di attaccare lo Stato ebraico. «Il presidente dell’Europarlamento è un sostenitore di Israele — ha ribadito l’ambasciatore — ed è sempre aperto al dialogo».
Nel discorso Schulz ha citato Willy Brandt («La pace non è tutto, ma senza la pace tutto è niente») e lo ha definito «il premio Nobel che combatté i nazisti tedeschi e si inginocchiò davanti al memoriale che commemora gli ebrei sterminati». A sorpresa ha ricordato anche Ariel Sharon. «Disse una frase per cui lo ammiro: “È impossibile avere uno Stato ebraico democratico e allo stesso tempo controllare tutta la Grande Israele. Se insistiamo nell’inseguire interamente un sogno, rischiamo di perderlo del tutto”».
Il partito di Bennett rappresenta i coloni che stanno ancora inseguendo quel sogno e sono contrari a un accordo di pace con i palestinesi: le terre conquistate nella Guerra dei 6 giorni devono secondo loro restare israeliane. Gli americani — rivela il telegiornale del Canale 10 — temono che Bennett e altri oltranzisti nel Likud, la formazione del premier Netanyahu, riescano a compromettere i negoziati condotti da John Kerry, il segretario di Stato americano. Dan Shapiro, ambasciatore Usa a Tel Aviv, ha ricevuto istruzioni di incontrare i rappresentati delle fazioni più estremiste.
Schulz ha visitato anche Ramallah e nel discorso ha elogiato il presidente palestinese Abu Mazen. Agli israeliani ha promesso che l’Unione Europea non metterà in atto un boicottaggio economico, se le trattative dovessero saltare. È quello che teme Yair Lapid, il ministro delle Finanze, ed è quello che temono i manager e gli imprenditori israeliani.
Il rischio di sanzioni o di perdere investimenti dall’Europa sta cominciando a preoccupare anche Netanyahu che vuole rispondere con una campagna globale di pubbliche relazioni.
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