Nel silenzio completo dei nostri quotidiani, ecco una notizia che aiuta a capire meglio la politica di Recep Tayyip Erdogan. Eppure la Turchia fa parte della NATO e ancora molti scriteriati ministri degli esteri -tra i quali il notro - vorrebbero la Tuchia in Europa. E' orribile quanto racconta Fiamma Nirenstein sul GIORNALE di oggi, 28/10/2013, a pag. 13, con il titolo "Erdogan 'regala' dieci spie israeliane all'Iran". Ci chiediamo come un atto così scellerato non sia stato giudicato degno di menzione sui nostri media, nè riferito in nessun TG.
Caro Rohani, ecco l'elenco delle spie di Israele..
Fiamma Nirenstein
Ecco l'articolo:
I servizi turchi probabilmente hanno approfittato della antica, consolidata collaborazione con il Mossad per tendergli una trappola, e consegnare una rete intera di spie israeliane all'Iran. È questa la triste verità della spy story più sporca dell'anno, una vendita impensabile solo qualche anno fa. La storia dice chiaro due cose: la prima è che Erdogan è incontrollabile, alla ricerca di nuove alleanze, mosse egemoniche, primati islamisti; la seconda, che Obama non sa valutare chi sono i suoi alleati e comunque ha perso la presa. Ne deriva un terzo problema: la Turchia è nella Nato, ovvero è un nostro alleato militare, e invece conduce una sua guerra privata e sceglie i suoi amici fra i peggiori.
La storia l'ha rivelata qualche giorno fa sul Washington Post David Ignatius: proprio lui a Davos, nel 2009, presiedeva il dibattito fra Tayyp Erdogan e Shimon Peres quando Erdogan inaugurò la campagna di odio contro Israele dando di assassino al vecchio Premio Nobel per la Pace. Il dibattito fu rovinato, ma ora Ignatius ha restituito pan per focaccia. Ha scoperto che il capo dei servizi turco Hakan Fidan, amico dell'Iran sciita (la Turchia è sunnita) e, dalla parte sunnita, sostenitore delle forze più estreme (fino ad Al Qaida) anti Assad, ha consegnato agli iraniani un gruppo di dieci uomini del Mossad che agivano su territorio della Repubblica islamica. Una volta catturate, le spie probabilmente hanno subito la condanna a morte: nei mesi scorsi le esecuzioni si sono moltiplicate. Perché la vicenda è stata rivelata adesso? E perché è stato rotto il codice non scritto per cui la politica non vale e fra servizi segreti non ci si tradisce l'un l'altro? Qui poi, i rapporti erano sigillati da decenni di collaborazione: fu David Ben Gurion che firmò con il presidente Adnan Menderes nel 1958 un trattato di amicizia fra intelligence, un pilastro della stabilità mediorentale.
Forse le fonti di Ignatius, se americane, hanno ritenuto di mandare a dire a Israele che stia un po’ attento,e anche comprenda che l'Iran non è isolato, specie in questa fase in cui Obama parla con il nuovo presidente Rouhani. Per consolazione gli Usa hanno cancellato la vendita di 10 droni alla Turchia. Messaggio a Erdogan: hai esagerato.
Ma il perché Erdogan abbia compiuto un gesto così estremo risiede dentro la sua politica, ormai poco credibile da una parte alla ricerca del consenso europeo, ma dall'altra della leadership panislamica. L'Iran è certo compiaciuto, ma ora nessuno si fiderà mai più dell'intelligence turca, che era rinomata. Inoltre l'odio antisraeliano di Erdogan, la sua bandiera durante le rivoluzioni arabe in cui sosteneva la sua Fratellanza Musulmana, è giunto al ridicolo: ha sostenuto che Morsi è stato rovesciato da una congiura israeliana, ha bloccato il riavvicinamento promosso da Obama fra lui e Netanyahu, le perfidie su Israele si sono accompagnate a parole di disprezzo verso tutto l'Occidente, all'invito a Hamas, a minacce a Cipro, a incursioni nella vicenda dell'uranio arricchito dell'Iran.. Il ruolo regionale si è appannato, mentre col caso Ergenekon generali, avvocati, giornalisti sono stati incarcerati e si affermavano leggi che proibiscono di «offendere l'islam» e bere alcool. Erdogan ha represso decine di migliaia di dimostranti. Era sicuro di convincere Obama a una spedizione punitiva contro Assad: non è accaduto e i suoi confini si riempiono di profughi siriani. Così, cerca di recuperare con un favore al regime iraniano, il patron di Assad che invece combatte in Siria. Un'ideona.
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