Sul GIORNALE di oggi, 24/07/2013, a pag.14, con il titolo "L'Europa ipocrita su Hezbollah terrorista" Fiamma Nirenstein analizza la decisione presa dalla Ue su Hezbollah.
Fiamma Nirenstein
Gli Hezbollah sono finalmente nella lista nera dell’Europa anche se solamente con la loro cosiddetta ala militare. L’Europa ha sofferto alquanto nel mettere la parola “terrorista” accanto al nome “Hezbollah”, partito di Dio, ma alla fine ce l’ha fatta. Ci sono voluti quintali di materiali su fatti noti da decenni, come l’uccisione dei marines e dei soldati francesi in Libano nell’83, dopo l’attacco all’ambasciata di Israele a Buenos Aires nel ‘92 con 29 morti, e poi nel ‘94 l’uccisione di 85 persone nell’esplosione del Centro Ebraico, l’arresto in Egitto due anni fa di 49 Hezbollah che pianificavano attacchi, l’attacco all’autobus di Burgas nel luglio 2012, la sequenza degli anni 80 in Spagna (18 uccisi) e in Francia (13 persone). Feriti a centinaia, sequestri di aerei, agguati, delitti silenziosi... e l’attentato a Rafik Hariri ucciso con altri 21 nel 2005, il complotto contro l’ambasciatore saudita negli USA, l’attacco all’UNIFIL nel maggio 2011, e Messico, Georgia, New Delhi. Non c’è zona vergine, per non parlare degli attacchi continui a Israele, ai tiri di missili e ai rapimenti che hanno portato all’ultima guerra. L’Europa dopo aver molto nicchiato ha deciso di guardare negli occhi l’orrore: quello è terrorismo, e gli Hezbollah ne sono gli autori. Ma perché adesso? La ragione è semplice: gli Hezbollah, che fino alla guerra siriana erano in fondo nient’altro che un acerrimo nemico d’Israele e dell’imperialismo americano, e quindi normalmente biasimabili, sono passati dalla parte sbagliata della mappa alleandosi a Bashar Assad e quindi contribuendo allo scandalo mondiale della repressione sanguinosa del rais. L’Europa non ha potuto evitare di vedere. Finalmente, e quanto in ritardo. Ed ecco un altro evento: John Kerry, ottenendo la riapertura dei colloqui di pace israelo-palestinesi ha rafforzato l’idea che, nonostante tanti fallimenti, gli USA non hanno ancora un ruolo forte in Medio Oriente. Questo, a fronte della squinternata decisione europea che taglia i fondi a qualsiasi cooperazione commerciale con il West Bank, e di fatto nega il valore dei negoziati sui prossimi confini di “due Stati per due popoli”. Dunque, ecco che si concretizza un gesto di interventismo europeo in Medio Oriente, contraltare a quello americano. Ma l’Europa resta il solito signor Tentenna e condanna solo l’ala militare, che non esiste senza quella politica. E’ vero che gli Hezbollah siedono nel parlamento libanese, e questo è un problema. Lo è anche avere i nostri soldati al confine fra Israele e il Libano quando gli Hezbollah si arrabbiano, e lo sarà anche, in generale, avere irritato Nasrallah, il segretario generale del consiglio della Shura che può decidere una reazione antieuropea. Solo lui decide. Lo disse anche Muhammad Fannish, membro del consiglio politico degli Hezbollah parlando a Al Manar: “Nessuna differenza è mai stata fatta fra l’ala militare e quella politica”. Infatti, esistono suddivisioni interne (politica, militare, sociale, dell’informazione) che riflettono la crescita economica e sociale degli Hezbollah, la sua volontà di essere parte diligente nella società libanese e nel mondo, l’enorme forza delle sue strutture armate che constano di missili molto avanzati fornitigli dall’Iran con l’aiuto siriano. Ma il Majlis Shura al Qarar, il Consiglio cui tutti fanno capo, civili, militari, parlamentari, giudici, filantropi, è governato da Nasrallah. Tutti gli attentati di Hezbollah, insomma, non sono mai stati decisi da un’ala militare soltanto. Hezbollah in questo momento, non è in buone condizioni: i giovani mandati a combattere in Siria tornano abbastanza spesso nelle bare; Hezbollah si ritrova la pressione armata dei ribelli fin dentro casa, a Beirut. Forse per la prima volta viene messo in discussione dal popolo libanese. Si è riformata un’alleanza sunnita cristiana, anche molti sciiti, quando ne hanno il coraggio, criticano Nasrallah e temono l’odiato sconfinamento siriano. Il popolo libanese oggi potrebbe sognare una società liberata dal ruolo degli Hezbollah. Il Medio Oriente se ne gioverebbe immensamente, forse si potrebbe riaprire un sogno di pace con Israele. Ma l’Europa deve riaprire il capitolo: Hezbollah è tutta quanta un’organizzazione terrorista.
Per inviare al Giornale la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante