Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/06/2013, a pag. 47, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " McDonald's, le colonie israeliane e la politica degli hamburger ".
La notizia viene trattata anche da Rolla Scolari sul GIORNALE e Giordano Stabile sulla STAMPA. Scolari, Stabile e Frattini insistono nel definire Ariel 'colonia', ma, come scrive Frattini stesso nel suo articolo, Ariel, città di circa 20000 abitanti, "è uno degli insediamenti che il governo israeliano vuole mantenere anche dopo un'eventuale intesa con i palestinesi, pezzi di Cisgiordania che verrebbero scambiati con altri territori".
Non che la decisione del responsabile di McDonald's Israele (Omri Padan) stupisca più di tanto, visto che è anche uno dei fondatori di Peace Now, sempre in prima linea nel dimostrare fiducia cieca, pronta ed assoluta verso la controparte palestinese, anche quando i fatti lo smentiscono.
Ecco l'articolo:
Ariel Sharon non dava ascolto ai medici che gli ordinavano di rispettare la dieta. La voracità e la passione per gli hamburger dell'ex primo ministro, in coma dal 4 gennaio del 2006, avrebbe potuto essere frenata solo dall'appetito politico. Da uno scontro ideologico con la società che gestisce la catena McDonald's in Israele: il proprietario ha rifiutato di aprire un nuovo locale nella colonia di Ariel, una delle più grandi con quasi 20 mila abitanti. Omri Padan l'aveva già proclamato in un'intervista quindici anni fa al quotidiano Haaretz: «Il nostro marchio non apparirà mai al di là della Linea Verde, nei territori conquistati nel 1967. Ho il privilegio di non dover scendere a compromessi con i miei principi».
Padan è tra i fondatori del movimento Peace Now, che spinge per un accordo con i palestinesi e la fine dell'occupazione in Cisgiordania. La decisione della McDonald's locale è stata annunciata nei giorni in cui John Kerry, il segretario di Stato americano, arriva a Gerusalemme per provare a rilanciare i negoziati. I deputati della destra vogliono rispondere al boicottaggio con il boicottaggio. Eli Yishai del partito religioso Shas promette di andare a mangiare un panino da Burger Ranch (catena che vuole aprire ad Ariel) e di voler farne consegnare uno all'ufficio di Padan: «Azzurro e bianco come la nostra bandiera, così capirà che i confini di Israele sono stati aggiornati».
Ariel è uno degli insediamenti che il governo israeliano vuole mantenere anche dopo un'eventuale intesa con i palestinesi, pezzi di Cisgiordania che verrebbero scambiati con altri territori. Che le frontiere del 1967 siano o meno una precondizione per le trattive è uno dei punti più complicati da affrontare per Kerry. La politica degli hamburger da sinistra (e le reazioni degli ultranazionalisti) dimostrano che non sarà facile convincere gli israeliani e i palestinesi ad accettare compromessi.
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante