giovedi` 28 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.06.2013 L'occidente miope applaude, non Azar Nafisi, grazie alla rigorosa intervista di Alessandra Farkas
Breve rassegna dei (quasi tutti) plaudenti

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 giugno 2013
Pagina: 12
Autore: Alessandra Farkas
Titolo: «Con lui gli ayatollah sperano che l'America tolga le sanzioni»

Come era prevedibile, tutti  i giornali sono oggi, 16/06/2013, colmi di cronache e commenti, (quasi) tutti allineati nel plauso alla vittoria del 'moderato' Hassan Rohani. Sul CORRIERE della SERA , Francesco Battistini descrive la commovente vita privata del nuovo presidente, mentre Farian Sabahi, nota trombettiera che presenta sempre il lato positivo del potere (quello vero) in Iran, caduto Ahmadinejad, si concede  qualche critica, sempre utile per spacciarsi equidistante. Sulla STAMPA, alla nostra Ministra degli Esteri non par vero di poter lanciare la proposta di invitare Rohani, " senza più mettere le dita negli occhi del regime", dichiara di fronte al "gran bel risultato". E brava Emma Bonino, niente più "dita negli occhi" al regime criminale degli ayatollah, ma tanto dialogo e soprattutto cortesie.  Non sono eccezioni, la linea è questa, su tutti i giornaali, rivelatrice della assoluta cecità  di fronte alla leadership iraniana.
Fa eccezione, sul CORRIERE della SERA, l'intervista, che riportiamo, di Alessandra Farkas a Azar Nafisi, l'autrice di "Leggere Lolita a Teheran", rifugiata negli Usa, da dove continua a comunicare il suo pensiero senza peli politicamente corretti sulla lingua. Merito della corrispondente del Corriere l'aver raccolto con assoluta precisione le sue valutazioni. Oggi, l'unico articolo che ci permette di capire che cosa è successo ieri a Teheran.
Un piccolo giallo ci viene invece da REPUBBLICA, dove Pietro Del Re intervista la stessa Nafisi, si desume dal breve pezzo, via telefono, dove le sue dichiarazioni  appaiono alquanto edulcorate rispetto alla analisi severissima contenuta nel pezzo di Alessandra Farkas. Come mai ?

Ecco l'intervista di Alessandra Farkas:


Azar Nafisi                                         Alessandra Farkas

Hassan Rohani

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK — «La vittoria di Hassan Rohani è la chiara dimostrazione che le sanzioni dell'Occidente hanno funzionato». Al telefono da Washington, dove insegna alla Johns Hopkins University, l'autrice di Leggere Lolita a Teheran Azar Nafisi invita il mondo a «non farsi illusioni perché il successore di Ahmadinejad non è un moderato e tantomeno un riformista». «Il suo trionfo non è affatto una sorpresa — spiega — ma è stato studiato a tavolino dall'ayatollah Ali Khamenei per due scopi ben precisi: da una parte convincere l'Occidente a rimuovere le sanzioni, dall'altra placare un'opinione pubblica interna, il cui scontento ha raggiunto livelli allarmanti. È una costante nella politica iraniana».
Che cosa intende dire?
«L'Occidente miope non sembra accorgersi che, ogni volta che finisce nell'angolo, il regime tira fuori dal cappello un presunto riformatore. Era già successo con Khatami e Rafsanjani, sulla carta ben più progressisti di lui, anche se si è visto che fine abbiano fatto. Oggi il Paese è spaccato in due tra un'élite che va in giro in Porsche e fa shopping da Bulgari e una massa di indigenti che non può neppure permettersi di comperare i pomodori».
Eppure il Paese è già in festa per la sua vittoria.
«È la sindrome del carcerato, come mi ha spiegato oggi un'amica pittrice che vive a Teheran. Se da dietro le sbarre ti chiedono di scegliere tra il guardiano che non apre mai la finestra e ti passa solo pane e acqua e quello che ti da un pasto vero e cambia l'aria tutti i giorni, scegli con gioia quest'ultimo».
Rohani ha promesso aperture in politica interna ed estera.
«Gli sarà impossibile non diventare l'ennesima marionetta del regime perché così ordina la costituzione iraniana che ripone tutto il potere nelle mani del Leader Supremo. Servirebbe un leader che avesse il coraggio di cogliere l'occasione storica e porsi come guida di una nuova rivoluzione, partendo, appunto, dall'immediata revisione della Carta costituzionale».
Ma è certa che quello non possa essere Rohani?
«Nessuno in Iran ci spera dopo il tradimento di Khatami, che durante gli scontri tra polizia e studenti nel 2009 non mosse un dito per difendere questi ultimi. E mentre parlava con l'Occidente sviluppava di nascosto il nucleare. Quando Rohani chiederà scusa per gli errori del passato e si batterà per la libertà di espressione nel Paese comincerò a credergli».
Riuscirà a convincere l'Occidente al dietrofront sulle sanzioni?
«Obama si aspetta un primo passo che lui darà attraverso la riapertura del dossier nucleare e offrendo loro un ruolo di mediatore tra la Siria e l'Occidente».
Quanto ci vorrà ancora prima di vedere un Iran libero e democratico?
«Nessuno può dirlo con esattezza ma quando il cambiamento verrà sarà improvviso e inarrestabile, proprio come è successo in Russia. L'Iran è l'Unione Sovietica del Medio Oriente: il fallimento dell'ideologia segnerebbe il tracollo del fondamentalismo in tutta la regione».

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT