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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.03.2013 Human Rights Watch ne imbrocca una e smaschera Pallywood
si scopre che il bambino è stato ucciso da un razzo di Hamas e non da Tzahal

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 marzo 2013
Pagina: 21
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Razzo di Hamas dietro l'icona del dolore palestinese - E’ la foto simbolo del dolore palestinese ma l’Onu rivela che a colpire fu un razzo di Hamas»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/03/2013, a pag. 21, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Razzo di Hamas dietro l'icona del dolore palestinese". Dal sito internet del CORRIERE della SERA, l'articolo di Monica Ricci Sargentini dal titolo " E’ la foto simbolo del dolore palestinese ma l’Onu rivela che a colpire fu un razzo di Hamas ".

Finalmente si scrive la verità sulla macchina di propaganda palestinese che è Pallywood. Nella foto a destra, si vede un padre piangere la morte del figlio. Ovviamente tutti hanno subito puntato il dito contro Israele. E chi, se no, poteva essere l'assassino crudele di bambini, se non un qualche perfido soldato di Tzahal ?
Human Rights Watch, dopo mesi, scopre che la vittima, in realtà, è morta sotto a un razzo di Hamas. Ci sarebbe piaciuto leggere qualcosa su altri giornaloni italiani. Repubblica ha pensato bene di manscherare la notizia nella didascalia di una foto ad un articolo di Adriano Sofri sull'Unicef, per il resto zero.
Inutile sottolineare che, dopo aver smascherato la bufala della foto, Human Rights Watch è tornata quella di sempre e ha accusato Israele di non aver "
preso tutte le misure necessarie per verificare che gli obbiettivi fossero militari". Che cosa dovrebbe fare uno Stato bersagliato quotidianamente dai razzi di Hamas ? Stare fermo e continuare a subire, mentre magari manda in avanscoperta due o tre soldati per vedere che le postazioni dei razzi non siano troppo vicine ad abitazioni ? Magari permettere anche che qualche altro soldato venga rapito da Hamas ?
Ecco i pezzi:

Davide Frattini - " Razzo di Hamas dietro l'icona del dolore palestinese "


Davide Frattini

«Il 14 novembre una donna, il suo bambino di 11 mesi e un adulto di 18 anni sono stati uccisi nel quartiere di Zeitun da quello che sembra un razzo palestinese caduto prima di raggiungere Israele». Queste poche righe nelle 17 pagine redatte dalle Nazioni Unite sono state riprese e rilanciate perché toccano una delle immagini simbolo degli otto giorni di guerra a Gaza alla fine del 2012. Jihad Misharawi, che lavora nella Striscia per l'emittente britannica Bbc, porta in braccio il corpicino del figlio Omar avvolto in un lenzuolo bianco, piange disperato, lo culla ancora. Un missile ha colpito la sua casa, del bombardamento viene considerata responsabile l'aviazione israeliana che durante quel conflitto ha portato a termine 1.500 raid per rispondere al bersagliamento delle milizie palestinesi. Così accusa Human Rights Watch in un rapporto il giorno successivo, così testimoniano i giornalisti della Bbc e così raccontano i media in tutto il mondo. Adesso senza citare il nome della famiglia il dossier riscrive l'episodio — anche se nell'esplosione è rimasta uccisa la cognata di Jihad non sua moglie come sembra indicare — e in una nota spiega «il caso è monitorato dall'Alto Commissario per i Diritti Umani». Il rapporto, pubblicato il 6 marzo, critica sia Israele sia Hamas con gli altri gruppi palestinesi per «non aver rispettato in molti casi il diritto internazionale umanitario». Contro la condotta di Tsahal vengono citati i casi di civili uccisi (sarebbero 101 su 168 vittime totali) solo perché si trovavano vicino a un bersaglio: l'Onu si chiede se «l'esercito abbia preso tutte le misure necessarie per verificare che gli obbiettivi fossero militari». L'organizzazione fondamentalista al potere nella Striscia e le milizie vengono condannate per «gli attacchi indiscriminati verso Israele»: «La maggior parte dei razzi sparati non sembrano essere stati indirizzati verso bersagli militari». L'aggravante — aggiunge la relazione — è che «questi lanci avvengono da zone popolate e mettono gli abitanti di Gaza in pericolo».

Monica Ricci Sargentini - " E’ la foto simbolo del dolore palestinese ma l’Onu rivela che a colpire fu un razzo di Hamas "


Monica Ricci Sargentini           Human Rights Watch

La foto è di quelle che non si dimenticano: Jihad Misharawi, che lavora nella Striscia di Gaza per l’emittente britannica Bbc, piange disperato mentre abbraccia il piccolo Omar, il suo bimbo di 11 mesi morto a causa di un bombardamento durante gli otto giorni di guerra a Gaza alla fine del 2012 quando Israele lanciò una rappresaglia durata 8 giorni  per fermare il lancio di razzi da Gaza verso il sud (Sderot, Beersheva) e il centro di Israele (Tel Aviv,Gerusalemme). L’immagine era diventata il simbolo della crudeltà dell’esercito israeliano considerata responsabile del raid sul quartiere di Zeitun che aveva distrutto la casa di Misharawi quel 14 novembre del 2012. I media di tutto il mondo avevano riportato la notizia e anche Human Rights Watch aveva puntato il dito contro lo Stato ebraico.

Ora si scopre che probabilmente la verità era un’altra. Un rapporto del 6 marzo dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani rivela, senza fare nomi e cognomi, che il piccolo Omar al-Masharawi  è morto “probabilmente a causa di un razzo palestinese che mancò Israele”.  Un danno collaterale come viene chiamato in gergo militare che i palestinesi devono aver messo nel conto.  ”La maggior parte dei razzi sparati non sembrano essere stati indirizzati verso bersagli militari – si legge nella relazione – L’aggravante è che questi lanci avvengono da zone popolate e mettono gli abitanti di Gaza in pericolo”. Come è infatti accaduto al piccolo Omar.
Hamas non ha fatto commenti sul rapporto, così come la Bbc. Matthias Behnke, capo degli uffici dell’Alto Commissariato Onu nei Territori, ha spiegato alla stampa che “non poteva affermare  senza ombra di dubbio” che la morte del piccolo fosse stata causata da un razzo palestinese ma che le informazioni raccolte sul posto sentendo i testimoni oculari portavano a quella conclusione. A supporto di questa tesi c’è il fatto che i razzi venivano lanciati da una postazione non lontana dalla casa di al-Masharawi. E i danni riportati dall’abitazione sono, secondo Behnke, molto diversi da quelli che avrebbe prodotto un missile israeliano. I testimoni hanno raccontato che il tetto della casa è stato colpito da una palla di fuoco, un’immagine che fa pensare ai frammenti di un razzo. Per il Centro Palestinese dei diritti umani di Gaza è ancora Israele la responsabile della morte di Omar.

Il rapporto critica anche Israele oltre ad  Hamas e agli altri gruppi palestinesi per “non aver rispettato in molti casi il diritto internazionale umanitario”. Negli scontri di quei giorni morirono 160 residenti di Gaza e 6 abitanti di Israele.  Più di cento civili persero la vita perché vicini al bersaglio designato.  Forse, si domanda l’Alto Commissariato, ” l’esercito non ha preso tutte le misure necessarie per verificare che gli obbiettivi fossero militari”.

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