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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.09.2012 Republican Convention 2012. Obama deve andarsene.
commento di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 settembre 2012
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Republican Convention 2012. Obama deve andarsene.»

Republican Convention 2012. Obama deve andarsene.
di Piera Prister

Per il commento di IC alla cronaca di Paolo Mastrolilli del 01/09/2012, cliccare sul link sottostante
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=45902


Piera Prister       Mitt Romney           Barack Obama

 Il 30 agosto a Tampa nella Florida, i delegati dei cinquanta stati americani, del distretto di Columbia e dei cinque Territori, hanno offerto la candidatura per la Casa Bianca a Mitt Romney che ci auguriamo sara’ a novembre il prossimo presidente degli Stati Uniti. La Republican Convention e’ anche dotata di un’ampia gamma di strumenti e servizi elettronici che permettono agli elettori di partecipare a forum interattivi dal vivo, su piazze virtuali ovunque essi si trovino, che si protrarranno fino alla data delle elezioni del 6 novembre. A Tampa, tra il clamore della folla che lo acclamava, Mitt Romney ha accettato la candidatura repubblicana e ha lanciato il suo guanto di sfida al presidente in carica Barack Obama, illustrando il suo programma di governo per arginare la disoccupazione crescente e devastante che e’ dell’ordine di 53 milioni di disoccupati, e presentando un programma di bilancio che rinforzera’ il ruolo dell’America come military superpower che Obama sta invece ridimensionando con i suoi ingenti tagli alla sicurezza e alla difesa del paese, con la sua politica di appeasement dei nemici Ma soprattuto Romney e’ stato grande quando ha messo a fuoco primo nella storia, un piano che RENDERA’ L’AMERICA INDIPENDENTE DAL PETROLIO ARABO entro il 2020, con lo sfruttamento del gas naturale, del petrolio e del carbone “pulito”, presenti in quantita’ infinite nel territorio americano. Allora si’ che vinceremo la guerra contro il terrorismo, tagliando ai signori del petrolio e della guerra -che ci hanno portato morte e devastazione e hanno instaurato nei loro paesi le tirannidi del terrore- le fonti di approvvigionamento di immense ricchezze derivate loro dalla vendita del petrolio. Anche grande, grandissimo nella sua sottile ironia, Clint Eastwood nel suo intervento alla Republican Convention. L’attore ha epitomizzato il vuotume della leadership di Obama indicando una sedia vuota che gli stava accanto sul podio, mentre invitava il presidente americano a farsi da parte e a far posto al candidato designato dal Partito Repubblicano, Mitt Romney meritevole di subentrargli nella carica. “Questo paese e’ il nostro paese, ci appartiene, e’ nostro –we own this country- i politici” ha detto Clint Eastwood “sono al nostro servizio, lavorano per noi e, quando dimostrano di non essere all’altezza della guida della nazione, devono essere rispediti a casa”. E ha aggiunto che quattro anni prima quando Obama era stato eletto, aveva avuto la speranza che riuscisse, ma quattro anni dopo, al riscontro delle cifre dei 50 e piu’ milioni di disoccupati in America, dei tagli drastici alla Difesa del paese nonostante la guerra sia ancora in atto, appare chiaro che Obama ha fallito il compito di amministratore della cosa pubblica per cui si deve darne ormai la guida all’altro candidato, suo antagonista. Ci e’ piaciuto Clint Eastwood che e’ un’icona che piu’ d’ogni altra, sin dai tempi del suo sodalizio con Sergio Leone e dei film spaghetti-western, ha personificato lo spirito pionieristico di un’America grande aspra profonda, quando con parole semplici, rivolgendosi ai fans di Romney, ma in verita’ a tutti gli elettori, ha detto che le cifre della disoccupazione e dei tagli alle spese militari parlano chiaro nella loro evidenza. In poche parole il famoso attore ha espresso la forza della democrazia che rende grande questo paese che non appartiene ne’ ai presidenti, ne’ ai politici che dovrebbero essere al nostro servizio, ma appartiene agli americani che tutti insieme, con le loro competenze e professionalita’ l’hanno costruito. E’ infatti l’America una nazione che ha poche eguali nel mondo, che e’ una democrazia garante delle liberta’ individuali; della libera imprenditoria grande e piccola; del libero mercato basato sulla concorrenza; della difesa dei popoli oppressi dalla tirannide del nazismo e del comunismo come e’ stato in passato ed ora della difesa dall’islamismo; nonche’garante del diritto del singolo a perseguire la felicita’. OBAMA MUST GO , Obama deve andarsene. Ma come fara’ l’opposizione repubblicana a rimandare a casa Barack Obama, un presidente infido che ricorre alla menzogna, a volgari insinuazioni e a colpi bassi, pur di mantenere salda la presa sulle leve del potere. Ha accusato in modo infame Romney d’essere un assassino, per la morte di una donna affetta da cancro, quando il candidato repubblicano era governatore del Massachussetts , lo ha accusato inoltre d’essere un evasore fiscale e d’essere nato in una famiglia il cui padre, mormone era poligamo. Non c’e’ poi niente di piu’ falso dello spot televisivo di propaganda elettorale, mandato in onda su reti riunite in cui si vede un uomo di spalle (l’allusione e’ diretta al sistema d’assistenza sanitaria proposto da Mitt Romney e dal suo vice Paul Ryan) che in una scena d’orrore conduce affannosamente su per un’erta una carrozzella dove un’anziana donna atterrita, cerca di divincolarsi, fino a che l’uomo non la spinge giu’ da un precipizio). Semmai e’ proprio Obamacare, la riforma sanitaria corrente di SOCIALIZED MEDICINE che e’ un baraccone burocratico per cui i costi di gestione sono altissimi commisurati all’inefficienza delle cure, che ci spingera’ si’ noi tutti, giu’ per il precipizio. Sara’ difficile battere un avversario come Obama che e’ sceso molto in basso e che da buon opportunista acchiappa al balzo ogni buon tema e lo fa suo. E’ un compito arduo che richiede agli oppositori di passare al contrattacco con pari aggressivita’. Altrimenti tutto e’ perduto, perderemo di nuovo la Casa Bianca, e non sara’ Mitt Romney che perdera’, ma perdera’ l’America e perdera’ il popolo americano. Perdera’ soprattutto la democrazia che ha fatto grande questa nazione. Quattro anni fa Barack Obama vinse ricorrendo a due slogans, CHANGE AND HOPE. Cambiamento e speranza. Ma ora siamo cambiati in peggio e la speranza s’e’ ridotta tanto piccola cosi’, con i 16 trillioni di deficit, i tagli alla Difesa che insuperbiscono i nostri nemici che a Gaza tifano per Obama, e con la bomba iraniana dei mullah che centrifuga dopo centrifuga sta per essere ultimata Obama e’ temibile inoltre perche’ esiste dietro di lui, un gruppo di persone che spende milioni e milioni di dollari per mantenere segrete le notizie biografiche della sua vita e il suo record universitario che tuttora e’ segreto. Cosi’ diceva Donald Trump, uno stimato e popolare imprenditore americano, giorni fa alla TV, intervistato da Sean Hannity, secondo lui i repubblicani per vincere dovrebbero essere piu’ aggressivi nella loro campagna elettorale e ha aggiunto:” “I’d like to see his passport, his university record” (mi piacerebbe vedere il suo passaporto e i suoi documenti universitari) a cui e’ impossibile aver accesso. Ma Obama e’ soprattutto temibile, stiamo attenti, perche’ ha uno staff molto abile nella confezione di concetti propagandistici e nella manipolazione delle menti. Entro poche ore dal discorso di Clint Eastwood lo staff di Obama ha lanciato lo slogan: ”This seat is already taken”. Questa sedia e’ gia’ occupata. Lo ha fatto con una tecnica impeccabile con un’ immagine di Obama sulla sua poltrona alla Casa Bianca, divulgando il concetto (innovativo per la grande massa) di Meme, qualcosa che automaticamente, attraverso la sua imitazione, si replica stupidamente all’infinito, così rendendo tangibile e materializzando con una buona foto, un concetto altrimenti astratto, seguendo correttamente le regole del manuale di chi elabora la propaganda rivolta alla massa ottusa che, come sappiamo da Elias Canetti -che ha studiato attentamente il rapporto tra massa e potere- e da Richard Dawkins -che ha formulato il concetto di meme- ha bisogno stupidamente di immagini e di slogan per ricordare. Obama è pericoloso perchè è focalizzato sulla manipolzaione delle menti, sulla propaganda, non sulla soluzione dei problemi. Paradossalmente uno dovrebbe dire che i repubblicani in confronto sono degli ingenui. Speriamo che questa volta non ci faremo incantare dal candidato peggiore.

Piera Prister Bracaglia Morante 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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