Sulla REPUBBLICA di oggi, 25/06/2012, a pag.17, con il titolo "Gli indignati tornano a Tel Aviv, guerriglia con la polizia", Fabio Scuto usa toni alti per descrivere disordini metropolitani causati dal movimento degli 'indignati' , che già la scorsa estate avevano occupato il centralissimo viale Rotschild di Tel Aviv. Ma la democrazia israeliana, così come quella americana a New York, ha il divere di garantire l'ordine pubblico, soprattutto quando appare evidente l'infiltrazione di teppisti, come anche Scuto ha segnalato.
Ecco la cronaca, non riportata da nessun altro quotidiano.
Gerusalemme— Covava da tempo, da mesi nei forum sul web si denunciava il governo per la sua latitanza sui temi sociali. E la protesta degli Indignati israeliani è tornata a manifestarsi con violenza negli ultimi due giorni a Tel Aviv, sconfinando nella guerriglia urbana e nel vandalismo.
Gli scontri con la polizia iniziati sabato sera sono andati avanti per ore fino alle prime luci dell’alba di ieri. Tutto è iniziato all’ingresso del municipio di Tel Aviv — a Piazza Rabin dove fu assassinato il premier nel 1995 — quando la polizia ha duramente respinto qualche migliaio di dimostranti che gridavano “Democrazia, democrazia“, mentre sul marciapiede opposto gruppi di teppisti sfondavano le vetrine delle filiali di tre banche. Cassonetti di immondizia sono stati poi rovesciati nelle strade vicine e gruppi di dimostranti si sono dispersi per alcuni chilometri fino nella superstrada
Ayalon — la grande arteria che taglia Tel Aviv da nord a sud — per bloccare il traffico.
Rispetto alle proteste dell’estate 2011, quando centinaia di migliaia di israeliani scesero in strada per scandire “Il popolo vuole giustizia sociale”, gli Indignati
2012 sono per ora meno numerosi, ma certamente più duri, forse più inclini alla violenza. Ma anche la polizia sembra molto tollerante che in passato. Gli agenti hanno compiuto una novantina di fermi. Venti, individuati come responsabili di violenze,
saranno stamane già davanti a un giudice. Gli altri sono
stati rilasciati.
All’origine delle proteste — spiegano i dirigenti del movimento di protesta “J14”che aveva organizzato la manifestazione — c’è una bruciante delusione
perché sono rimaste sulla carta tutte le promesse fatte dal governo di Benjamin Netanyahu nell’autunno 2011 dopo mesi di grandi manifestazioni in tutte le principali città di Israele. Gli Indignati 2012 chiedono come l’anno scorso la diminuzione
delle tasse universitarie (in Israele sono molto alte), fondi per l’acquisto di testi universitari, una politica di edilizia per i giovani e prestiti d’onore dalle banche per terminare gli studi.
Venerdì l’attivista Daphni Leef ha tentato di rilanciare la protesta tornando nel centrale Rothschild Boulevard di Tel Aviv, dove per mesi l’estate scorsa il suo movimento aveva allestito un grande accampamento. Ma quest’anno il sindaco laburista di Tel Aviv, Ron Huldai, ha dato ordini chiari alla polizia per impedire altri accampamenti nel “salotto bene” della città. Venerdì quando i ragazzi hanno cercato di piantare nuove tende, la polizia ha reagito con una violenza che diversi giornali denunciano come «eccessiva ed irrazionale ». Le immagini della Leef trascinata a forza da una decina di agenti — che le hanno rotto un braccio — hanno destato emozione nella rete, il filmato su Youtube è stato visto da migliaia di persone.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante