Dalla trasmissione TRE SOLDI in onda su Radio3 RAI, lunedì 4 giugno 2012, alle 19:40, dal titolo "This is my land... HEBRON. Adattamento radiofonico del film di Giulia Amati e Stephen Natanson".
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L'adattamento radiofonico del film fa sentire le voci dei palestinesi perseguitati, dei feroci e razzisti coloni, degli increduli registi e dell'obiettore Gideon Levy. Stephen Natanson, uno dei registi, precisa che nessuno dei coloni è originario di Hebron, che la maggior parte viene da Brooklyn. Peccato si dimentichino di spiegare perché nessuno degli attuali coloni è originario di lì: la comunità ebraica è stata annientata nel 1929, con il massacro del 24 agosto 1929, dopo 800 anni di vita comunitaria ebraica, sotto incitamento alla jihad contro gli ebrei, e l'evacuazione dei sopravvissuti. Nel 1967 gli ebrei sono tornati a vivere Hebron, in nuove case, visto che quelle dei profughi erano state occupate da famiglie arabe.
Il documentario dà voce alla visione più radicale tra i coloni religiosi, secondo cui Israele dovrebbe essere uno Stato basato sulla Torah e in cui i non ebrei non possono avere eguaglianza di diritti. Questa posizione è ridicolmente minoritaria e farne un documentario serve solo a ingigantirla. Così, dando voce a Gideon Levy che parla di responsabilità collettiva degli israeliani per il fanatismo dei coloni a Hebron, si dà l'impressione che quell'opinione individuale espressa da una signora nel documentario sia l'opinione di Israele.
La regista Amati parla delle "strade sterili", dove i palestinesi non possono camminare, delle case "sigillate" in cui continuano a vivere gli arabi come forma di resistenza, dei check point, delle restrizioni. Ciò che NON si dice è come si è arrivati a questa situazione, da una città florida a una città spettrale. Durante la seconda intifada vi erano continui scontri tra israeliani e palestinesi, attentati e attacchi ai civili israeliani e anche agli internazionali (due osservatori norvegesi sono stati uccisi in un attentato palestinese nel 2001). L'esercito ha tentato di mantenere la sicurezza smantellando le organizzazioni estremiste ebraiche, ma non potendo nulla contro l'ondata di terrorismo (incluso Hamas). Per questo con lo scoppio della seconda intifada si sono introdotte drastiche soluzioni: separare le strade su cui passano arabi e quelle su cui passano ebrei. Ogni volta che le misure venivano annullate, riprendevano gli attacchi terroristici.
Dipingere la situazione di Hebron come emblematica dell'occupazione è fazioso. Far sentire la voce dei fanatici estremisti come quella del popolo è scorretto.
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