Il mito di Rachel Corrie Commento di Giulio Meotti
Testata: Informazione Corretta Data: 10 marzo 2012 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Il mito di Rachel Corrie»
Il mito di Rachel Corrie di Giulio Meotti
http:/www.ynetnews.com/articles/0,730,L-4200056,00.html (Traduzione di Yehudit Weisz)
Rachel Corrie Giulio Meotti
Il 16 marzo è l’anniversario della morte di Rachel Corrie, la studentessa universitaria americana, uccisa a Gaza da un bulldozer israeliano, nel tentativo di bloccare la demolizione di una casa di terroristi. Le autorità israeliane dichiararono che il guidatore, dal suo seggiolinmo sul bulldozer, non era riuscito a vederla, e che lei, per sua scelta, si era inserita sul percorso di manovra, in un punto da dove non poteva essere vista. Ma come al solito su Israele le bugie hanno il sopravvento sulla verità.
Il mito di Corrie è stato uno dei più potenti strumenti di propaganda anti-israeliana. Ha ispirato opere letterarie, boicottaggi, e articoli in tutto il mondo. La sua storia ha contribuito a diffamare Israele, in un modo persino peggiore di quella della finta uccisione del piccolo Mohammed al –Dura. Pochi giorni fa, un’azione legale intentata contro il boicottaggio ai prodotti israeliani da parte della cooperativa alimentare Olympia, è stata respinta dalla Corte Suprema di Washington. Olympia è il nome della città natale di Rachel Corrie. Dopo la sua morte, la Caterpillar è stata bersaglio di molte iniziative e persino la Church of England ha svenduto le azioni di quella società. Fatah ha pianto la morte di Corrie, come “la martire della libertà e della pace” , Hamas ha adottato il suo viso come mascotte e l’Iran le ha dedicato una strada. La mitologia ha presentato Corrie come “una contestatrice pacifica”, “una giovane donna che aveva dedicato la vita alla difesa non-violenta degli altri” e come “una nuova Giovanna d’Arco”. Una delle navi della flotillia per Gaza portava il suo nome, come se fosse stata un’inerme e idealista ragazza occidentale. Corrie, invece, era nella Striscia di Gaza per fare da scudo umano al fianco dei terroristi arabi. La sua morte ha contribuito a indebolire la politica di Israele contro i terroristi.
A Gaza, Israele aveva distrutto le case che nascondevano i tunnel usati come passaggi per le armi, o le case di attentatori suicidi palestinesi responsabili del massacro di molti civili. Con la morte di Corrie,martire e eroina, è diventato sempre più difficile continuare questa scelta politica. La sua agiografia è stata sfruttata da tutti gli anti-semiti del mondo. Per chi semina caos, la sua morte ha contribuito a denigrare lo Stato di Israele e il suo popolo, che invece lotta per la propria sopravvivenza. Alla Evergreen State University, i suoi ex professori alle cerimonie di laurea indossano pantaloni cachi e keffia. Per i media occidentali, le ONG, i vari forum legali, l’ONU, alcune chiese e per l’opinione pubblica in generale, è stato molto facile mitizzare la ragazza americana e dimenticare le Rachel d’Israele: Rachel Teller, saltata in aria in un centro commerciale; Rachel Levy, saltata in aria in una drogheria; Rachel Levi, colpita a morte alla fermata dell’autobus; Rachel Gavish, uccisa con marito, padre e il figlio mentre a pranzo festeggiavano la Pasqua ebraica; Rachel Shabo, assassinata a casa con i tre figli di 5,13 e 16 anni.
Speriamo che un giorno altre pacifiste occidentali come la Corrie possano salire sugli autobus in Israele per sentire sulla propria pelle la paura omicida degli attacchi terroristici, o che facciano manifestazioni per le strade di Haifa e Sderot, colpite dai missili. Ma fin quando quel giorno non sarà arrivato, continueremo a dire che l’industria dei diritti umani si occupa nell’eguaglianza dell’umanità, con l' eccezione degli ebrei.
Giulio Meotti scrive sul Foglio, tiene una rubrica settimanale su Arutz Sheva, scrive per The Wall Street Journal, FrontPage, Commentary, Ynet. Ha pubblicato il libro " E continueranno a danzare" (Lindau Ed.), tradotto in inglese con il titolo "A new Shoah" (Encounter Pub.), la storia delle vittime israelia ne del terrorismo arabo-palestinese.