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Il Foglio Rassegna Stampa
18.02.2012 Inizia la partnership Israele-Cipro
La risposta della diplomazia israeliana alla Turchia

Testata: Il Foglio
Data: 18 febbraio 2012
Pagina: 4
Autore: Matteo Matzuzzi
Titolo: «Per Israele si chiude una porta in Turchia e si apre un portone a Cipro»

Il viaggio del premier Bibi Netanyahu a Cipro segna un punto a favore della dinamica diplomazia d'Israele, in pratica la risposta all'ex alleato turco.
Sul FOGLIO di oggi, 18/02/2012, a pag.4, la cronaca di Matteo Matzuzzi, dal titolo " Per Israele si chiude una porta in Turchia e si apre un portone a Cipro"

Roma. Cipro e Israele prendono accordi importanti, annunciati dopo la visita di giovedì dal premier Benjamin Netanyahu a Nicosia. Mai un primo ministro di Gerusalemme aveva messo piede sull’isola, e anche per questo l’incontro con il presidente cipriota Dimitris Christofias indica come alla storica partnership tra Israele e la Turchia si stia progressivamente sostituendo un asse preferenziale con Cipro. Al centro dei colloqui, lo sviluppo delle relazioni economiche in campo energetico, particolarmente rilevanti dopo la scoperta da parte della compagnia texana Energy Noble di due enormi giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale. Nel giugno 2011, in seguito all’individuazione di risorse gassose a poche miglia marine da Haifa, Energy Noble annunciava la presenza di più di 450 miliardi di metri cubi di gas nel giacimento Leviathan, che dalle acque cipriote si estende a quelle israeliane, siriane e libanesi Dopo aver siglato un accordo per la delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive, Gerusalemme e Nicosia hanno concordato un programma congiunto di trivellazioni al largo di Cipro, scatenando la reazione di Ankara che, non avendo ratificato la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, giudica che le aree in cui si trovano i giacimenti di idrocarburi siano acque internazionali. La disputa sull’estrazione del gas nel Mediterraneo orientale conferma la volontà turca di ostacolare gli interessi israeliani nella regione, e gli accordi stretti con Nicosia rappresentano un’occasione propizia a tale scopo. Non a caso, mentre Netanyahu stava per recarsi in visita sull’isola, il governo di Ankara avvertiva Cipro di “non avviare le trivellazioni in acque che non sono sottoposte al suo controllo”. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, aggiungeva che “la decisione di avviare esplorazioni di idrocarburi nel Mediterraneo rappresenta una sfida alla sovranità della Repubblica di Cipro del nord”. Netanyahu ha ribadito che Israele è interessato solamente a sviluppare relazioni pacifiche per il bene dei due paesi e dell’intera regione, e che “non vi sono altre ragioni o motivi oscuri alla base di quest’intesa con i ciprioti”, ha aggiunto alludendo alle minacce mosse da Ankara. Oltre alle questioni energetiche, sia la stampa israeliana sia quella cipriota hanno sostenuto con forza che nel corso dei colloqui con Christofias il premier israeliano abbia avanzato la richiesta di dispiegare nella base militare di Paphos alcuni aerei da guerra. Ufficialmente, l’operazione servirebbe a tutelare e difendere da eventuali attacchi esterni le piattaforme per la trivellazione degli idrocarburi nelle rispettive acque territoriali. Nonostante il presidente cipriota abbia smentito tale circostanza sostenendo che “la questione non era all’ordine del giorno”, i rapporti tra i due paesi si sono intensificati anche sul piano militare. Lo scorso gennaio, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak e il suo omologo cipriota Demetris Eliades hanno firmato due accordi di cooperazione nel settore della Difesa. “L’amicizia tra noi e Israele non minaccia nessuno”, ha detto Christofias al termine della conferenza stampa congiunta con Netanyahu, aggiungendo che “non è Cipro che minaccia la Turchia, bensì la Turchia che da tempo sta minacciando Cipro”. Ankara non può permettersi di rimanere esclusa dai benefici economici che le esplorazioni marine daranno ai paesi limitrofi, ed è per questo che è pronta a compiere ogni passo pur di evitare l’isolamento nell’area. In gioco c’è il suo ruolo di potenza regionale.

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