Perchè non condivido quanto scrive Giulio Meotti sulla demografia in Israele
di Sergio Della Pergola
La posizione di IC è espressa nella Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di oggi, pubblicata in altra pagina della rassegna.
Sergio Della Pergola, Giulio Meotti
Per leggere l'articolo a cui fa riferimento Sergio Della Pergola, cliccare sul link http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=100&id=42777
Con grande malinconia ho letto l'articolo di Meotti sul Foglio, riportato da IC il 29.12. E' una rassegna abbastanza completa di molte delle opinioni piu' allucinate e pazzesche che circolano oggi in Israele, che tuttavia non lascia spazio alcuno alle opinioni piu' equilibrate e sobrie che pur sempre esistono, e di fatto prevalgono ampiamente nell'opinione pubblica del paese. Pensare a Israele nei termini della Bosnia-Erzegovina, o del Libano, o perfino di Cipro significa aver rinunciato all'idea di uno stato d'Israele ebraico e democratico. Proporre il modello yugoslavo o quello libanese come esempi ideali per la soluzione di un conflitto multi-etnico offende il buon senso e assume l'aria di una provocazione.
Non bisogna dare corda a queste opinioni di piccoli gruppi di estremisti, i cosiddetti 100.000 maggiormente ideologizzati, deridendo o ignorando i molti milioni di moderati, Meotti intanto sbaglia come gia' in passato i numeri. Il numero degli Israeliani in Cisgiordania supera i 300.000 ma non si avvicina neppure ai 500.000 citati - a meno che non si voglia includere gli abitanti dei nuovi quartieri ebraici di Gerusalemme, come e' solito fare il Manifesto.
Poi Meotti parla della "nuova demografia" di Ettinger. Questa e' letteralmente stregoneria. La demografia non e' ne' vecchia ne' nuova, e' semplicemenete demografia, con i suoi metodi di ricerca e le sue tendenze di breve e di lungo termine. La demografia parla chiaro. Anche nel 2011, la percentuale di ebrei nella popolazione totale e' diminuita, e la percentuale di arabi e' aumentata. Sorge anche un sospetto di millantato credito. Questo Ettinger, che oggi fa il commercialista a Tel Aviv, non e' mai stato ambasciatore a Washington, semmai ha lavorato nel servizio consolare israeliano negli Stati Uniti. Queste posizioni estreme, al limite del delirio, creano un danno d'immagine non inferiore a quello provocato dagli avversari irriducibili dell'esistenza di Israele.
Sergio Della Pergola
The Hebrew University of Jerusalem, Mount Scopus