Dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/07/2011, a pag. 23, con il titolo " Torna la lista nera anti ebrei ", il pezzo di Rinaldo Frignani. Nel quale manca però il riferimento all'autore del blog, tale Dagoberto Bellucci, neofascista livornese trapiantato in Libano dopo la conversione all'islam, come leggiamo su REPUBBLICA nell'articolo di Marco Pasqua. Non è un particolare da poco, perchè segna la continuità dell' odio contro gli ebrei, dall'estrema destra al mondo arabo.
Su questo argomento la Cartolina di Ugo Volli di oggi, in altra pagina.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=40687
islam e nazismo, un accordo che continua
ROMA — Il primo post è del 28 giugno scorso. Il secondo del 5 luglio. Centosessantadue nominativi di docenti universitari, soprattutto della Sapienza, di Roma Tre e Tor Vergata, ma anche della Luiss e del Politecnico di Milano, nonché di altri atenei come quelli di Napoli, Torino, Bologna, Firenze. E due del St. Anthony’s College di Oxford e dell’università di Halle Wittenberg. Professori e quattro magistrati finiti in una lista pubblicata su Internet perché con cognome ebreo: i primi accusati di «manipolare le menti degli studenti» , gli altri di «proteggere gli interessi politici della lobby sionista transnazionale» . La «black list» , sulla quale indaga la polizia postale, ha anche un titolo, «La lobby ebraica per Israele all’interno delle università italiane» , e compare sul sito «Il cannocchiale» , nel blog «Rumors» . Un indirizzo molto simile a quello da cui nel 2008 scattarono le indagini della Postale dopo la pubblicazione della prima lista di docenti ebrei, copiata in parte da un elenco di insegnanti che avevano aderito a un appello contro gli episodi di antisemitismo nelle università inglesi. Allora gli investigatori impiegarono pochi giorni per risalire a chi l’aveva postata: Paolo Munzi, figlio dell’ex sindaco radicale di Forano, nel reatino. Il quarantenne venne indagato per violazione della privacy e denunciato per diffamazione da due professori. Ora, dopo l’oscuramento dell’elenco da parte degli stessi gestori del «Cannocchiale» , la «black list» è tornata (anche se in serata non era più disponibile). Aggiornata in qualche nominativo. Come quello di Fiamma Nirenstein, giornalista, scrittrice, ex docente della «Luiss» , oggi parlamentare pdl e vicepresidente della Commissione affari esteri e comunitari della Camera. Nel post del 5 luglio viene presa di mira perché nel 2008 — secondo chi ha inserito la nuova lista — non avrebbe apprezzato il fatto di essere stata esclusa dal primo elenco. «Io non ho mai pronunciato quelle parole — spiega la Nirenstein — sono però abituata a trovare il mio nome sui siti antisemiti, da quelli nazisti a quelli arabi. Ma la cosa più grave è che inserire le persone in una lista significa invitare a colpirle. Un costume barbaro— aggiunge la parlamentare —: se esprimi opinioni diverse, se sei ebreo, si spera solo che qualcuno passi dalle parole ai fatti contro di te. Come l’ultimo folle che ho denunciato alla Digos: "Abbiamo bisogno di un kamikaze per salvare l’anima di Fiamma Nirenstein", aveva scritto. Un’istigazione a delinquere. Da 10 anni vivo sotto scorta, ma sono contenta, sono ebrea, difendo Israele e faccio il mio dovere» . A margine della nuova lista ci sono anche insulti per il sindaco Gianni Alemanno («Fa il bunga bunga con la lobby ebraica) e il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. E Roma viene definita «più puzzolente di un kibbutz» . Ma è sul sito «Stormfront» , dove il motto è «White pride, world wide» disegnato su una croce celtica, che compare un altro elenco inquietante: quello delle attività commerciali ebraiche nella Capitale. Fast food, pensioni, macellerie, ristoranti e pasticcerie, con indirizzo e telefono.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.