Tanto vale dirlo fuori dai denti, quella pagina 3 del FOGLIO dello scorso venerdì non ci era piaciuta per niente. per chi non ricordasse i due articoli, diversi per contenuto, ecco il link per rileggerli:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=110&id=40589
Per questo registriamo con soddisfazione l'editoriale del FOGLIO di oggi, a pag.3, dal titolo "Così Bruxelles boicotta Israele"., dal tono che ci aspettiamo sul giornale diretto da Giuliano Ferrara.
Lungi da noi la parte dei plaudenti ad ogni costo, se Israele merita una critica è sacrosanto farla, ma non capire che una democrazia ha tutti i diritti di difendersi, anche sul piano economico, contro potrebbe pregiudicarne la stabilità economica, allora significa essere ciechi.
Cos' come immaginarsi il governo israeliano 'dominato' dai 'coloni', i ministri con la kippà confusi con gli ultraortodossi, confondere gli insediamenti illegali con il normale sviluppo di un paese che ha modificato il suo territorio non per propria volontà, ma perchè quando si vincono le guerre, oltre ad avere impedito il tentativo di sterminio, è d'obbligo prevenire le cause che quelle guerre hanno reso possibili. In primo luogo la valutazione del territorio.
Se gli arabi avessero riconosciuto lo Stato d'Israele fin da quando l'ONU divise la Palestina nel 1947, invece di tentare di distruggerlo, Israele avrebbe ancora le dimensioni stabilite allora. Avvenne il contrario, ma la responsabilità va attribuita agli arabi. Esattamente come oggi, si chiede a Israele di fare l'impossibile per far nascere uno Stato palestinese, ma non ci si chiede perchè i palestinesi, tutti, non riconoscono Israele quale Stato degli ebrei. E Israele dovrebbe fare tutte le concessioni che le vengono chieste, di fronte ad una entità che nemmeno la riconosce.
E' stato molto preoccupante leggerle sul FOGLIO, sul quale siamo abituati a leggere analisi e commenti di ben altro taglio. Ci auguriamo sia stato un incidente di percoso.
Ecco l'editoriale di oggi:
o di qua o di là
L’Unione europea teme che la legge limiterà il diritto di parola in Israele, ma la Ue non promuove il boicottaggio”, dichiara l’ufficio di lady Ashton, a capo della diplomazia di Bruxelles. Il riferimento è alla discussa legge contro il boicottaggio che la Knesset, il Parlamento di Gerusalemme, ha appena approvato fra molte polemiche. A contraddire l’affermazione della Ashton è un rapporto della organizzazione Ngo Monitor, diretta dal professor Gerald Steinberg, che da anni monitora il boicottaggio d’Israele. Emerge un quadro stupefacente di denaro e di sostegno politico in cui Bruxelles irrora le ong che boicottano attivamente Israele. Addameer, Al Haq, Al Mezan, Christian Aid, Coalition of Women for Peace, Diakonia, Machsom Watch, Miftah, Mossawa e Sabeel sono soltanto alcune delle sigle, arabe ed europee, attive in Israele e dettagliate da Ngo Monitor con tanto di assegni devoluti dai paesi europei e dalla Ue. Sono le ong che da anni promuovono il boicottaggio accademico ed economico dello stato ebraico. Saranno loro le protagoniste di “Durban III”, il forum dell’Onu sul razzismo che si terrà a settembre a New York sotto l’egida dell’Iran e del Qatar (appena eletti vicepresidente e presidente dell’Assemblea Generale del Palazzo di vetro). Queste ong si dedicano a una continua campagna di delegittimazione di Israele, accusato delle peggiori nefandezze: dall’apartheid ai crimini contro l’umanità. Il fine ultimo è la cancellazione dello stato ebraico. I riverberi di questa campagna sono stati molti. Da Londra il più grande sindacato inglese di professori ha escluso i rapporti con accademici israeliani, mentre in Spagna il governo ha chiuso i progetti di ricerca solare con una università israeliana. Nel 2010 cinquecento accademici americani hanno firmato il boicottaggio accademico e Johannesburg ha appena sospeso ogni contatto con gli atenei israeliani. Ogni corporazione e burocrazia internazionale ha preso parte all’inimicizia verso Israele: insegnanti, dipendenti pubblici, architetti, medici, accademici, giornalisti, umanitaristi. Come dimostra Ngo Monitor, il boicottaggio è una guerra politica, in cui Bruxelles non fa da arbitro, ma gioca la sua parte. Attivamente contro Israele.
Per inviare al Foglio la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.