IC7 - Il commento di Stefano Gatti Dal 10/07/2011 al 16/07/2011
Testata: Informazione Corretta Data: 18 luglio 2011 Pagina: 1 Autore: Stefano Gatti Titolo: «Il commento di Stefano Gatti»
Il commento di Stefano Gatti
Stefano Gatti, ricercatore e redattore del portale ‘Osservatorio antisemitismo’ della Fondazione CDEC di Milano (www.cdec.it)
Dopo la Freedom Flotilla 2, anche la cosiddetta Flytilla, ovvero il tentativo di alcune centinaia di militanti dell'anti-israelianismo radicale di sbarcare all'aereporto Ben-Gurion di Tel-Aviv per inscenare una protesta, è stata un macroscopico fallimento, ed anche in questo caso le proteste degli antisionisti si sono appalesate come fuori misura, prive di ogni benchè minimo senso della realtà ed intessute di frammenti del discorso antiebraico. Se Vauro Senesi, a proposito del blocco delle navi della flotilla, si era spinto ad affermare che: “ l'assedio israeliano alla striscia di Gaza si sia esteso dal Mediterraneo mediorientale fino alle coste europee non è più solo una metafora, è un dato oggettivo”, per Olivia Zemor, leader dell'organizzazione EuroPalestine, l'aereoporto internazionale di Parigi si è trovato 'sotto occupazione israeliana'. Sempre EuroPalestine ha sostenuto che i militanti dell'organizzazione non appena giunti allo scalo di Tel-Aviv 'sono stati arrestati', 'rapidamente condotti in luoghi di detenzione sconosciuti' , 'sottoposti a brutalità da parte della soldataglia israeliana', inoltre la 'soldataglia israeliana', dopo le 'aggressioni fisiche', ha 'separato i militanti con sembianze arabe da quelli con sembianze occidentali...' si suppone per sottoporli ad un surplus di brutalità... Per l'Unità gli attivisti filopalestinesi sono stati addirittura 'sequestrati', mentre per il quotidiano Terra – vicino alla galassia ecologista – l'operazione anti-flytilla è 'in sintonia con l'agognato apartheid' promosso dallo stato ebraico. Come scritto da EuroPalestine e rilanciato dai siti dell'antisionismo nostrano: “quello Stato (Israele, ndr) non rappresenta un pericolo solo per i Palestinesi ed i Paesi vicini, ma una minaccia per la nostra stessa democrazia e per la civiltà europea”. E a tal proposito, giovedi 14 luglio a Roma, le organizzazioni antisioniste italiane hanno promosso un'assemblea dal titolo 'L'Europa complice dell'assedio della Palestina' pubblicizzata da una locandina in cui – tra l'altro – si legge che, nell'impedire alle navi della Freedom Flotilla di salpare verso Gaza, il governo greco ha 'obbedito' agli ordini del governo di Israele ed è ricorso ad 'una legislazione di guerra e violando tutte le normative europee' e perciò 'L'Europa si sta rendendo sempre più complice del lento genocidio del popolo palestinese e sta svendendo la propria dignità e la propria civiltà. Israele dimostra di non essere solo un pericolo per i Palestinesi e per il Medio Oriente, ma una minaccia per i nostri diritti e per la nostra democrazia'. Tesi non nuova questa, perchè già il 4 luglio scorso Germano Monti di Forum Palestina aveva sostenuto che 'Israele ha comprato il governo greco e quindi tutta l'Europa, mettendo in pericolo la democrazia di tutti'. I militanti dell'antisionismo – per l'ennesima volta - non sono riusciti a comprendere il fatto che la legalità internazionale è contro, non con loro, e così la loro mentalità cospirativista ha elaborato spiegazioni che attingono all'armamentario ideologico dell'antiebraismo. Oltre che dal fallimento della Flytilla, la settimana è stata connotata anche dalla visita del segretario del Partito Democratico Bersani in Terra di Israele. Il leader del PD ha incontrato i principali politici israeliani e palestinesi, e non ha scordato neppure i rappresentanti delle ONG filopalestinesi che hanno denunciato 'le devastazioni prodotte dal muro dell'apartheid' . Bersani ha rilasciato molte dichiarazioni, spesso generiche 'fare qualcosa subito, perchè il tempo non lavora per la pace...se non si fa un passo avanti si rischia di farne molti indietro', però, in mezzo a molto fumo c'è stato dell'arrosto...ovvero ha anche detto che, seppur favorevole al fatto che l'indipendenza palestinese debba essere raggiunta attraverso il negoziato con Israele, qualora il riconoscimento della Palestina avvenisse da parte della Assemblea Generale dell'Onu lui sarebbe d'accordo 'se il Pd fosse al governo, sarebbe per un voto favorevole all'Onu per il riconoscimento dello stato palestinese', cosa quest'ultima che tutte le grandi potenze, Usa in testa, tentano di scongiurare...I principali esperti internazionali e le cancellerie temono infatti che il voto dell'Assemblea Generale possa essere seguito da una sollevazione generalizzata dei palestinesi capace di innescare un conflitto. Molto attivo nel raccogliere firme perchè l'Italia voti sì alla autodeterminazione dello stato palestinese all'Onu in settembre è il senatore Vita, presidente dell'associazione Italia-Palestina, che nel 1975 accusava lo sceneggiato Mosè con Burt Lancaster di essere...sionista. Va sottolineato però che – attualmente – le forme più radicali di antisionismo e di rifiuto di Israele innervano 'solo' una parte marginale del mondo politico culturale italiano, ma sino a pochi anni fa questa 'cultura' della demonizzazione dello stato ebraico era, con varie sfumature, fortemente presente in Italia, ed era molto pericolosa perchè inserita in un quadro istituzionale. Grandi partiti, le principali organizzazioni sindacali, i grandi giornali, le tv e noti intellettuali muovevano ad Israele le accuse che oggi escono dalla bocca dei leader di Forum Palestina o del Partito Comunista dei Lavoratori. Bisogna però vigilare con molta attenzione affinchè non si torni al passato, e non si crei una situazione come quella britannica dove l'antisionismo è sempre più politicamente corretto ed il professore 'sionista' Benny Morris ha rischiato quindi il linciaggio da parte di militanti 'antisionisti' mentre si recava alla London School of Economics per una lezione...