Cari amici, avete mai assistito a quel gioco da bambini che si fa confrontando le proprie cose? "Il mio papà ha una macchina" "Il mio due" "il mio tre"... "La mia mamma a Natale mi regala una bambola" "La mia due", "la mia tre" "quattro", "dieci" "cento"... Sono belle discussioni, che sviluppano la competitività e anche una certa padronanza dell'aritmetica elementare. Infatti c'è sempre qualche genietto matematico che, arrivato al milione di fantatriliardi di milioni di miliardi di bambole, aggiunge semplicemente "più uno" e vince lui.
Funziona così anche coi nostri amici palestinesi, che hanno l'innocenza e la purezza dei fanciulli e anche la loro poetica competitività. Alcuni parlano di questo loro atteggiamento descrivendolo come "tattica del salame" (il quale, lo sapete, si mangia a fettine, poco per volta, sempre "più uno"). Ma a costoro, affetti da un eccessivo senso critico, sfugge l'alta poesia palestinese, scambiano il loro afflato di infinito per volgare spirito commerciale. Diciamo che se è salame, almeno è di cioccolato.
Vi chiederete dove voglio arrivare, con queste mie divagazioni. Semplice. Naturalmente sto parlando dello scambio della terra contro la pace, che tutti predicano. (Io penso che la pace dovrebbe essere un bene in sé, che non si scambia con nulla se non con se stessa: pace contro pace. Ma questo è un'altro discorso). Dunque, una volta che dopo l'ennesima aggressione araba, Israele si difese e si trovò in mano tutta la terra dal Fiume al Mare, l'Onu disse che occorreva che, naturalmente in nome della pace, restituisse "dei territori" fra quelli conquistati, a patto di avere frontiere sicure. Si iniziò allora a trattare e si diedero da amministrare "dei territori" all'Autorità Palestinese costituitasi per l'occasione. Il capo era Arafat, specializzato nel gioco del "più uno". Gli offrirono a Oslo e Madrid, "la maggior parte dei territori" e lui disse, no, neanche per sogno, voglio di più.. A Camp David, Barak gli offrì di più, il 94% dei territori e lui disse nisba, tutti i territori o niente – e fece partire quell'ondata terrorista che fu chiamata poeticamente "secondo scrollone" o intifada. Poi lui morì per fortuna e Olmert offrì al suo successore Abu Mazen il 100% dei territori, con solo qualche scambio per omogeneità di popolazione. Sapete cose disse il buon Abu? Massì che lo sapete, disse di no.
Ora Obama ha offerto, facendo i conti senza l'oste, "i confini del '67" (che non sono confini e non sono del '67, lo sapete, ma non vi annoio ancora con questo). Che cosa ha risposto questa volta Hamas? "No, non se ne parla" (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=221824) . E perché no? ma è evidente, più uno. "Vogliamo i confini del '48" (quelli, guardate un po', che i palestinesi e gli stati arabi rifiutarono, scatenando la guerra di sterminio contro Israele da cui uscirono scornati – e lo scorno lo chiamano "Nakba": http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/144417?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook) . E' interessante, no, che uno voglia come diritto quel che ha rifiutato sessant'anni prima... Ma quei governanti dalla testa dolcemente infantile che governano il terrorismo palestinese, hanno anche una grande faccia di tolla (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4072740,00.html) – e le mani sporche di sangue, naturalmente.
Ma ammettete, sempre facendo i conti senza l'oste, che gli diano quei confini (meno della metà dell'Israele dentro le linee armistiziali del '49). Secondo voi cosa diranno? Nonsignore, diranno. Vogliamo le linee del 1914 (quando Eretz Israel era tutto sotto il dominio turco) – e magari si illudono che la Turchia poi lo giri loro. Non pensiate che vogliano le linee dei primi secoli della nostra era, quando la terra era tutta in mano agli ebrei, sia pure sotto le truppe d'occupazione romane, né più indietro. Va bene giocare a più uno – ma solo fino a che si è mangiato tutto il salame. Ma se voi foste bambini, giochereste con gente così?
Ugo Volli
PS: A proposito ho letto da qualche parte (http://bokertov.typepad.com/btb/2011/05/morning-chuckles.html) una battuta anche buona per il presidente americano, così propenso a cedere i territori altrui. Eccola: "I ask you to return America to its August 20th, 1959 borders so that Hawaii is no longer a state and you are no longer a citizen." Cioè: perché non torniamo ai confini americani del '59, quando le Hawaii non erano territorio americano e lei caro presidente, non sarebbe stato cittadino (e dunque non ora presidente)? Già, perché no? In fondo anche le Hawaii hanno i loro pretesi indigeni, probabilmente immigrati dal Kenia. Perché non dar loro finalmente l'autodeterminazione? Hawaii libere, Hawaii rosse, restiamo hawaiani! Hasta la victoria siempre - naturalmente (uv)