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L'Opinione Rassegna Stampa
15.12.2010 La Federazione Nazionale della Stampa Italiana si schiera con Iacopino e gli odiatori di Israele
Ma i giornaloni continuano a tacere. Intervista a Fiamma Nirenstein di Dimitri Buffa, seguita da un comunicato della FNSI

Testata: L'Opinione
Data: 15 dicembre 2010
Pagina: 7
Autore: Dimitri Buffa - Roberto Natale - Franco Siddi
Titolo: «Iacopino non può tifare per la fottiglia per Gaza - Solidali con Enzo Iacopino»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 15/12/2010, l'intervista di Dimitri Buffa a Fiamma Nirenstein dal titolo "  Iacopino non può tifare per la fottiglia per Gaza  ", seguito dal comunicato della Federazione Nazionale della Stampa Italiana in difesa di Enzo Iacopino.

L'OPINIONE - Dimitri Buffa : " Iacopino non può tifare per la fottiglia per Gaza "


Fiamma Nirenstein, Dimitri Buffa

Fiamma Nirenstein, nota giornalista italiana ed esperta del Medio Oriente ( nonché onorevole del Pdl e vicepresidente della commissione esteri alla camera) non ci sta a passare per “aggressiva”, così come la ha definita il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti (per una lettera a lui inviata contro questa improvvida iniziativa di presentare proprio a via Parigi 11 a Roma, nella sede nazionale dell’Ordine, la seconda flottiglia italiana per Gaza), né per “colona”, come invece la ha etichettata un sedicente rappresentante della comunità palestinese a Roma, cioè uno dei resistibili ospiti della kermesse in cui lunedì se ne sono viste e sentite di tutti i colori.

Onorevole Nirenstein perché ha giudicato inopportuna  la presentazione della nuova Flottilla per Gaza nella sede dell’ordine nazionale dei giornalisti da parte del presidente Enzo Iacopino?

Moralmente è chiaro che c’è una simpatia per questa iniziativa, se uno scrive la prefazione al libro di Angela Lano, che è un’attivista della prima flottiglia e che va in giro a parlare di pretesi crimini di guerra di Israele, è inutile che si arrabbi se lo chiamano “armatore” della seconda flottiglia. Poi si metta una mano sulla coscienza perché in quell’organizzazione che è l’Ordine dei giornalisti  sono obbligati a stare tutti i giornalisti italiani e non credono che in molti siano d’accordo a pagare la quota di iscrizione per essere rappresentati così.

La soddisfa la risposta di Iacopino che ha detto di essersi sentito intimidito dalla sua lettera cui poi non ha dato lettura?

La mia lettera non era affatto intimidatoria. Semplicemente lo ho sfidato a presentare nella stessa sede qualche iniziativa a favore di Israele (magari per la liberazione di Shalit, ndr)..o che so io.. ma lui la lettera che ho mandato neppure ha voluto leggerla in pubblico.. ha detto che si sentiva intimidito? E che dovrei dire io che a causa di questo tipo di aggressioni alla mia attività di giornalista e anche per le mie caratteristiche etnico religiose, cioè per il fatto che sono ebrea, vengo continuamente delegittimata fino alla minaccia..?

Un sedicente rappresentante della comunità palestinese a Roma durante la presentazione ha detto che lei vive in una colonia a Gilo…

Lui ha permesso senza obiettare che mi si definisse una colona? Si vede che  forse non sa che questa è un’incitazione all’odio per la quale già in passato, ringraziando l’ex rappresentante di Arafat a Roma, Nemer Hammad, ho dovuto subire per anni un servizio di scorta e protezione di cui avrei fatto volentieri a meno.

Iacopino ha incassato la solidarietà di un sito internet che fa riferimento in Libano agli Hezbollah  che lo dipinge come vittima di un’aggressione sionista. Come giudice questa cosa?

Una solidarietà che si auto definisce. Un’altra organizzazione terroristica come Hezbollah che sguazza nella polemica.. tutti gli odiatori di Israele sono solidali con chi porta acqua al loro mulino. Iacopino dovrebbe riflettere sul perché un sito degli hezbollah in Libano, sia pure storpiandone il nome, cosa che fa capire che per loro sia un emerito sconosciuto, abbia tuttavia sentito il bisogno di esprimergli solidarietà..

Ma a Gaza gli aiuti arrivano o c’è veramente bisogno di un’altra flottilla?

Tutta questa retorica degli aiuti alimentari per Gaza in genere si basa su informazioni false e incomplete: a Gaza non c’è una situazione estrema. Non si muore di fame. In rete ci sono decine di filmati fatti dagli stessi palestinesi che mostrano negozi aperti e pieni di merci.
Certo non c’è il benessere, che è impedito dal regime di hamas, organizzazione terrorista ed estremista islamica. Dal 2006 è sempre stato così. Si tratta di un  regime che perseguita ebrei e cristiani. Al mondo ci sono decine di posti che meriterebbero ben più solerti mobilitazioni:
 dal Sudan all’Iraq, al Centro Africa, allo stesso Afghanistan e così via. Questi “pacifisti” che qualcuno chiama “pacifinti” vogliono solo fare da sponda a chi ha fatto di Gaza una punta nel fianco di Israele. Io non ho mai visto flottiglie e mobilitazioni di gruppi umanitari per altri posti che non siano Gaza.. e nessuno sembra preoccuparsi del fatto che tutti i soldi e gli aiuti finiscano nelle mani di hamas, che poi è un movimento nella cui carta costituzionale c’è scritto che vuole sterminare tutti gli ebrei del mondo.. cioè fondamentalmente sono dei nazisti.. e questo avrà pure un peso quando si organizzano flottiglie e quando le si presentano in sedi istituzionali.. o no?”

FNSI - Roberto Natale, Franco Siddi : " Solidali con Enzo Iacopino  "


Franco Siddi ,  Roberto Natale

Federazione Naz ionale del la Stampa Italiana

Roma, 14 dicembre 2010
Prot. n. 270

Il Presidente ed il Segretario Generale della Fnsi, Roberto Natale e
Franco Siddi, hanno dichiarato :

“Enzo Iacopino è stato arruolato a forza dal “Giornale” tra i nemici di Israele
per aver ospitato nella sede dell’Ordine nazionale dei Giornalisti la
presentazione del libro della collega Angela Lano sulla spedizione Freedom
Flottilla. Una concezione strana e pericolosa quella che il “Giornale” mostra di
avere delle rappresentanze della categoria. Consentire la presentazione
dell’opera di un giornalista, rispettandone l'autonomia e facendolo sempre nel
rispetto delle opinioni di tutti, dovrebbe essere - e per fortuna è - una delle
attività più ordinarie e scontate per l’Ordine come per il Sindacato.
Evidentemente al “Giornale” sono convinti che, prima di concedere la sala, i
rappresentanti della categoria debbano vagliare i contenuti dei libri e
concedere la tribuna solo a quelli graditi, o più vicini alle proprie idee. E' una
concezione da giornalismo di fazione che non ci appartiene. E la questione
israelo-palestinese e' cosi delicata e drammatica che non si aiuta certo
esigendo censure o erigendo muri al dibattito.
Nel solidarizzare col Presidente nazionale dell’Ordine, la Fnsi riafferma il dirittodovere delle rappresentanze del giornalismo di favorire in ogni modo il
dibattito, di far sentire quante più voci possibile, di difendere anche così
l’Articolo 21”.

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