La lettera che segue è stata inviata alla direttrice generale dell'UNESCO, a Parigi, una istituzione che prosegue nella cancellazione della storia ebraica per nasconderla sotto spoglie musulmane.
L'ha scritta il vice presidente della associazione Francia-Israele, Charles Meyer, la condividiamo in pieno, forse avremmo risparmiato l'ultima riga.
(traduzione di Jocelyne Cohen Mosseri)
Irina Bokova
Direttrice Generale Unesco
7 Place de Fontenoy
75352 Paris 07 SP
Paris, le 9 décembre 2010
Mosè Maimonide
Signora Direttrice Generale,
La nostra associazione né confessionale, né politica, composta di personalità politiche o della società civile, e l'insieme della comunità scientifica storica, hanno scoperto con costernazione che, alla pagina 117 del rapporto dell'Unesco sulla scienza, versione sullo Stato della scienza negli stati arabi, a firma di Adnan Badran, figurava nell'elenco degli studiosi musulmani del medioevo Moussa ben Maimoun (Maimonide).
A tutt'oggi, nessuna fonte, né musulmana, né cristiana, né ebraica, ha mai messo in dubbio la giudeità di Maimonide.
Nel mondo arabo-musulmano, egli viene chiamato Moussa Ibn Maïmoun al-Kourtoubi al-Yehudi (Moshe, figlio di Maïmon ebreo di Cordoba).
Ci troviamo di fronte ad un atto di disinformazione senza precedenti che procede o da un'ignoranza abissale oppure da una malafede di uguale ampiezza.
In ambedue i casi, mi rivolgo a Lei personalmente – per essere stato tra coloro che hanno salutato la sua elezione alla direzione dell'Unesco – perché una mostruosità storica non squalifichi e non disonori in maniera definitiva l'istituzione che Lei dirige.
Se aggiungiamo a questo evento, la constatazione che, il 21 ottobre 2010, il Comitato esecutivo dell'Unesco ha contestato il fatto che la Tomba dei Patriarchi a Hebron e la Tomba di Rachele a Betlemme, figurano nel patrimonio storico e spirituale del popolo ebraico e della sua tradizione, s'impone una presa d'atto: il grave deterioramento del livello culturale, intellettuale e morale dell'istituzione che lei dirige e che si trova sotto l'influenza dell' oscurantismo anticristiano e antiebraico.
Sarebbe a tutto onore dell' Istituzione, e anche un atto di difesa della sua immagine personale, vedere ristabilite verità universali.
Attendo la sua risposta con impazienza, poiché non intendiamo assistere passivamente alla convalida, da parte di una istituzione internazionale che auspichiamo rispettabile, di un atto politico degradante.
Voglia accogliere, Signora Direttrice generale, l'espressione della mia alta considerazione.
Charles MEYER Vice-presidente esecutivo