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La Repubblica Rassegna Stampa
22.10.2010 Premiare l'antisemitismo di Godard con un oscar ?!
L'Academy gira la testa dall'altra e nega l'evidenza

Testata: La Repubblica
Data: 22 ottobre 2010
Pagina: 57
Autore: Francesco Zantonelli
Titolo: «Godard? Un antisemita che non merita l´Oscar»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 22/10/2010, a pag. 57, l'articolo di Francesco Zantonelli dal titolo "Godard? Un antisemita che non merita l´Oscar".

«Jean-Luc Godard è un noto antisemita e non merita l´Oscar alla carriera». Non piace al quotidiano israeliano Haaretz, ma neppure al settimanale degli ebrei newyorkesi Forward il riconoscimento che l´Academy tributerà all´80enne regista francese di origine svizzera, uno dei padri della Nouvelle Vague. Per Forward l´autore di Fino all´ultimo respiro «ha un odio malsano nei confronti degli ebrei». «Negli anni 60 - scrive la rivista - arrivò a dare dello "sporco ebreo" al produttore cinematografico Pierre Braunberger, in presenza di uno scandalizzato François Truffaut».
La questione del presunto antisemitismo di Godard, come ha ricordato ieri il quotidiano elvetico Le Matin, è di questi tempi oggetto di dibattito tra i critici cinematografici, in particolare tra i suoi biografi. «Godard non è mai stato pubblicamente antisemita», relativizza il francese Antoine de Baecque, autore di un volume sul regista, pur ammettendo che «talvolta qualche uscita di cattivo gusto gli è scappata». E ricorda come, nel ´73, dopo aver ricevuto la telefonata di un collega ebreo, Jean-Pierre Gorin, che reclamava la sua parte di diritti, per un film girato insieme, Godard abbia commentato ironicamente che «gli ebrei non cambiano mai, si fanno vivi non appena sentono il suono di un registratore di cassa». Dal canto suo il giornalista del New York Times Richard Brody, lui pure autore di una biografia del regista, lo ha definito incapace «di parlare degli ebrei se non in modo negativo». In realtà, a far drizzare più di un orecchio, sono state alcune dichiarazioni di Godard, sul conflitto israelo-palestinese. Nel 2006 paragonò i terroristi kamikaze agli ebrei rinchiusi nei campi di concentramento affermando che entrambi si sono sacrificati per ottenere il diritto a uno Stato. «A suo tempo queste affermazioni avevano già fatto rumore, oggi con l´annuncio dell´Oscar sono tornate d´attualità negli Usa, tanto che diverse ong si stanno mobilitando e mi chiedono informazioni», rivela Johann Gurfinkiel, segretario generale del Coordinamento intercomunitario contro l´antisemitismo e la diffamazione. Gurfinkiel non è, comunque, contrario a priori al riconoscimento, pur ritenendo che «sarebbe preferibile che un Oscar alla carriera andasse a qualcuno al di sopra di ogni sospetto». Il regista, fedele al leggendario riserbo, non commenta. L´Academy non intende fare retromarcia, non avendo trovato «pervasive» le accuse contro il regista.

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